URB_10 è un progetto ideato e curato da Andrea Cioschi e Antonio D’Orazio che prevede la realizzazione di dieci interventi d’arte contemporanea negli spazi urbani. La proposta è quella di mettere in opera una relazione sinergica tra i linguaggi artistici e tutto ciò che contraddistingue il tessuto della città contemporanea, dalle strutture architettoniche ai passaggi di vita quotidiana. Dieci artisti sono invitati a realizzare appositamente un’opera in cui sia carattere significativo l’interrelazione con la città, i suoi connotati, le sue problematiche più attuali, attraverso l’interattività con chi vive e fa uso dell’ambiente urbano. Installazioni, performance, azioni, insediamenti artistici, dislocazioni di senso, pensati per produrre un momento di riflessione, di eccezione rispetto al quotidiano fluire cittadino.

URB_10 è una rassegna che si sposta dal centro alla periferia, dai parchi alle strade a scorrimento veloce, dalle vie alle piazze. Ogni artista invitato sceglie la location in cui realizzare l’intervento secondo la propria sensibilità. URB_10 si muove insieme agli artisti laddove si crea una zona di ricettività, un principio di significato, un’atmosfera interessante.

Mercoledì 22 dicembre 2004 alle ore 18 in Via San Carlo, angolo con Via del Porto a Bologna, avrà luogo il terzo evento della rassegna URB_10 - INTERVENTI ARTISTICI NEL TESSUTO DELLA CITTA'. L'artista invitata a realizzare un intervento nell’ambito degli spazi urbani di Bologna è Sabrina Muzi, protagonista della scena artistica nazionale e internazionale da più di dieci anni. Sabrina realizzerà una performance inedita, Ninetta, della durata di un'ora circa. Un lavoro estremamente complesso, ricco di metafore e implicazioni sociali e politiche. Artista che non teme di osare, di provocare con intelligenza una riflessione sui meccanismi e le logiche del contemporaneo, Sabrina Muzi si insinua sempre con le sue opere nelle pieghe della realtà. Sintomatica la sua serie di video Torture, in cui mostrava vari meccanismi di sevizia mentale e psicologica; emblematico il video Big, nel quale si vestiva compulsivamente con una quantità enorme di abiti, fino a raggiungere il limite di mobilità del proprio corpo.


Ninetta è una performance che nasce da una riflessione di Sabrina Muzi sul fenomeno della prostituzione. Nelle grandi città come nei piccoli centri la prostituzione è un fenomeno soggetto di emarginazione e “trasferimenti” forzati, con il preciso intento da parte delle autorità civili di “rendere il più possibile invisibile” chi la pratica nelle strade e negli spazi pubblici. Ben lungi dall’essere una risposta efficace alle numerose problematiche che la prostituzione di strada solleva e di cui è protagonista in prima persona, questa politica dell’invisibilità altro non fa che creare nuove marginalità e nuove ghettizzazioni. Il ruolo della prostituta, da sempre in bilico tra vittima di uno sfruttamento disumano e scelta professionale, viene così uniformato nella visione di una diversità scomoda e ingombrante da relegare nelle periferie desolate, lontano dai centri storici dove si svolge la vita delle classi sociali più agiate. Partendo da questo presupposto, Sabrina Muzi compie un’indagine sull’evoluzione della figura della prostituta nel corso degli anni e dà vita a un’opera in cui emergono gli aspetti che solitamente non hanno il privilegio di occupare le pagine di cronaca dei quotidiani: il romanticismo, la malinconia e la precisa connotazione nell’ambito di un tessuto sociale in cui la prostituta riveste spazi di formazione e iniziazione alla vita sessuale, di confidenza e di intimità. Ben oltre gli stereotipi della trasgressione tout-court con cui solitamente si identifica l’esistenza delle lucciole, ben oltre il merchandising della carne imposto come nuova frontiera di profitto dal mercato globale, Ninetta è un progetto volto a rivalutare la figura femminile della “donna per male”, da sempre opposta alla “donna per bene” fornendo una chiave delicata e inconsueta per approfondire una riflessione ricca di contraddizioni, dubbi, posizioni discordanti. Una performance che nasce da un’occorrenza, dalla necessità di indagare con spirito critico e con amore intellettuale i territori della vita che solitamente sono oggetto unicamente di stigmatizzazione, pregiudizio e cecità.