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Salvatore Emblema – La lezione di Penelope
dipinti dal 1958 al 1991
Comunicato stampa
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Venerdì 28 aprile, la Casa d’Arte “Ulisse” situata a due passi da Piazza di Spagna, apre le sue sale per rendere omaggio al Maestro Salvatore Emblema (1929 – 2006), ed alla sua ricerca artistica, ermetica e piena di simbolismi.
Le trenta opere in mostra, eseguite dal 1958 al 1991, offrono la possibilità di avvicinarsi al personale discorso di questo grande artista, così vicino alle radici della propria terra ed allo stesso tempo, universale. Tramite l’utilizzo di terre colorate provenienti dalle falde del Vesuvio, e della juta grezza, spesso detessuta, i suoi lavori rappresentano una fase significativa dell’avanguardia italiana astratta.
Salvatore Emblema nasce vicino a Napoli nel 1929. Ancora molto giovane si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta con assiduità gli studi di Jackson Pollock (1912 – 1956) e Marc Rothko (1903 – 1970), artisti che hanno molto influenzato la sua pittura. Come sostiene il critico Fabio Magalhães: “Se Rothko influenzò colori e trasparenze, da Pollock apprese la libertà del gesto creativo”. Tramite Giulio Carlo Argan, prezioso amico ed inestimabile sostenitore del suo lavoro, conosce la sperimentazione materica di Lucio Fontana (1899 – 1968) e capisce che per raggiungere l’essenzialità delle cose bisogna togliere e non aggiungere. Così elimina il colore privilegiando la sola tela e, successivamente, la detesse, sottraendo alcuni fili e permettendo di intravedere dietro di essa quello spazio, non più “morto” ma partecipe al quadro. “Quando la tela non è più solo superficie e forma ma volume, allora esce dalla bidimensionalità, e collabora con la luce” sosteneva il Maestro, ed Argan aggiungeva: “Fontana ha risolto il problema da schermidore, a colpi di punta e di taglio. Emblema lo affronta con pazienza e umiltà di artigiano, sfilando la tela e diradando la superficie, gravando contemporaneamente la mano sulla rude carpenteria del telaio”.
Gabriele Simongini, nel saggio pubblicato in catalogo scrive: “In tal modo l’artista toglie, riduce, sintetizza e come l’omerica Penelope trova la sua via di salvezza nello sfilare e disfare la tela, nel rimettere in discussione il già, apparentemente, compiuto per restare comunque fedele all’ “Odissea” della pittura”.
In catalogo, curato da Ulisse Editore, saranno pubblicati: un testo critico a cura di Gabriele Simongini ed una biografia aggiornata dell’artista. Inoltre, verranno riprodotti a colori tutti i quadri presenti in mostra.
Le trenta opere in mostra, eseguite dal 1958 al 1991, offrono la possibilità di avvicinarsi al personale discorso di questo grande artista, così vicino alle radici della propria terra ed allo stesso tempo, universale. Tramite l’utilizzo di terre colorate provenienti dalle falde del Vesuvio, e della juta grezza, spesso detessuta, i suoi lavori rappresentano una fase significativa dell’avanguardia italiana astratta.
Salvatore Emblema nasce vicino a Napoli nel 1929. Ancora molto giovane si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta con assiduità gli studi di Jackson Pollock (1912 – 1956) e Marc Rothko (1903 – 1970), artisti che hanno molto influenzato la sua pittura. Come sostiene il critico Fabio Magalhães: “Se Rothko influenzò colori e trasparenze, da Pollock apprese la libertà del gesto creativo”. Tramite Giulio Carlo Argan, prezioso amico ed inestimabile sostenitore del suo lavoro, conosce la sperimentazione materica di Lucio Fontana (1899 – 1968) e capisce che per raggiungere l’essenzialità delle cose bisogna togliere e non aggiungere. Così elimina il colore privilegiando la sola tela e, successivamente, la detesse, sottraendo alcuni fili e permettendo di intravedere dietro di essa quello spazio, non più “morto” ma partecipe al quadro. “Quando la tela non è più solo superficie e forma ma volume, allora esce dalla bidimensionalità, e collabora con la luce” sosteneva il Maestro, ed Argan aggiungeva: “Fontana ha risolto il problema da schermidore, a colpi di punta e di taglio. Emblema lo affronta con pazienza e umiltà di artigiano, sfilando la tela e diradando la superficie, gravando contemporaneamente la mano sulla rude carpenteria del telaio”.
Gabriele Simongini, nel saggio pubblicato in catalogo scrive: “In tal modo l’artista toglie, riduce, sintetizza e come l’omerica Penelope trova la sua via di salvezza nello sfilare e disfare la tela, nel rimettere in discussione il già, apparentemente, compiuto per restare comunque fedele all’ “Odissea” della pittura”.
In catalogo, curato da Ulisse Editore, saranno pubblicati: un testo critico a cura di Gabriele Simongini ed una biografia aggiornata dell’artista. Inoltre, verranno riprodotti a colori tutti i quadri presenti in mostra.
28
aprile 2006
Salvatore Emblema – La lezione di Penelope
Dal 28 aprile al 10 giugno 2006
arte contemporanea
Location
ULISSE GALLERY
Roma, Via Dei Due Macelli, 82, (Roma)
Roma, Via Dei Due Macelli, 82, (Roma)
Orario di apertura
lun 15.30/19.30; martedì - sabato 10/13 e 15.30/19.30
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