Il continente africano visto attraverso le opere polimateriche di Armando Tanzini e gli scatti di Salvatore Margiotta, un percorso emozionale che, nelle sale dell’ex Cavallerizza di Palazzo S’Elia a Palermo, stimolerà i sensi, tra fotografie, sculture e pitture dal sapore africano.
P.O. Box Kenya – Africa è il titolo della mostra curata da Daniela Brignone che mira a collocare topograficamente il luogo di origine del progetto espositivo, l’atelier di Armando Tanzini a Malindi, oggetto della ricerca del fotografo palermitano Salvatore Margiotta e luogo di sperimentazione di giovani artisti che collaborano alla realizzazione delle opere del Maestro.
Una ventina le opere di Tanzini esposte, tra cui pannelli dedicati alla terra africana, mappe del continente realizzate con materiali di riciclo, in cui l’evocazione e l’immaginazione modellano volumi plastici sottolineati da una sapiente manualità, spesso riscontrata nelle espressioni artistiche di questa terra, che conferisce una nuova identità agli oggetti comuni. Esposte anche sculture, opere che sembrano invitare a riesaminare il rapporto con la natura, composizioni figurali che riesumano la lezione di ignoti protagonisti di un passato che riaffiora, quasi in antitesi con i linguaggi delle avanguardie artistiche cui Tanzini venne in contatto negli Stati Uniti, Parigi, Londra, grazie anche alla frequentazione con Andy Warhol, Sebastian Matta e Larry Rivers.
Un lavoro che è alla base di un’intensa partecipazione dell’artista alle vicende umane e sociali del popolo africano che lo ha portato alla creazione della Fondazione Do not forget Africa, per la quale, nel 2000, gli è stato conferito il premio UNESCO.
Coloratissimi gli scatti di Margiotta che accompagnano le opere di Tanzini: trenta fotografie che immortalano l’attività dell’artista nel suo atelier. Colori decisi, immagini originali, prospettive accattivanti, pose insolite che appagano lo sguardo e documentano la nascita di un’ispirazione artistica, in un ambiente in cui l’uomo, la natura, la bellezza, l’idealità appassionata si fondono e generano uno sconfinato universo fatto di armonie segrete e riflessioni nostalgiche. Accanto a questi, opere pittoriche di Margiotta ispirate all’attività del Maestro che lo consacrano come giovane interprete dell’arte africana, alla quale approda dopo anni di sperimentazione tecnica ed espressiva.
L’artista ed il fotografo insieme in questo evento, realizzato con il patrocinio della Provincia Regionale di Palermo e il contributo della Fondazione Federico II, in un’adesione ai linguaggi ed esperienze primordiali tesi ad indagare un universo poetico avvolto in una spiritualità arcana che invita a non disperdere le proprie radici.

Armando Tanzini
Pittore, scultore, artista tout court Tanzini si forma sulla storia dell’arte etrusca. Ha conosciuto e frequentato Andy Warhol, Sebastian Matta e Larry Rivers. Dopo avere vissuto a Roma, Parigi, Firenze, Londra e Stati Uniti, oggi vive in Kenya, a Malindi e qui, in modo nuovo ed originale, coniuga l’elemento occidentale con l’elemento esotico e tribale realizzando opere polimateriche fatte di terra, sughero, cuoio, pietra, metallo e legno. Gli anni trascorsi in Kenya gli hanno fatto scoprire l’amore per il continente africana, per la cui salvaguardia ha creato la fondazione “Do Not Forget Africa” per la quale, nel giugno 2000 gli è stato conferito il Premio UNESCO. La sua casa è un laboratorio che si ispira alle botteghe d’arte del Rinascimento, una vera e propria scuola in cui i giovani artisti collaborano alla produzione delle sue opere. Numerose sono state le mostre personali di Tanzini in Italia e all’estero; particolarmente significativa è stata la sua partecipazione alla 50°Biennale internazionale d’arte di Venezia, nel 2003, dove ha rappresentato il Padiglione del Kenya.

Salvatore Margiotta
Fotografo palermitano, nasce nel 1964. Appassionato di arte, ad essa oggi riserva gran parte del suo tempo. Dopo una lunga sperimentazione nei vari linguaggi artistici, si dedica da un paio di anni alla rappresentazione fotografica e pittorica di un habitat ancora incontaminato, quello africano, e attraverso la quale perviene a soluzioni formali basate su vibranti cromie e sulla pura sensualità, che accompagnano l’incessante dialogo tra l’uomo e la natura.