"Mi è stato molte volte chiesto da persone che guardavano le mie opere se esista un legame tra la volontà di esecuzione e l'arte presentata. In risposta vorrei citare un concetto a me molto vicino espresso da Edgard Wind e riportato nel libro "Arte e anarchia" al paragrafo "Arte e volontà":
... "Quelle persone che non possono mai dimenticare ciò che vogliono, e affermano la loro volontà di fronte ad un'opera d'arte, non possono mai raggiungere un'autentica esperienza artistica. L'opera d'arte, non meno della verità, impone un genuino e totale oblio di se stessi ... E se questo è vero per lo spettatore, è vero anche per l'artista. Nel momento della creazione, la sua volontà personale va lasciata in sospeso; altrimenti la sua opera avrà qualcosa di artificioso e di forzato ... Ma questo non vuol dire che la volontà dell'artista rimanga oziosa ... L'immaginazione richiede un gran spronare e tirar di redini, per poter fiorire al momento giusto in tutta la sua pienezza. Ed è per un atto di volontà che l'artista offre la sua opera finita al mondo,oppure se la tiene, o se ne dimentica, o qualsiasi altra cosa decida di fare - o di non fare - con essa. L'atto creativo, quindi, sebbene completamente inattingibile dalla volontà,è circondato da atti voluti dall'artista ...".