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Sandro Chia
un’ampia retrospettiva dedicata a Sandro Chia (Firenze, 1946. L’esposizione rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in un museo svizzero, un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Pinacoteca Comunale Casa Rusca ospita dal 9 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 un’ampia
retrospettiva dedicata a Sandro Chia, uno degli interpreti più significativi della cultura artistica
contemporanea, la cui produzione è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
L’esposizione rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in Svizzera,
un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più
recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.
É questa anche l’occasione per una riflessione sulla corrente artistica degli anni Ottanta, attraverso
le opere di Chia e di altri suoi esponenti: Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente
ed Enzo Cucchi. Un movimento, quello della Transavanguardia, apparentemente di riflusso
rispetto al concettualismo dell’arte povera, che trovò nel critico Achille Bonito Oliva la propria
autorevole guida nel recupero degli stimoli che avevano alimentato alcune delle avanguardie
storiche come l’espressionismo, il fauvismo e la metafisica.
Impulsi che nell’opera di Sandro Chia, tradotti in narrazioni spesso oniriche, si concretizzano in un
vigore barbarico, fondendo confessioni intime al gusto per la teatralità. Ne scaturisce una
figurazione d’impronta mediterranea che ha saputo in breve tempo imporsi a livello internazionale,
anticipando per certi aspetti il passaggio dalla modernità alla postmodernità, fatta di piccole
narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare, e soprattutto da una nuova attenzione al segno, alla
forma e al colore.
I punti di riferimento di Chia spaziano dai grandi maestri del passato quali Masaccio, Michelangelo
agli artisti del Novecento De Chirico, Cézanne, Picasso a Chagall. Chia si appropria di questo
enorme patrimonio della pittura figurativa per rielaborarlo nella sua idea dell'arte. Per Chia “la
pittura è un mondo di libertà senza limiti, senza confini” e le opere sono lo strumento per lasciarsi
andare a ogni sorta di avventura o di sfida.
Elemento imprescindibile nell’approccio all’artista è il suo uso del colore: dirompente, variopinto,
tendente a repentini mutamenti. L’opera pittorica di Chia scaturisce da una fervida fantasia in cui si
incontrano mito, letteratura ed eventi della quotidianità. Sia che illustri temi umili o sublimi, l’artista
umanizza i suoi “eroi” dall’aspetto monumentale e fa vivere loro le problematiche del presente:
incomunicabilità, difficoltà dei rapporti umani, materialismo, assenza di ideali, atteggiamento
passivo nei confronti della società.
Davanti allo spettatore si schiude un mondo di immagini forti, provocatorie, poetiche e toccanti. Le
composizioni, insieme agli spunti proposti dai titoli, rivelano un’infinità di possibilità interpretative
dei soggetti e dei temi centrali attorno ai quali si articola la ricerca dell’artista: il viandante, il pittore,
il padre e il figlio, l’angelo, il naufrago, la vicinanza della natura alla vita dell’uomo, la sensualità del
corpo, l’ispirazione, la melanconia.
La mostra è accompagnata da un catalogo con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte,
corredate da una scheda esplicativa.
Biografia
Nasce a Firenze il 20 aprile 1946.
Frequenta l’Istituto d’Arte e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1969. Visita l’India,
la Turchia e gran parte dell’Europa prima di stabilirsi a Roma; nel 1971 ha luogo la sua prima
personale alla Galleria La Salita.
Durante gli anni Settanta il suo lavoro si distanzia gradualmente dalle sperimentazioni concettuali a
favore di uno stile più figurativo, attirando l’attenzione della critica italiana e internazionale.
Nel 1980 ottiene una borsa di studio dalla città di Mönchengladbach (Germania) e vi lavora per un
anno, per poi trasferirsi a New York dove vive per i successivi due decenni, pur continuando a
spostarsi frequentemente tra questa città e l’Italia.
Negli anni Ottanta diventa uno dei protagonisti della Transavanguardia, movimento artistico che lo
coinvolge, unitamente a Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi,
alle Biennali di Parigi e San Paolo, e più volte alla Biennale di Venezia.
I suoi lavori sono stati esposti in prestigiose mostre in alcuni dei maggiori musei del mondo. Tra i
più noti spazi museali internazionali che gli hanno dedicato delle esposizioni citiamo lo Stedelijk
Museum di Amsterdam (1983), il Metropolitan Museum di New York (1984), la National Galerie di
Berlino (1984, 1992), il Musée d’Art Moderne di Parigi (1984), i musei di Düsseldorf (1984), Villa
Medici a Roma (1995), il Palazzo Reale a Milano (1997), il Museo Archeologico Nazionale di
Firenze (2002) e la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2009).
Attualmente vive e lavora tra Miami, Roma e Montalcino dove, nel Castello Romitorio di sua
proprietà, si occupa anche della produzione di pregiati vini tra cui il rinomato Brunello.
retrospettiva dedicata a Sandro Chia, uno degli interpreti più significativi della cultura artistica
contemporanea, la cui produzione è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
L’esposizione rappresenta un’occasione unica per ammirare, per la prima volta in Svizzera,
un’accurata selezione di oltre 50 dipinti di grande formato, realizzati dal 1978 fino alle opere più
recenti, di uno dei protagonisti assoluti della Transavanguardia.
É questa anche l’occasione per una riflessione sulla corrente artistica degli anni Ottanta, attraverso
le opere di Chia e di altri suoi esponenti: Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente
ed Enzo Cucchi. Un movimento, quello della Transavanguardia, apparentemente di riflusso
rispetto al concettualismo dell’arte povera, che trovò nel critico Achille Bonito Oliva la propria
autorevole guida nel recupero degli stimoli che avevano alimentato alcune delle avanguardie
storiche come l’espressionismo, il fauvismo e la metafisica.
Impulsi che nell’opera di Sandro Chia, tradotti in narrazioni spesso oniriche, si concretizzano in un
vigore barbarico, fondendo confessioni intime al gusto per la teatralità. Ne scaturisce una
figurazione d’impronta mediterranea che ha saputo in breve tempo imporsi a livello internazionale,
anticipando per certi aspetti il passaggio dalla modernità alla postmodernità, fatta di piccole
narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare, e soprattutto da una nuova attenzione al segno, alla
forma e al colore.
I punti di riferimento di Chia spaziano dai grandi maestri del passato quali Masaccio, Michelangelo
agli artisti del Novecento De Chirico, Cézanne, Picasso a Chagall. Chia si appropria di questo
enorme patrimonio della pittura figurativa per rielaborarlo nella sua idea dell'arte. Per Chia “la
pittura è un mondo di libertà senza limiti, senza confini” e le opere sono lo strumento per lasciarsi
andare a ogni sorta di avventura o di sfida.
Elemento imprescindibile nell’approccio all’artista è il suo uso del colore: dirompente, variopinto,
tendente a repentini mutamenti. L’opera pittorica di Chia scaturisce da una fervida fantasia in cui si
incontrano mito, letteratura ed eventi della quotidianità. Sia che illustri temi umili o sublimi, l’artista
umanizza i suoi “eroi” dall’aspetto monumentale e fa vivere loro le problematiche del presente:
incomunicabilità, difficoltà dei rapporti umani, materialismo, assenza di ideali, atteggiamento
passivo nei confronti della società.
Davanti allo spettatore si schiude un mondo di immagini forti, provocatorie, poetiche e toccanti. Le
composizioni, insieme agli spunti proposti dai titoli, rivelano un’infinità di possibilità interpretative
dei soggetti e dei temi centrali attorno ai quali si articola la ricerca dell’artista: il viandante, il pittore,
il padre e il figlio, l’angelo, il naufrago, la vicinanza della natura alla vita dell’uomo, la sensualità del
corpo, l’ispirazione, la melanconia.
La mostra è accompagnata da un catalogo con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte,
corredate da una scheda esplicativa.
Biografia
Nasce a Firenze il 20 aprile 1946.
Frequenta l’Istituto d’Arte e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1969. Visita l’India,
la Turchia e gran parte dell’Europa prima di stabilirsi a Roma; nel 1971 ha luogo la sua prima
personale alla Galleria La Salita.
Durante gli anni Settanta il suo lavoro si distanzia gradualmente dalle sperimentazioni concettuali a
favore di uno stile più figurativo, attirando l’attenzione della critica italiana e internazionale.
Nel 1980 ottiene una borsa di studio dalla città di Mönchengladbach (Germania) e vi lavora per un
anno, per poi trasferirsi a New York dove vive per i successivi due decenni, pur continuando a
spostarsi frequentemente tra questa città e l’Italia.
Negli anni Ottanta diventa uno dei protagonisti della Transavanguardia, movimento artistico che lo
coinvolge, unitamente a Mimmo Paladino, Nicola De Maria, Francesco Clemente ed Enzo Cucchi,
alle Biennali di Parigi e San Paolo, e più volte alla Biennale di Venezia.
I suoi lavori sono stati esposti in prestigiose mostre in alcuni dei maggiori musei del mondo. Tra i
più noti spazi museali internazionali che gli hanno dedicato delle esposizioni citiamo lo Stedelijk
Museum di Amsterdam (1983), il Metropolitan Museum di New York (1984), la National Galerie di
Berlino (1984, 1992), il Musée d’Art Moderne di Parigi (1984), i musei di Düsseldorf (1984), Villa
Medici a Roma (1995), il Palazzo Reale a Milano (1997), il Museo Archeologico Nazionale di
Firenze (2002) e la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2009).
Attualmente vive e lavora tra Miami, Roma e Montalcino dove, nel Castello Romitorio di sua
proprietà, si occupa anche della produzione di pregiati vini tra cui il rinomato Brunello.
08
settembre 2018
Sandro Chia
Dall'otto settembre 2018 al 06 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
PINACOTECA CASA RUSCA
Locarno, Piazza Sant'antonio, (Locarno)
Locarno, Piazza Sant'antonio, (Locarno)
Vernissage
8 Settembre 2018, ore 17 su invito
Autore