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Sandro Lorenzini – La Luna, il Sole e altre figure
Sabato 16 novembre alle ore 17.00, la Galleria Arianna Sartori, inaugura la mostra personale del Maestro Sandro Lorenzini “La Luna, il Sole e alter figure” a Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10. La mostra sarà presentata in galleria da Luca Bochicchio.
Comunicato stampa
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Sabato 16 novembre alle ore 17.00, la Galleria Arianna Sartori, inaugura la mostra personale del Maestro Sandro Lorenzini “La Luna, il Sole e alter figure” a Mantova nella sede di Via Ippolito Nievo 10. La mostra sarà presentata in galleria da Luca Bochicchio.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 novembre 2013.
Le figure e il tempo nella pittura di Sandro Lorenzini
L’HAIKU è una tipologia di poesia giapponese, la cui metrica codificata in versi contratti e intensi viene usata per dare voce ad emozioni e suggestioni suscitate da eventi atmosferici improvvisi, visioni della natura o lirismo contemplativo. Ormai un anno fa, nel novembre del 2012, Sandro Lorenzini, noto al pubblico soprattutto come scultore ceramista, ha scolpito, uno dopo l’altro, versi haiku accompagnati da disegni e collages: piccoli dipinti che rapiscono l’occhio e il pensiero grazie alla simmetria delle linee e delle forme, ai contrasti cromatici e alla poesia delle figure. E’ iniziato così un momento introspettivo e contemplativo, una riflessione intellettuale e poetica, un passaggio che ha portato l’artista ad iniziare e a completare una serie di dipinti di grande formato. Il titano da fucina, che nelle notti e nei giorni creava giganti in terracotta, appare ora nel suo studio luminoso più simile ad un San Gerolamo con penna, libro e teschio in mano. La tensione creativa è immutata, anzi è aperta a ventaglio verso la letteratura (Borges, Calvino, Buzzati), la musica (Bach soprattutto), la contemporaneità, il mondo oltre la fisica.
Lorenzini riparte dalla figura: concretizzazione del pensiero che riveste per lui un significato profondo e strutturale. Nella figura c’è la costruzione, la scelta, la fissità di un ragionamento, di una volontà di rappresentazione che la pura ed effimera immagine non trattiene. Lorenzini si spinge oltre, e precisa che la figura esiste al di fuori e prima dell’uomo. Dal momento in cui sceglie di rivelarsi a uno o ad un altro essere umano è essa a governare il gioco, a farsi rincorrere. Chiede di essere seguita con tutte le forze e, in cambio, ti dona la consapevolezza del tuo lavoro, del tuo essere.
Questa serie pittorica di trenta quadri fra tele e cartoni, la prima dello scultore Lorenzini, è sbalorditiva per i risultati formali e concettuali. Un’arte che apparentemente potrebbe sembrare evasiva, di puro piacere estetico, racchiude chiaramente in sé una presa di posizione cosciente nei confronti del fare artistico all’interno di una società e di un tempo storico circoscritti all’attualità. La risposta di Lorenzini alla crisi dell’uomo e dell’arte parte dalla cura meticolosa con cui egli forgia il supporto (un cartone preparato con acrilici, telaio in legno e isolante sintetico), per dargli solidità, resistenza e tutto il corredo necessario ad attraversare il tempo come opera unica, come testimonianza storica.
Elementi ricorrenti quali il varco prospettico, le quinte teatrali, la centralità e la simmetria dello spazio, le forme archetipiche del cavallo, del cavaliere, del pesce, dell’albero e dell’angelo sono figure retoriche visuali che costruiscono un racconto anti-descrittivo, fatto di allusioni e rimandi al cammino dell’esistenza umana. La dimensione terrena, quella celeste e quella sottomarina si fondono in un’unità che è quella del pensiero, della visione, del rapimento lirico e spirituale. Il rigore geometrico e ritmico è simile a quello di una partitura musicale, nella quale le battute di apertura e chiusura sono iper-decorate, ricche di segni, arabeschi e colori.
Lorenzini rivendica il diritto, come artista, di guardare e criticare le tensioni, il mistero e la degenerazione dell’attualità con libertà di giudizio e di espressione poetica e figurativa. Attraverso la ridda di codici, colori, forme e scenografie, Lorenzini sembra voler sottolineare come la nostra storia presente non sia scissa da quella passata e dal mito che l’ha in qualche modo accompagnata e creata. Il ciclo del tempo accomuna il percorso della vita sulla terra e quello del racconto. La visione di Lorenzini è il lucido tentativo di fermare, spiegare e trasmettere l’emozione di trovarsi in questo momento di passaggio, con una finestra aperta in ascolto del brusio e del sibilare degli spiriti che attraversano le campagne dell’invisibile, vicinissimi a noi.
Luca Bochicchio
Sandro Lorenzini nasce a Savona nel 1948.
Terminati gli studi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Sandro Lorenzini opera fino al 1975 come scenografo nell’ambito teatrale milanese.
Dopo questa data lo scultore sceglie come suo principale mezzo espressivo la ceramica, riconoscendo a questo materiale caratteristiche di duttilità ed espressività ideali.
Nel 1984 su invito di Peter Voulkos, si reca negli Stati Uniti per lavorare ad un progetto relativo alla scultura ceramica di grande dimensione presso la Berkeley University.
Successivamente svolge un’analoga attività presso la California State University, San José, ove sarà lecturer e visiting artist in più occasioni per tutti gli anni Novanta.
Dal 1986 sperimenta l’installazione di grandi opere di scultura ceramica in spazi architettonici e storici di forte connotazione, lavorando su specifiche impostazioni tematiche (1986 “Percorsi”, Fortezza Priamar, Savona; 1991 “La Casa di Asterione”, Galleria Comunale di Arte Contemporanea, Padova; 1996 “La Casa del Re”, Palazzo Reale di Caserta; 1999 “Tra il Disperato e il Sublime” Faenza; 2000 “Lo Spazio Ritrovato”, Castello di Roccavignale; 2007 “Concreta”, Palazzo Pretorio, Certaldo).
Intensa è la sua attività espositiva dagli anni ’80, dapprima in Italia, successivamente negli USA, in Europa (Francia, Germania, Spagna), Asia (Cina, Giappone) e Medio Oriente (Egitto, Emirati Arabi Uniti).
Partecipa ad innumerevoli mostre personali, collettive e rassegne; esegue prestigiose commissioni in tutto il mondo, spaziando fra vari materiali oltre alla ceramica, come il legno, il vetro, l’acciaio, la pietra, il bronzo.
Si aggiudica numerosi premi e riconoscimenti in competizioni internazionali, come la “Biennale de Ceramique” di Vallauris,Francia, la “International Ceramic Competition” di Mino, Giappone, La “Mostra Internazionale della Ceramica” di S.Stefano di Camastra, la “Biennale Internazionale della Cereamica” di Faenza, la “Biennale for Ceramics” del Cairo, Egitto, la “Huaxia Ceramic-Square International Competition” di Foshan, Cina.
E’ responsabile dell’ideazione e della direzione artistica di importanti progetti espositivi che coinvolgono istituzioni pubbliche ed artisti internazionali.
Dall’inizio degli anni Novanta suoi importanti lavori vengono acquisiti da prestigiosi musei in tutto il mondo, primo fra tutti il Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, poi il Museo del Palazzo Reale di Caserta, Il Museo della Ceramica di S.Stefano di Camastra, la Casa-Museo Mazzotti di Albisola, I Musei della Ceramica di Mino, Snigaraki, Toki, Seto e Gifu in Giappone, l’Italian-American Museum di San Francisco e la Anderson Ranch Foundation for the Arts di Aspen, Colorado, negli USA, i Musei di Foshan, Shiwan, Fu-Ping e Jingdezhen in Cina, oltre al Ceramic Museum del Cairo, Egitto e il Quanat al Quasbah Cultural Center dell’Emirato di Sarjah, negli UAE.
Nel 2007 lo Shigaraki Cultural Ceramic Park (Giappone) lo incarica di realizzare un prestigioso progetto relativo a sculture ceramiche modulari sospese in occasione della visita dell’Imperatore e dell’Imperatrice del Giappone.
Più recentemente la sua attività di sperimentazione artistica e didattica lo vede al lavoro per lunghi periodi presso centri di eccellenza, come il Ceramic Cultural Park di Shigaraki o l’Anderson Ranch Foundation for the Arts in Colorado.
E’ presente alla 54. Biennale di Venezia.
Nel 2012, in seguito a concorso, ottiene la qualifica di “Professor in Ceramics” dalla National Academy of the Arts di Oslo, Norvegia.
Nell’estate 2012 è “Artist in resident” presso la storica Fornace Pagliero di Castellamonte ove realizza una serie di prestigiose sculture in ceramica di grande dimensione.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 novembre 2013.
Le figure e il tempo nella pittura di Sandro Lorenzini
L’HAIKU è una tipologia di poesia giapponese, la cui metrica codificata in versi contratti e intensi viene usata per dare voce ad emozioni e suggestioni suscitate da eventi atmosferici improvvisi, visioni della natura o lirismo contemplativo. Ormai un anno fa, nel novembre del 2012, Sandro Lorenzini, noto al pubblico soprattutto come scultore ceramista, ha scolpito, uno dopo l’altro, versi haiku accompagnati da disegni e collages: piccoli dipinti che rapiscono l’occhio e il pensiero grazie alla simmetria delle linee e delle forme, ai contrasti cromatici e alla poesia delle figure. E’ iniziato così un momento introspettivo e contemplativo, una riflessione intellettuale e poetica, un passaggio che ha portato l’artista ad iniziare e a completare una serie di dipinti di grande formato. Il titano da fucina, che nelle notti e nei giorni creava giganti in terracotta, appare ora nel suo studio luminoso più simile ad un San Gerolamo con penna, libro e teschio in mano. La tensione creativa è immutata, anzi è aperta a ventaglio verso la letteratura (Borges, Calvino, Buzzati), la musica (Bach soprattutto), la contemporaneità, il mondo oltre la fisica.
Lorenzini riparte dalla figura: concretizzazione del pensiero che riveste per lui un significato profondo e strutturale. Nella figura c’è la costruzione, la scelta, la fissità di un ragionamento, di una volontà di rappresentazione che la pura ed effimera immagine non trattiene. Lorenzini si spinge oltre, e precisa che la figura esiste al di fuori e prima dell’uomo. Dal momento in cui sceglie di rivelarsi a uno o ad un altro essere umano è essa a governare il gioco, a farsi rincorrere. Chiede di essere seguita con tutte le forze e, in cambio, ti dona la consapevolezza del tuo lavoro, del tuo essere.
Questa serie pittorica di trenta quadri fra tele e cartoni, la prima dello scultore Lorenzini, è sbalorditiva per i risultati formali e concettuali. Un’arte che apparentemente potrebbe sembrare evasiva, di puro piacere estetico, racchiude chiaramente in sé una presa di posizione cosciente nei confronti del fare artistico all’interno di una società e di un tempo storico circoscritti all’attualità. La risposta di Lorenzini alla crisi dell’uomo e dell’arte parte dalla cura meticolosa con cui egli forgia il supporto (un cartone preparato con acrilici, telaio in legno e isolante sintetico), per dargli solidità, resistenza e tutto il corredo necessario ad attraversare il tempo come opera unica, come testimonianza storica.
Elementi ricorrenti quali il varco prospettico, le quinte teatrali, la centralità e la simmetria dello spazio, le forme archetipiche del cavallo, del cavaliere, del pesce, dell’albero e dell’angelo sono figure retoriche visuali che costruiscono un racconto anti-descrittivo, fatto di allusioni e rimandi al cammino dell’esistenza umana. La dimensione terrena, quella celeste e quella sottomarina si fondono in un’unità che è quella del pensiero, della visione, del rapimento lirico e spirituale. Il rigore geometrico e ritmico è simile a quello di una partitura musicale, nella quale le battute di apertura e chiusura sono iper-decorate, ricche di segni, arabeschi e colori.
Lorenzini rivendica il diritto, come artista, di guardare e criticare le tensioni, il mistero e la degenerazione dell’attualità con libertà di giudizio e di espressione poetica e figurativa. Attraverso la ridda di codici, colori, forme e scenografie, Lorenzini sembra voler sottolineare come la nostra storia presente non sia scissa da quella passata e dal mito che l’ha in qualche modo accompagnata e creata. Il ciclo del tempo accomuna il percorso della vita sulla terra e quello del racconto. La visione di Lorenzini è il lucido tentativo di fermare, spiegare e trasmettere l’emozione di trovarsi in questo momento di passaggio, con una finestra aperta in ascolto del brusio e del sibilare degli spiriti che attraversano le campagne dell’invisibile, vicinissimi a noi.
Luca Bochicchio
Sandro Lorenzini nasce a Savona nel 1948.
Terminati gli studi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Sandro Lorenzini opera fino al 1975 come scenografo nell’ambito teatrale milanese.
Dopo questa data lo scultore sceglie come suo principale mezzo espressivo la ceramica, riconoscendo a questo materiale caratteristiche di duttilità ed espressività ideali.
Nel 1984 su invito di Peter Voulkos, si reca negli Stati Uniti per lavorare ad un progetto relativo alla scultura ceramica di grande dimensione presso la Berkeley University.
Successivamente svolge un’analoga attività presso la California State University, San José, ove sarà lecturer e visiting artist in più occasioni per tutti gli anni Novanta.
Dal 1986 sperimenta l’installazione di grandi opere di scultura ceramica in spazi architettonici e storici di forte connotazione, lavorando su specifiche impostazioni tematiche (1986 “Percorsi”, Fortezza Priamar, Savona; 1991 “La Casa di Asterione”, Galleria Comunale di Arte Contemporanea, Padova; 1996 “La Casa del Re”, Palazzo Reale di Caserta; 1999 “Tra il Disperato e il Sublime” Faenza; 2000 “Lo Spazio Ritrovato”, Castello di Roccavignale; 2007 “Concreta”, Palazzo Pretorio, Certaldo).
Intensa è la sua attività espositiva dagli anni ’80, dapprima in Italia, successivamente negli USA, in Europa (Francia, Germania, Spagna), Asia (Cina, Giappone) e Medio Oriente (Egitto, Emirati Arabi Uniti).
Partecipa ad innumerevoli mostre personali, collettive e rassegne; esegue prestigiose commissioni in tutto il mondo, spaziando fra vari materiali oltre alla ceramica, come il legno, il vetro, l’acciaio, la pietra, il bronzo.
Si aggiudica numerosi premi e riconoscimenti in competizioni internazionali, come la “Biennale de Ceramique” di Vallauris,Francia, la “International Ceramic Competition” di Mino, Giappone, La “Mostra Internazionale della Ceramica” di S.Stefano di Camastra, la “Biennale Internazionale della Cereamica” di Faenza, la “Biennale for Ceramics” del Cairo, Egitto, la “Huaxia Ceramic-Square International Competition” di Foshan, Cina.
E’ responsabile dell’ideazione e della direzione artistica di importanti progetti espositivi che coinvolgono istituzioni pubbliche ed artisti internazionali.
Dall’inizio degli anni Novanta suoi importanti lavori vengono acquisiti da prestigiosi musei in tutto il mondo, primo fra tutti il Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, poi il Museo del Palazzo Reale di Caserta, Il Museo della Ceramica di S.Stefano di Camastra, la Casa-Museo Mazzotti di Albisola, I Musei della Ceramica di Mino, Snigaraki, Toki, Seto e Gifu in Giappone, l’Italian-American Museum di San Francisco e la Anderson Ranch Foundation for the Arts di Aspen, Colorado, negli USA, i Musei di Foshan, Shiwan, Fu-Ping e Jingdezhen in Cina, oltre al Ceramic Museum del Cairo, Egitto e il Quanat al Quasbah Cultural Center dell’Emirato di Sarjah, negli UAE.
Nel 2007 lo Shigaraki Cultural Ceramic Park (Giappone) lo incarica di realizzare un prestigioso progetto relativo a sculture ceramiche modulari sospese in occasione della visita dell’Imperatore e dell’Imperatrice del Giappone.
Più recentemente la sua attività di sperimentazione artistica e didattica lo vede al lavoro per lunghi periodi presso centri di eccellenza, come il Ceramic Cultural Park di Shigaraki o l’Anderson Ranch Foundation for the Arts in Colorado.
E’ presente alla 54. Biennale di Venezia.
Nel 2012, in seguito a concorso, ottiene la qualifica di “Professor in Ceramics” dalla National Academy of the Arts di Oslo, Norvegia.
Nell’estate 2012 è “Artist in resident” presso la storica Fornace Pagliero di Castellamonte ove realizza una serie di prestigiose sculture in ceramica di grande dimensione.
16
novembre 2013
Sandro Lorenzini – La Luna, il Sole e altre figure
Dal 16 al 28 novembre 2013
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Domenica 24 novembre 15.30-19.00.
Vernissage
16 Novembre 2013, ore 17.00
Autore
Curatore