Sandro Petri
Berlino a Colori

A differenza degli angeli di Wenders, che popolano la Staatsbibliothek dalla splendida architetttura di Hans Scharoun, gli uomini percepiscono il colore.
E Berlino è un inno al colore, diretto o simbolico; un volto, una parete metallica, un graffito, un chiosco di bratwürst, una cravatta sgargiante su un abito di uno stilista brandeburghese, la locandina di uno spettacolo teatrale, un negozio di spezie, una 911 fucsia, le caramelle di un venditore russo, i costumi per un bagno al lago, il tricolore tedesco che svetta dal Reichstag, le luci di un ristorante libanese, una parrucca al mercato delle pulci, le bandiere turche ai mondiali di calcio, le case di Le Corbusier e Aldo Rossi.
Berlino: cromatica biodiversità.


Rudy Pessina
Berlino in bianco e nero

Di un soggiorno di pochi giorni a Berlino rimane l’impressione di una città dilatata, distesa, costellata di molti luoghi diversi. E poi, degli enormi edifici, degli spazi sconfinati che si incontrano dentro la città, dell’aria tranquilla e noncurante dei abitanti, sono i dettagli che si imprimono nella memoria come spille colorate: una scultura moderna, una pianta rampicante sulla facciata di un palazzo, l’apparire di una figura nel labirinto dell’olocausto e, soprattutto, i murales.