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Santorossi – EgoLogo
Una sorta di gigantesca autoanalisi, sul filo di un racconto visivo in bilico tra ironia ed esperienza, comunicazione e demistificazione
Comunicato stampa
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Il 19 aprile verrà inaugurata la 16ma edizione dell’ormai storico appuntamento con la scultura contemporanea di grandi dimensioni nel suggestivo scenario di Castel Pergine in Valsugana, sede che negli anni passati ha visto nomi di grande pregio quali Plessi, Somaini, Lorenzetti, Celiberti, Staccioli, Castagna, Gelmi, Abate, Zavagno ed altri.
L’esposizione di quest’anno, che come di consueto si può visitare per sette mesi, vedrà protagonista l’artista italiano Santorossi che, invitato a studiare una soluzione totalizzante dai curatori Franco Batacchi, Theo Schneider e Verena Neff ha predisposto un apposito progetto comprendente numerose installazioni inedite che creeranno un percorso tematico attraverso le due cinte murarie ed il cortile interno. Queste opere, che si situano in un orizzonte tecnico a metà tra la pittura e la scultura, sono realizzate nel materiale tipico della pubblicità edilizia e stradale della quale riprendono le sembianze portando però contenuti differenti.
Il titolo della mostra – Santorossi: EgoLogo – rispecchia la tematica approfondita per l’occasione. Si tratta di una sorta di gigantesca autoanalisi, sul filo di un racconto visivo in bilico tra ironia ed esperienza, comunicazione e demistificazione, che utilizza alcuni “strumenti” propri della sociologia e della psicoanalisi riproposti tenendo conto della scala visiva contestuale, nell’intento di creare le condizioni per una reale partecipazione del pubblico attraverso un coinvolgimento dapprima fisico e conseguentemente emotivo. Lo straniamento determinato dalla riproduzione di mobili d’uso e arredi di metallo, verniciati con pigmenti clamorosamente evidenti, in un ambiente integrato nel classico paesaggio montano, punta a provocare prese di posizione disparate (dubbio, meraviglia, sdegno, curiosità) in un pubblico molto stratificato e, quindi, a verificarne le reazioni. Il luogo subirà una notevole intrusione formale, poiché le pareti delle torri saranno “vestite” con enormi gigantografie mentre il parco intorno al castello sarà invaso da sculture di grandi dimensioni ed arricchito da un intervento nostalgico dell’artista che ha trasformato la (sua) storica Fiat 500 in scultura monumentale. Nelle sale interne del castello verranno collocate opere tendenti a documentare in modo antologico il percorso dell’artista, includendo nell’allestimento l’installazione presentata alla XLV Biennale di Venezia.
Da sempre dedito alla ricerca nell'ambito della comunicazione per immagini e nello studio delle relazioni tra i materiali, il segno, l'espressione grafica e delle emozioni che ne derivano nell'approccio visivo, Santorossi ha cominciato – verso la metà degli anni 80 – a sperimentare una nuova tecnica espressiva legata alle proprietà di uno speciale materiale plastico e all’uso di supporti ed accessori propri della produzione industriale: ne è scaturito un linguaggio incisivo e del tutto inedito che ha perfezionato in una lunga serie di applicazioni a temi seriali. Negli anni 90, ha poi approfondito la dimensione concettuale del lavoro, con particolare riferimento ai rapporti tra immagine, didascalia e la loro interpretazione. Attualmente l’artista sta conducendo una profonda ricerca sulla comunicazione di massa ed i suoi riflessi sull’individuo attuando una sorta di pulizia delle immagini da essa proposte, immagini inessenziali e straripanti di stereotipi visivi. Attraverso questa operazione egli le ripropone semplificate ed arricchite di rinnovati significati.
L’esposizione di quest’anno, che come di consueto si può visitare per sette mesi, vedrà protagonista l’artista italiano Santorossi che, invitato a studiare una soluzione totalizzante dai curatori Franco Batacchi, Theo Schneider e Verena Neff ha predisposto un apposito progetto comprendente numerose installazioni inedite che creeranno un percorso tematico attraverso le due cinte murarie ed il cortile interno. Queste opere, che si situano in un orizzonte tecnico a metà tra la pittura e la scultura, sono realizzate nel materiale tipico della pubblicità edilizia e stradale della quale riprendono le sembianze portando però contenuti differenti.
Il titolo della mostra – Santorossi: EgoLogo – rispecchia la tematica approfondita per l’occasione. Si tratta di una sorta di gigantesca autoanalisi, sul filo di un racconto visivo in bilico tra ironia ed esperienza, comunicazione e demistificazione, che utilizza alcuni “strumenti” propri della sociologia e della psicoanalisi riproposti tenendo conto della scala visiva contestuale, nell’intento di creare le condizioni per una reale partecipazione del pubblico attraverso un coinvolgimento dapprima fisico e conseguentemente emotivo. Lo straniamento determinato dalla riproduzione di mobili d’uso e arredi di metallo, verniciati con pigmenti clamorosamente evidenti, in un ambiente integrato nel classico paesaggio montano, punta a provocare prese di posizione disparate (dubbio, meraviglia, sdegno, curiosità) in un pubblico molto stratificato e, quindi, a verificarne le reazioni. Il luogo subirà una notevole intrusione formale, poiché le pareti delle torri saranno “vestite” con enormi gigantografie mentre il parco intorno al castello sarà invaso da sculture di grandi dimensioni ed arricchito da un intervento nostalgico dell’artista che ha trasformato la (sua) storica Fiat 500 in scultura monumentale. Nelle sale interne del castello verranno collocate opere tendenti a documentare in modo antologico il percorso dell’artista, includendo nell’allestimento l’installazione presentata alla XLV Biennale di Venezia.
Da sempre dedito alla ricerca nell'ambito della comunicazione per immagini e nello studio delle relazioni tra i materiali, il segno, l'espressione grafica e delle emozioni che ne derivano nell'approccio visivo, Santorossi ha cominciato – verso la metà degli anni 80 – a sperimentare una nuova tecnica espressiva legata alle proprietà di uno speciale materiale plastico e all’uso di supporti ed accessori propri della produzione industriale: ne è scaturito un linguaggio incisivo e del tutto inedito che ha perfezionato in una lunga serie di applicazioni a temi seriali. Negli anni 90, ha poi approfondito la dimensione concettuale del lavoro, con particolare riferimento ai rapporti tra immagine, didascalia e la loro interpretazione. Attualmente l’artista sta conducendo una profonda ricerca sulla comunicazione di massa ed i suoi riflessi sull’individuo attuando una sorta di pulizia delle immagini da essa proposte, immagini inessenziali e straripanti di stereotipi visivi. Attraverso questa operazione egli le ripropone semplificate ed arricchite di rinnovati significati.
19
aprile 2008
Santorossi – EgoLogo
Dal 19 aprile al 09 novembre 2008
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI PERGINE
Pergine Valsugana, Via Al Castello, 10, (Trento)
Pergine Valsugana, Via Al Castello, 10, (Trento)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 10 fino alle 22.00; lunedì dalle 17.00 alle 22.00
Vernissage
19 Aprile 2008, ore 17 con buffet e spettacolo
Ufficio stampa
CULTURALIA
Autore
Curatore