Sara Conestabo (Trieste 1988), cresciuta tra tele ed artisti, ha sapientemente dribblato una “impegnativa” figura
del padre, prolifico pittore ed operatore culturale, riuscendo a sviluppare un proprio originale discorso artistico,
che trae forza dalle vissute esperienze, senza per questo farsi travolgere o limitare. Le sue opere, intrise di un
colore gioioso e vitale, ben testimoniano il percorso intrapreso: la sua è una rilettura della Storia dell’Arte, vista
con gli occhi delle nuove generazioni, attraverso i quali il classicismo si sposa senza attriti con l’avanguardia e la
citazione colta può anche fare gioco ad una leggera ironia. I colori si depositano sul supporto di carta, ma anche
sulla stoffa, ora a tocchi guizzanti e leggeri, ora addensandosi in piccole aree, fulcri circoscritti in cui sembrano
concentrarsi ed acquistare forza, fantasia ed emozioni che scaturiscono dall’artista. Nelle composizioni spirali e
griglie lasciano trapelare l’energia dei gialli, mentre le profondità dell’azzurro e dei blu attirano le pennellate più
istintuali. Dalle prime opere del 2006, fino alle più recenti, possiamo notare l’evoluzione e la progressiva sicurezza
gestuale e compositiva: prove queste, più che indizi, di un cammino destinato ad ampliarsi ed arricchirsi negli anni

a venire.

Lorella Klun