“Gli animali di Polloni non si atteggiano, non fingono. Sono. Si manifestano oltre il velo dell’illusione, della vanità che ci avvolge. Sono integri. Commedianti senza le loro maschere.” (Nicoletta Zanella)



La GALLERIA SILVANO LODI & DUE, dal 22 novembre sino a tutto il mese di dicembre, presenta l’opera di Saverio Polloni (Milano, 1957) artista che ha fatto del cosmo animale il proprio ambito esclusivo di ricerca. Milano, Francia, Austria, Bruxelles, Londra, le Seichelles, Dubai sono alcuni dei luoghi dove ha esposto.



Polloni non è un artista da incasellare entro uno dei movimenti artistici degli anni recenti, come già alcuna critica ha tentato di fare. Gli animali di Polloni, infatti, presuppongono uno sguardo che vada al di là delle apparenze: ritratti, in un rapporto di grandezza naturale, attraverso pose teatrali debitrici della prospettiva barocca. Il boccascena diviene la linea che introduce lo sguardo nella dimensione dell’infinito, mediante atmosfere iridescenti: lo spazio che si crea è uno spazio altro. Entro questa nuova dimensione l’animale si atteggia regalmente, in un’ottica affine a quella delle raffigurazioni rinascimentali, guardandoci negli occhi, catturando “qualcosa del nostro sguardo umano per conservarlo intatto..” (Vladek Cwalinski).



I “Ritratti?” di Polloni, rivelano sin dal titolo la filosofia sottesa dell’artista, nella non riconoscibilità del soggetto: non quell’animale, ma un animale. Si spiegano in tal modo i titoli delle opere, codici neutri, in un invito ad una lettura oltre l’evidente. Ciò permette a noi di conferire significati e valenze ai soggetti dipinti, come già la sapienza della mitologia antica e i grandi pensatori della nostra civiltà hanno fatto.

E così l’immagine, l’animale, è depositario di differenti livelli di lettura.

Il punto interrogativo lascia la risposta libera ad ognuno: a noi attribuire l’essenza ad immagini e animali. Si presuppone uno sguardo mai scontato, che superi l’illusoria uniformità della superficie.