Savino Marseglia, fin dagli anni Settanta nella pratica creativa e performativa ha sempre manifestato un’ originale sensibilità ambientale, sia ricorrendo all’utilizzo di materiali naturali, quali fiori, alberi, radici, semi che trovano collocazione nelle cavità dell’asfalto catramoso o in terreni urbani abbandonati; sia attraverso l’impiego di animali o di forme espressive dal carattere performativo o relazionale; quindi fuori dalla produzione di oggetti per il famelico mercato dell’arte contemporanea. In questa azione urbana, mette in atto una caustica denuncia contro la cementificazione selvaggia del territorio e la speculazione immobiliare, aumentata in questi ultimi anni con la grave crisi dell’industria tessile pratese e con l’aggravarsi delle condizioni ambientali e sociali. Anche il dibattito culturale e politico è assente su questi specifiche problematiche. L’artista ha posto sempre al centro della propria creatività gli effetti devastanti della cementificazione sull’ambiente. Ha utilizzato ogni forma di attivismo culturale e politico finalizzato alla creazione di progetti ambientali e pratiche sostenibili di esperienze condivise con la collettività. In questo happening, utilizza un falco pellegrino, addomesticato alla caccia e lo fa sorvolare sul territorio di Prato, per segnalare dall’alto, ( in modo simbolico), ai cittadini la distruzione del proprio habitat naturale. La provocazione e la vocazione sperimentale, a cui l’artista si è sempre impegnato sul fronte della difesa dell’ambiente e della qualità del tessuto urbano lo stimola ad una costante ricerca di nuove modalità espressive di comunicazione, anche con mezzi spettacolari. L’utilizzo di un falco rappresenta un monito di considerare l’ambiente patrimonio di tutte le creature viventi. In questo senso l’artista amplifica la portata dell’evento con una valenza che si identifica con la volontà di introdurre un punto di vista naturale di cambiamento nei confronti delle risorse naturali con la singolarità dei modi e dei tempi della natura.