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Sculture nel Parco 2007
Sculture nel Parco è un progetto “in progress” che vede il costante arricchimento del Parco di Villa Manin con opere realizzate specificatamente per questo sito da artisti internazionali
Comunicato stampa
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Curated by / a cura di Francesco Bonami and Sarah Cosulich Canarutto
[ENG] A phone rings from a booth in the middle of the park; a merry-go-round slows down its movement and invites the visitor to savour the surrounding nature; a pyramid reproduces the mechanism of a watch while at the same time recalls a pre-colombian structure; and, finally, the outline of a giant hand frames the villa in perspective, trapping the central part of the building. These are the new installations specifically created for Villa Manin by, respectively, Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega and Piotr Uklanski, among the most recognized and spectacular artists of the contemporary scene.
Sculptures in the Park is a project in progress that regularly enriches the Park of Villa Manin with site specific works created by international artists. The idea, conceived in 2005 starting from the show Luna Park Fantastic Art, today presents 8 installations by Pawel Althamer, Michael Beutler, Alberto Garutti, Gabriel Orozco, Paola Pivi, Andreas Slominski, Rirkrit Tiravanija and Patrick Tuttofuoco.
At the same time of the project Sculptures in the Park, the large scale retrospective of the Japanese photographer Hiroshi Sugimoto continues until September, 30.
Il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin inaugura il 2 giugno 2007 quattro nuove spettacolari installazioni nel parco. Con il consolidato progetto Sculture nel Parco, che vede l’annuale arricchimento con opere site-specific realizzate da artisti internazionali, il Centro si propone di mantenere il legame con la storia della dimora dogale, rileggendo il contesto e intrecciandolo con l’arte dei nostri giorni. Questo stimolante dialogo tra passato e presente iniziato nel 2004 ha contribuito alla trasformazione del bellissimo parco di Villa Manin, antica residenza estiva dell’ultimo Doge di Venezia, in un luogo interattivo, dinamico e sorprendente.
I Progetti del 2007
Attraverso simboli ambigui, divertenti interazioni o spiazzanti intromissioni Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega e Piotr Uklanski contribuiscono a riaffermare la funzione principale del parco, creando delle originali installazioni che richiamano il valore del gioco nella quotidianità.
La coppia Elmgreen & Dragset trasfigura la percezione dello spazio e dell’architettura
pubblica con delle installazioni uniche e originali che mettono in discussione le aspettative quotidiane. Gli artisti berlinesi di adozione, noti per gli innumerevoli interventi in campo urbano, creano Ti sto pensando, una cabina telefonica che riserverà ai visitatori del parco una piacevole sorpresa.
Dopo il grande successo ottenuto alla Tate Modern di Londra con l’installazione di ripidi e velocissimi scivoli, Carsten Höller porta nel parco di Villa Manin una strabiliante giostra che induce lo spettatore a riflettere sulla percezione del reale. Appositamente modificata, la giostra permette un’atipica osservazione della natura.
Uno spaesamento è provocato dalle installazioni del messicano Damian Ortega, che volge il suo interesse ad oggetti di uso quotidiano, mutandone significato e funzione. Ortega, famoso per il maggiolone “esploso” presentato alla 50. Biennale di Venezia del 2003, costruisce nel parco di Villa Manin Armazon de Ensamble, gigante meccanismo di un orologio, incorporato in una piramide percorribile dai visitatori, che diventa così un modo per entrare letteralmente nei meccanismi del tempo.
Infine, l’artista polacco Piotr Uklanski, noto per le sue opere equivoche ed audaci, presenta nel cortile d’onore della villa la sagoma di una mano gigante che abbraccia scenograficamente la facciata dell’edificio, dando vita ad un’immagine ambigua che nella sua teatralità permette diverse chiavi di lettura. Uklanski adotta l’iconografia culturale, politica e sociale contemporanea per evidenziarne in modo ironico i controsensi e i paradossi.
Le nuove sculture si uniscono a quelle già presenti nel parco dando la possibilità ai visitatori di incontrare e interagire in modo sempre diverso con l’arte contemporanea, scoprendo come essa sia così profondamente vicina alla realtà di tutti. Le opere nel Parco di Villa Manin alternano infatti divertimento e relax, osservazione e partecipazione, ristoro e riflessione, disorientamento e ricreazione. Se in passato il parco era un luogo di contemplazione della natura, oggi vuole essere un punto di incontro, un luogo di relazioni tra arte e paesaggio. Le opere dialogano con il contesto che le ospita e, al tempo stesso, danno vita ad un percorso che trasforma il gioco in esperienza.
LE ALTRE SCULTURE NEL PARCO
Il Parco Sculture di Villa Manin è animato anche dalle diverse installazioni realizzate negli anni passati, tanti sorprendenti progetti che coinvolgono lo sguardo, il corpo e il pensiero del visitatore.
I Progetti del 2006
Con l'installazione The House Paweł Althamer esplora una delle aree più remote del parco recuperando una casetta abbandonata, semi nascosta dalla folta vegetazione che diventa così un luogo magico e racconta a ciascuno una storia diversa. Manin City, lo spettacolare labirinto di Michael Beutler, si relaziona con l'antica tradizione dei giardini-labirinto e dialoga in modo giocoso con l'architettura barocca del complesso e con la natura del luogo.
I Progetti del 2005
Facendoci rotolare su uno scivolo d’erba, Paola Pivi ci ubriaca dell’ebbrezza della natura.
Per mezzo di una coloratissima panchina di gruppo, Patrick Tuttofuoco ci unisce
fisicamente nell’osservazione del paesaggio. Rirkrit Tiravanija ci accoglie con un espresso
nella sua casa del tè, incorporando in un cubo capovolto la lentezza della tradizione orientale con la velocità della vita occidentale. Nella sua gabbia colorata Alberto Garutti
lascia che la natura cresca liberamente mentre l’uomo non può far altro che osservarla e
“invidiarla” dall’esterno. Sorpresa e imprevisto sono gli effetti del lavoro di Andreas Slominski che, con un intervento sottile ed ironico, modifica la direzione di un sentiero e ci obbliga a guardare il parco da un altro punto di vista. Gioco di “Go” in versione gigante, l’opera di Gabriel Orozco diviene il simbolo del concetto di gioco come libertà di pensiero
e movimento, come un’esperienza non soggetta a limiti o imposizioni ma aperta
all’imprevisto, all’immaginazione e al caso.
Altri artisti che in passato hanno esposto le loro opere nel parco di Villa Manin:
A12, Petra Blaisse, Cliostraat, Jeppe Hein, Tobias Rehberger, Tomas Saraceno, Monika
Sosnowska.
[ENG] A phone rings from a booth in the middle of the park; a merry-go-round slows down its movement and invites the visitor to savour the surrounding nature; a pyramid reproduces the mechanism of a watch while at the same time recalls a pre-colombian structure; and, finally, the outline of a giant hand frames the villa in perspective, trapping the central part of the building. These are the new installations specifically created for Villa Manin by, respectively, Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega and Piotr Uklanski, among the most recognized and spectacular artists of the contemporary scene.
Sculptures in the Park is a project in progress that regularly enriches the Park of Villa Manin with site specific works created by international artists. The idea, conceived in 2005 starting from the show Luna Park Fantastic Art, today presents 8 installations by Pawel Althamer, Michael Beutler, Alberto Garutti, Gabriel Orozco, Paola Pivi, Andreas Slominski, Rirkrit Tiravanija and Patrick Tuttofuoco.
At the same time of the project Sculptures in the Park, the large scale retrospective of the Japanese photographer Hiroshi Sugimoto continues until September, 30.
Il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin inaugura il 2 giugno 2007 quattro nuove spettacolari installazioni nel parco. Con il consolidato progetto Sculture nel Parco, che vede l’annuale arricchimento con opere site-specific realizzate da artisti internazionali, il Centro si propone di mantenere il legame con la storia della dimora dogale, rileggendo il contesto e intrecciandolo con l’arte dei nostri giorni. Questo stimolante dialogo tra passato e presente iniziato nel 2004 ha contribuito alla trasformazione del bellissimo parco di Villa Manin, antica residenza estiva dell’ultimo Doge di Venezia, in un luogo interattivo, dinamico e sorprendente.
I Progetti del 2007
Attraverso simboli ambigui, divertenti interazioni o spiazzanti intromissioni Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega e Piotr Uklanski contribuiscono a riaffermare la funzione principale del parco, creando delle originali installazioni che richiamano il valore del gioco nella quotidianità.
La coppia Elmgreen & Dragset trasfigura la percezione dello spazio e dell’architettura
pubblica con delle installazioni uniche e originali che mettono in discussione le aspettative quotidiane. Gli artisti berlinesi di adozione, noti per gli innumerevoli interventi in campo urbano, creano Ti sto pensando, una cabina telefonica che riserverà ai visitatori del parco una piacevole sorpresa.
Dopo il grande successo ottenuto alla Tate Modern di Londra con l’installazione di ripidi e velocissimi scivoli, Carsten Höller porta nel parco di Villa Manin una strabiliante giostra che induce lo spettatore a riflettere sulla percezione del reale. Appositamente modificata, la giostra permette un’atipica osservazione della natura.
Uno spaesamento è provocato dalle installazioni del messicano Damian Ortega, che volge il suo interesse ad oggetti di uso quotidiano, mutandone significato e funzione. Ortega, famoso per il maggiolone “esploso” presentato alla 50. Biennale di Venezia del 2003, costruisce nel parco di Villa Manin Armazon de Ensamble, gigante meccanismo di un orologio, incorporato in una piramide percorribile dai visitatori, che diventa così un modo per entrare letteralmente nei meccanismi del tempo.
Infine, l’artista polacco Piotr Uklanski, noto per le sue opere equivoche ed audaci, presenta nel cortile d’onore della villa la sagoma di una mano gigante che abbraccia scenograficamente la facciata dell’edificio, dando vita ad un’immagine ambigua che nella sua teatralità permette diverse chiavi di lettura. Uklanski adotta l’iconografia culturale, politica e sociale contemporanea per evidenziarne in modo ironico i controsensi e i paradossi.
Le nuove sculture si uniscono a quelle già presenti nel parco dando la possibilità ai visitatori di incontrare e interagire in modo sempre diverso con l’arte contemporanea, scoprendo come essa sia così profondamente vicina alla realtà di tutti. Le opere nel Parco di Villa Manin alternano infatti divertimento e relax, osservazione e partecipazione, ristoro e riflessione, disorientamento e ricreazione. Se in passato il parco era un luogo di contemplazione della natura, oggi vuole essere un punto di incontro, un luogo di relazioni tra arte e paesaggio. Le opere dialogano con il contesto che le ospita e, al tempo stesso, danno vita ad un percorso che trasforma il gioco in esperienza.
LE ALTRE SCULTURE NEL PARCO
Il Parco Sculture di Villa Manin è animato anche dalle diverse installazioni realizzate negli anni passati, tanti sorprendenti progetti che coinvolgono lo sguardo, il corpo e il pensiero del visitatore.
I Progetti del 2006
Con l'installazione The House Paweł Althamer esplora una delle aree più remote del parco recuperando una casetta abbandonata, semi nascosta dalla folta vegetazione che diventa così un luogo magico e racconta a ciascuno una storia diversa. Manin City, lo spettacolare labirinto di Michael Beutler, si relaziona con l'antica tradizione dei giardini-labirinto e dialoga in modo giocoso con l'architettura barocca del complesso e con la natura del luogo.
I Progetti del 2005
Facendoci rotolare su uno scivolo d’erba, Paola Pivi ci ubriaca dell’ebbrezza della natura.
Per mezzo di una coloratissima panchina di gruppo, Patrick Tuttofuoco ci unisce
fisicamente nell’osservazione del paesaggio. Rirkrit Tiravanija ci accoglie con un espresso
nella sua casa del tè, incorporando in un cubo capovolto la lentezza della tradizione orientale con la velocità della vita occidentale. Nella sua gabbia colorata Alberto Garutti
lascia che la natura cresca liberamente mentre l’uomo non può far altro che osservarla e
“invidiarla” dall’esterno. Sorpresa e imprevisto sono gli effetti del lavoro di Andreas Slominski che, con un intervento sottile ed ironico, modifica la direzione di un sentiero e ci obbliga a guardare il parco da un altro punto di vista. Gioco di “Go” in versione gigante, l’opera di Gabriel Orozco diviene il simbolo del concetto di gioco come libertà di pensiero
e movimento, come un’esperienza non soggetta a limiti o imposizioni ma aperta
all’imprevisto, all’immaginazione e al caso.
Altri artisti che in passato hanno esposto le loro opere nel parco di Villa Manin:
A12, Petra Blaisse, Cliostraat, Jeppe Hein, Tobias Rehberger, Tomas Saraceno, Monika
Sosnowska.
31
maggio 2007
Sculture nel Parco 2007
31 maggio 2007
arte contemporanea
Location
VILLA MANIN DI PASSARIANO
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Vernissage
31 Maggio 2007, ore 20.15 su invito
Autore
Curatore