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Seboo Migone – So many forgotten sunset
La Galleria Alessandra Bonomo è lieta di presentare So Many Forgotten Sunsets, la prima personale di Seboo Migone. La mostra propone una selezione di opere ad olio su tela, ritratti ad olio su tavola e un’antologia di disegni, paesaggi e autoritratti a matita e carboncino.
Comunicato stampa
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La Galleria Alessandra Bonomo è lieta di presentare So Many Forgotten Sunsets, la prima personale di Seboo Migone. La mostra propone una selezione di opere ad olio su tela, ritratti ad olio su tavola e un’antologia di disegni, paesaggi e autoritratti a matita e carboncino.
Il linguaggio pittorico dell’artista è denso e stratificato. Come all’interno di un romanzo, il desiderio di raccontare storie e stati d’animo trapela in tutta la sua sincerità dai grandi dipinti su tela.
L’artista si unisce agli spazi naturali attraverso una metamorfosi, dando forma ad una sorta di terreno vago in cui processi mentali si sposano con paesaggi interni ed esterni e la geografia si fonde con la psiche (Alan Jones, 2010).
La natura è celebrata, ma anche occultata, preferendo alla semplice visione oculare un’esperienza fisica di una terza dimensione in cui si assiste ad un continuo scambio di ruoli fra chi guarda e chi è guardato.
L’uso del colore rivela influenze provenienti dall’espressionismo astratto newyorkese: Mark Rothko, Philip Guston e la sua abilità di dare voce ad una mediazione fra lo spontaneo e lo studiato, il primitivo e il sofisticato, sono riferimenti essenziali per la pittura di Seboo Migone; anche la stagione della pittura francese di primo Novecento attraverso Van Gogh, Gaugin, Pierre Bonnard, Munch e André Derain gioca un ruolo di primo piano nell’elaborazione del suo stile.
Se i soggetti dei quadri non sono mai prestabiliti, ma nascono sempre da un’assenza di certezze, gli autoritratti e i paesaggi sono come una finestra che può essere aperta per lasciar entrare qualcos’altro, rivelando un’idea mutevole e sfuggente del concetto di identità. I dipinti e i disegni sono immaginati come fonti di luce interna, come schermi. Nei disegni a carboncino l’obiettivo è ritrovare il calore del tono della carta.
Ad occhi chiusi o aperti l’artista cerca quel momento in cui la stretta sui suoi soggetti si allenta.
Bio
Seboo Migone è nato a Roma nel 1968. Diplomatosi alla Wimbledon School of Art nel 1992, oggi vive e lavora a Roma e in Val d’Orcia. Nel corso della sua carriera ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, esponendo a New York, Gibellina, Londra e Roma. 6 personali, Castelluccio di Pienza, curata da Plinio de Martiis (1997); New York Paintings, Earl McGrath Gallery, New York (2000); One year work, Granaio della Foce (2001); New paintings, Earl McGrath Gallery, New York (2002); Laboratorio, Fondazione Orestiadi, Gibellina (2002); At wood’s edge, T.1+2 Gallery, Londra (2008); Carta d’identità degli stati d’animo, Fondazione Pastificio Cerere, curata da Alan Jones (2010); What the mountain hides, Festival euromediterraneo di Altomonte (2008); Solitary Joys, Palazzo Morelli, Todi (2011); Studio Angeletti (2012); Biografie Visionarie, Wunderkammern, Roma (2012); Misteriosi movimenti a Monte Savello, Palazzo Orsini, Roma (2013).
Il linguaggio pittorico dell’artista è denso e stratificato. Come all’interno di un romanzo, il desiderio di raccontare storie e stati d’animo trapela in tutta la sua sincerità dai grandi dipinti su tela.
L’artista si unisce agli spazi naturali attraverso una metamorfosi, dando forma ad una sorta di terreno vago in cui processi mentali si sposano con paesaggi interni ed esterni e la geografia si fonde con la psiche (Alan Jones, 2010).
La natura è celebrata, ma anche occultata, preferendo alla semplice visione oculare un’esperienza fisica di una terza dimensione in cui si assiste ad un continuo scambio di ruoli fra chi guarda e chi è guardato.
L’uso del colore rivela influenze provenienti dall’espressionismo astratto newyorkese: Mark Rothko, Philip Guston e la sua abilità di dare voce ad una mediazione fra lo spontaneo e lo studiato, il primitivo e il sofisticato, sono riferimenti essenziali per la pittura di Seboo Migone; anche la stagione della pittura francese di primo Novecento attraverso Van Gogh, Gaugin, Pierre Bonnard, Munch e André Derain gioca un ruolo di primo piano nell’elaborazione del suo stile.
Se i soggetti dei quadri non sono mai prestabiliti, ma nascono sempre da un’assenza di certezze, gli autoritratti e i paesaggi sono come una finestra che può essere aperta per lasciar entrare qualcos’altro, rivelando un’idea mutevole e sfuggente del concetto di identità. I dipinti e i disegni sono immaginati come fonti di luce interna, come schermi. Nei disegni a carboncino l’obiettivo è ritrovare il calore del tono della carta.
Ad occhi chiusi o aperti l’artista cerca quel momento in cui la stretta sui suoi soggetti si allenta.
Bio
Seboo Migone è nato a Roma nel 1968. Diplomatosi alla Wimbledon School of Art nel 1992, oggi vive e lavora a Roma e in Val d’Orcia. Nel corso della sua carriera ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, esponendo a New York, Gibellina, Londra e Roma. 6 personali, Castelluccio di Pienza, curata da Plinio de Martiis (1997); New York Paintings, Earl McGrath Gallery, New York (2000); One year work, Granaio della Foce (2001); New paintings, Earl McGrath Gallery, New York (2002); Laboratorio, Fondazione Orestiadi, Gibellina (2002); At wood’s edge, T.1+2 Gallery, Londra (2008); Carta d’identità degli stati d’animo, Fondazione Pastificio Cerere, curata da Alan Jones (2010); What the mountain hides, Festival euromediterraneo di Altomonte (2008); Solitary Joys, Palazzo Morelli, Todi (2011); Studio Angeletti (2012); Biografie Visionarie, Wunderkammern, Roma (2012); Misteriosi movimenti a Monte Savello, Palazzo Orsini, Roma (2013).
10
novembre 2021
Seboo Migone – So many forgotten sunset
Dal 10 novembre 2021 al 17 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALESSANDRA BONOMO
Roma, Via del Gesù, 62, (Roma)
Roma, Via del Gesù, 62, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 11:30 - 18:30
Autore