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Segni e forme
Un appuntamento con l’arte organizzato congiuntamente dalle associazioni “Art-Art Impruneta” e “Athena Spazio Arte Suvereto-Piombino”. Presenta Elena Capone
Comunicato stampa
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“Segni e Forme” si manifestano, nella riduzione all’essenza di un ritratto già evocativo del contemporaneo, nella doppia personale degli artisti Marcello Scarselli e Massimo Villani in corso dall’8 al 16 maggio 2010, presso la galleria espositiva IAC - Impruneta Arte Contemporanea, in via della Croce 41 a Impruneta (FI), per un appuntamento con l’arte organizzato congiuntamente dalle associazioni “Art-Art” e “Athena Spazio Arte”.
Gestualità e ragione, in uno spazio “troppo” aperto, scandito dal tempo, dalla memoria, dove nell’attesa, nell’introspezione, nel silenzio riequilibrante e nel ricordo, ambienti neo-arcaici, fra la joie de vivre e i tormenti dell’anima, sono sublimati in un messaggio di efficace sintesi, trasversale alle epoche: è il segno, la cifra, la forma plastica di Marcello Scarselli, ricercatore instancabile delle linee, delle composizioni e del colore, nell’espressività libera primordiale, che riscopre la calma e l’eleganza minimalista nell’irruento e produttivo moto del graffito, nel cortocircuito di meditato e gestuale, che apre l’enigma del contemporaneo.
Le sculture e le tavole pittoriche e para-pittoriche, aprono la scena di una figurazione che “si perde” in libertà, nell’astrazione progressiva di lavori fortemente “areati” che imprigionano una luce di misteriosa provenienza, nella raffinata tecnica mista che si avvale delle polveri di cemento, degli stucchi, di materiali porosi vari, dove si stratificano allegorie spesso ermetiche, in un dialogo in profondità tra il racconto umano, eterno e ciclico, e la sua traccia sfumata e sfuggevole, impressa attraverso i substrati materici suggestionati e precipitati dall’ambiente naturale e dallo scenario urbano, metropolitano o neo-romantico.
Un viaggio dall’individuale all’universale, la linea di Modì, la multivisione picassiana, l’ambiente analitico di Mirò, in fiabe sensuali eterne ed icone dell’infanzia, la ripetizione di significato di veneri primordiali, di volti, elementi marini, rimandi storici che giocano con la circolarità del tempo, in uno spazio fatto di gradazioni tenui, o cromie più violente e calde, le suggestioni mediterranee, ridotte ad un segno reiterato e ricorrente, che prende forza dalla sua stessa successiva semplificazione, fino ai timbri in bianco e nero, memori del fotogramma d’autore, ricostruito lungo i rivoli sconosciuti e aperti di una “nuova era rupestre”, intuita dopo il moderno.
Pittore, scultore e disegnatore, nato a Santa Maria a Monte (PI) nel 1953, Marcello Scarselli attualmente risiede e svolge la sua attività di indagine espressiva, nella cittadina di Bientina, nel pisano. Dagli anni novanta ha esposto in sedi italiane ed internazionali, tra cui le più recenti, nella sede della galleria “Officina dell'Arte”, nell’ottobre 2007 a Roma, la personale “Il Segno”, a Volterra (PI), nel giugno 2008, la personale “La mia Terra”, al Palazzo Pretorio di Campiglia Marittima, alla fine del 2009. Si annoverano inoltre, anche mostre nel Nord Europa: a Parigi nel 2004, e a Nizza, Bruxelles e Monaco di Baviera nel corso del 2008.
Attraverso un rapporto in profondità, radicale e di scambio, con la materia, fra tagli di luce e ombre, incombenti e narranti forme plastiche introspettive, gruppi dinamici stilizzati, le opere di Massimo Villani, dai marmi, ai gessi, al cemento, al legno, agli alabastri, raccontano di ambienti interiori o di spaccati di vita relazionale, dove il corpo, i frammenti di mare, i busti, si fanno narrazione e indagine, rappresentativa ed evocativa, dei movimenti dell’anima, nel nuovo “volto” tettonico che riconcilia con potenza ed immaginazione attiva, l’Uomo alla sua terra.
L’azione in levare, nella scoperta di un “rimosso” scultoreo, levigato o solo volutamente sbozzato, graffiato e manipolato in trasfigurazione espressionista, ma dall’equilibrio interno atipico ed enigmatico, rivela il femminile ed il maschile dall’identità incerta, verso una universalità in continua trasformazione, da una scultura ad un'altra, dalla massa corporale che si trasforma, ora gentilmente, ora dolorosamente, a contatto diretto con l’esperienza inevitabile dell’infinto.
Tensioni cinetiche nella ricerca di nuovi equilibri, l’Io e le certezze esistenziali che modificano e sono modificati a loro volta dalla fisicità esterna, i passaggi della memoria, resi con originali piani improbabili che interessano e rivelano, le oscillazioni ripide del Sé, nelle prospettive interne, costruite dalla dialettica di libertà e costrizione, di vita e non vita, pietra e azione, materia e spirito.
Dopo Martini, Marino e Manzù, le urgenze psicologiche e le determinazioni ambientali, si confrontano e incontrano in una nuova poesia scarna, che dimentica il tempo e testimonia ancora il manifestarsi dell’andamento fragile e sofferto, nei mille volti di timida felicità, di energie sconosciute e di sublimate solitudini, che testimoniano ancora della vita.
Massimo Villani, nato a Cecina (LI) nel 1959, si forma all'Istituto Statale d'Arte di Volterra, dove è allievo di Mino Trafeli e di Dolfo, e all'Accademia di Belle Arti di Firenze, con Franco Franchi. Scultore professore a Volterra, Grosseto e a Pisa, conta importanti installazioni pubbliche, in siti e sedi nazionali ed estere, rassegne nazionali e mostre personali, altre all’assegnazione, nel 1985, del “Premio della Banca Mercantile Italiana”, con successiva personale a Palazzo Strozzi.
Elena Capone
Gestualità e ragione, in uno spazio “troppo” aperto, scandito dal tempo, dalla memoria, dove nell’attesa, nell’introspezione, nel silenzio riequilibrante e nel ricordo, ambienti neo-arcaici, fra la joie de vivre e i tormenti dell’anima, sono sublimati in un messaggio di efficace sintesi, trasversale alle epoche: è il segno, la cifra, la forma plastica di Marcello Scarselli, ricercatore instancabile delle linee, delle composizioni e del colore, nell’espressività libera primordiale, che riscopre la calma e l’eleganza minimalista nell’irruento e produttivo moto del graffito, nel cortocircuito di meditato e gestuale, che apre l’enigma del contemporaneo.
Le sculture e le tavole pittoriche e para-pittoriche, aprono la scena di una figurazione che “si perde” in libertà, nell’astrazione progressiva di lavori fortemente “areati” che imprigionano una luce di misteriosa provenienza, nella raffinata tecnica mista che si avvale delle polveri di cemento, degli stucchi, di materiali porosi vari, dove si stratificano allegorie spesso ermetiche, in un dialogo in profondità tra il racconto umano, eterno e ciclico, e la sua traccia sfumata e sfuggevole, impressa attraverso i substrati materici suggestionati e precipitati dall’ambiente naturale e dallo scenario urbano, metropolitano o neo-romantico.
Un viaggio dall’individuale all’universale, la linea di Modì, la multivisione picassiana, l’ambiente analitico di Mirò, in fiabe sensuali eterne ed icone dell’infanzia, la ripetizione di significato di veneri primordiali, di volti, elementi marini, rimandi storici che giocano con la circolarità del tempo, in uno spazio fatto di gradazioni tenui, o cromie più violente e calde, le suggestioni mediterranee, ridotte ad un segno reiterato e ricorrente, che prende forza dalla sua stessa successiva semplificazione, fino ai timbri in bianco e nero, memori del fotogramma d’autore, ricostruito lungo i rivoli sconosciuti e aperti di una “nuova era rupestre”, intuita dopo il moderno.
Pittore, scultore e disegnatore, nato a Santa Maria a Monte (PI) nel 1953, Marcello Scarselli attualmente risiede e svolge la sua attività di indagine espressiva, nella cittadina di Bientina, nel pisano. Dagli anni novanta ha esposto in sedi italiane ed internazionali, tra cui le più recenti, nella sede della galleria “Officina dell'Arte”, nell’ottobre 2007 a Roma, la personale “Il Segno”, a Volterra (PI), nel giugno 2008, la personale “La mia Terra”, al Palazzo Pretorio di Campiglia Marittima, alla fine del 2009. Si annoverano inoltre, anche mostre nel Nord Europa: a Parigi nel 2004, e a Nizza, Bruxelles e Monaco di Baviera nel corso del 2008.
Attraverso un rapporto in profondità, radicale e di scambio, con la materia, fra tagli di luce e ombre, incombenti e narranti forme plastiche introspettive, gruppi dinamici stilizzati, le opere di Massimo Villani, dai marmi, ai gessi, al cemento, al legno, agli alabastri, raccontano di ambienti interiori o di spaccati di vita relazionale, dove il corpo, i frammenti di mare, i busti, si fanno narrazione e indagine, rappresentativa ed evocativa, dei movimenti dell’anima, nel nuovo “volto” tettonico che riconcilia con potenza ed immaginazione attiva, l’Uomo alla sua terra.
L’azione in levare, nella scoperta di un “rimosso” scultoreo, levigato o solo volutamente sbozzato, graffiato e manipolato in trasfigurazione espressionista, ma dall’equilibrio interno atipico ed enigmatico, rivela il femminile ed il maschile dall’identità incerta, verso una universalità in continua trasformazione, da una scultura ad un'altra, dalla massa corporale che si trasforma, ora gentilmente, ora dolorosamente, a contatto diretto con l’esperienza inevitabile dell’infinto.
Tensioni cinetiche nella ricerca di nuovi equilibri, l’Io e le certezze esistenziali che modificano e sono modificati a loro volta dalla fisicità esterna, i passaggi della memoria, resi con originali piani improbabili che interessano e rivelano, le oscillazioni ripide del Sé, nelle prospettive interne, costruite dalla dialettica di libertà e costrizione, di vita e non vita, pietra e azione, materia e spirito.
Dopo Martini, Marino e Manzù, le urgenze psicologiche e le determinazioni ambientali, si confrontano e incontrano in una nuova poesia scarna, che dimentica il tempo e testimonia ancora il manifestarsi dell’andamento fragile e sofferto, nei mille volti di timida felicità, di energie sconosciute e di sublimate solitudini, che testimoniano ancora della vita.
Massimo Villani, nato a Cecina (LI) nel 1959, si forma all'Istituto Statale d'Arte di Volterra, dove è allievo di Mino Trafeli e di Dolfo, e all'Accademia di Belle Arti di Firenze, con Franco Franchi. Scultore professore a Volterra, Grosseto e a Pisa, conta importanti installazioni pubbliche, in siti e sedi nazionali ed estere, rassegne nazionali e mostre personali, altre all’assegnazione, nel 1985, del “Premio della Banca Mercantile Italiana”, con successiva personale a Palazzo Strozzi.
Elena Capone
08
maggio 2010
Segni e forme
Dall'otto al 16 maggio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA IAC – IMPRUNETA ARTE CONTEMPORANEA
Impruneta, Via Croce, 41, (Firenze)
Impruneta, Via Croce, 41, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 16.30 - 19.30
Vernissage
8 Maggio 2010, ore 18.00
Autore