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Semerani e Tamaro Architetti Associati
La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilità o di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura
dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto
la propria attività a partire dal 1958.
Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per
la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti,
entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività
parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati
chiamati a ricoprire incarichi di responsabilità o di insegnamento importanti momenti di dibattito,
strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie)
si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di
controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine
sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole,
ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo avere essere stati esposti in Italia e all’estero, i
modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in
occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato
da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta
da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli
anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta
nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel
progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto
per la riorganizzazione della direttrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione,
ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N. Rogers, la capacità realizzativa dello studio di
architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai
SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la
lettura fotografica che Mario Bonfante, architetto e scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti
modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una
progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è
meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
Semerani e Tamaro Architetti Associati
Venezia, Dorsoduro, 2196, (Venezia)