Sergio Maria Calatroni, Santa Giuletta, Pavia 1951. Vive e lavora a Tokyo, Milano, Marrakech. Ha esposto nei principali musei in Italia e all’estero. E’ stato fondatore del gruppo Zeus. Per Shiseido ha disegnato la linea di cosmetici e il packaging United e Stephan Marais. Professore invitato di Museografia all’Università Statale The University of Tokyo, all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Sergio Maria Calatroni Japan Work Shop Project è una scuola portatile che organizza conferenze e seminari in Giappone, inaugurata nel 2011.
Artista, architetto, designer, fotografo, insegnante, Sergio Maria Calatroni da oltre quarant’anni si confronta con varie discipline artistiche. La sua opera si caratterizza per l’incontro e la sintesi tra le varie culture del progetto.

Massimo Mariani architetto e designer nasce nel 1951 in provincia di Pistoia.
Si laurea nel 1977 alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove per molti anni ha condotto ricerche e insegnato. Nel 1980 fonda con Alberto Casciani lo studio Stilema per la progettazione e la produzione di oggetti e mobili sperimentali.
Nel 1986, con un folto gruppo di architetti, partecipa alla nascita del Bolidismo.
A partire dal 1990 realizza molti lavori di Interior design e architettura: case private, progetti per sedi e filiali toscane del Credito Cooperativo.
Tra i progetti più recenti si ricordano: Casa Viviani a Empoli (2006/2009), la Casa del Collezionista a Firenze (2008/2010), la sede della Cabel Industry a Empoli (2004/2008), il Museo Benozzo Gozzoli a Castelfiorentino (2004/2009).
Sono in corso di realizzazione la nuova sede direzionale della Banca di Pisa e Fornacette, la nuova sede operativa della BCC di Cambiano a Firenze e la sede direzionale della stessa banca a Castelfiorentino
Il suo lavoro si muove lungo una strada ibrida, fatta di contaminazioni, intrecci disciplinari e rivolta al superamento delle specializzazioni.
La filosofia progettuale può riassumersi nella frase: IRONIA, COLORE, CUORE... AMORE .

“Vis-AVis.Vigilia del ritratto”.
Ancora ritratti.Oppure l’infanzia del ritratto.Del volto si sa sempre troppo poco. Ci vorrebbe Shakespeare e forse non basta. La varietà delle espressioni gli stati d’animo, gl’occhi, le labbra, profili. Il viso sfugge. E’ uno spettacolo di infinite repliche tutte sempre uniche. Sereni ricordi di volti amati oltre i labilissimi bordi dell’amore. Quello che appare scompare su di un viso.
Figuriamoci che fatica catturare i contorni di creature senza posa.