L’omaggio di Firenzeart Gallery a Sergio Scatizzi è ricco di opere storiche (dagli anni '40 agli anni '60), nature morte, paesaggi e fiori. L’anima materica del grande artista si riflette nelle terre corpose e calde, che imprimono un secco confine al cielo mentre le case si arrampicano sulle colline stese a spesse e dense pennellate di terre ocra, serpentino, oro e bronzo.
I fiori recisi si offrono da un vaso d’argento – potremo offrirlo a Perseo per farne un nuovo scudo lucente - quei fiori viene voglia di appuntarli su una giacca, di metterli tra i capelli dell’amata tanto profumano di primavera e mare e nuova stagione: epifania di bellezza di fronte a tanta sapienza nella stesura del corpo pittorirco.
L’Arno è ancora d’argento alle Sieci, sembra di poterci pattinare, su questa lastra ghiacciata dove specchiarsi e dove la natura – dai corposi plastici volumi – si scosta, indietreggia, sobbalza per lasciarlo passare e timida e incredula una barchetta attende il proprio turno, mentre i paesaggi dorati e le marine cerulee svelano tutta la matericità dei loro orizzonti.
Giulia Bacci
