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Silvia Fiorentino – Velvet
artista eclettica ed estrosa che fa del corpo umano il centro del suo lavoro
Comunicato stampa
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Pochi pezzi, molto intensi, nei quali il corpo diventa paesaggio, e il paesaggio segno, somma di segni e sensazioni. Fotografia, luce, scrittura, materia riunite in un lavoro che esplora la condizione umana, dove il corpo è elemento narrativo, quello che riporta sempre a se stessi, le cui forme sono, al contempo, paesaggio e velluto, velvet. Un lavoro che porta all’estremo il confine tra arte e vita per costruire dall’interno un luogo inimmaginabile, il luogo della vita, un luogo che sia un segno di poesia e di appartenenza.
In mostra tre grandi foto in bianco e nero (formato 139 x 50 x 10), un testo per ogni foto, e fra foto e testo un neon con luce diversa: blu, rossa e bianca naturale. Freddo. Caldo. Naturale. Come i tre racconti. Un racconto blu freddo. Un racconto rosso caldo. Un racconto naturale impossibile. Artista tanto estrosa quanto controversa, Silvia Fiorentino esplora così, con una sensibilità intensa ed acuta, i territori dell’umano, delle emozioni, del corpo.
"Il mio lavoro - dice Silvia Fiorentino - può prendere forme diverse: ambientali, installative, fotografia, pittura, scultura. Ma il centro rimane il corpo, inteso in senso ampio, come propagazione del sé, psiche. In questo caso è un lavoro di passaggio, utopico, idealista, che si potrebbe definire di cerniera, ovvero tanto di chiusura quanto di apertura. Un lavoro che svela la mia condizione umana: un modo di essere, per affermare con lucidità, per andare verso il nuovo, per usare il proprio simulacro come una magia, per dare senso e, contemporaneamente, cambiare. Fuori dall’evidente, dal tangibile e dalle facili etichette, un lavoro che afferma la bellezza del troppo umano e dell’utopia. Un lavoro che ha il coraggio di un viaggio ai limiti di alcune condizioni del vivere. Senza disdegnare la dolcezza, il togliersi dalla sicurezza di una definizione e il rimettersi ai bordi dove potere ricominciare inaspettatamente".
Milanese, trapiantata nelle Marche dove vive e lavora, architetto di formazione ma legata ai linguaggi delle nuove tecnologie e alle più contemporanee forme espressive, Silvia Fiorentino - esprimendosi con la scultura, la pittura, la scrittura, le installazioni di arte pubblica, al punto di fare dell’eclettismo un modo di essere - è da dieci anni protagonista in quel territorio multidisciplinare a cavallo tra arte, architettura e design che tanta importanza ha avuto ed ha nella creatività contemporanea. Ha partecipato, come co-fondatrice, all'esperienza progettuale del gruppo Branco di Milano, nonché alla costituzione del gruppo Sylvie & Bruno che fra i primi non solo in Italia ha riproposto un legame stretto tra narrazione scritta, suono e arte visiva. Recupero mnemonico, interpretazione dello spazio, uso dell’immagine come storia, emozione, poesia la sua arte, che utilizza i mezzi e linguaggi più svariati. Silvia Fiorentino è stata protagonista di numerose mostre collettive e personali in Italia, Germania e Stati Uniti, presso gallerie private, musei ed istituzioni pubbliche.
In mostra tre grandi foto in bianco e nero (formato 139 x 50 x 10), un testo per ogni foto, e fra foto e testo un neon con luce diversa: blu, rossa e bianca naturale. Freddo. Caldo. Naturale. Come i tre racconti. Un racconto blu freddo. Un racconto rosso caldo. Un racconto naturale impossibile. Artista tanto estrosa quanto controversa, Silvia Fiorentino esplora così, con una sensibilità intensa ed acuta, i territori dell’umano, delle emozioni, del corpo.
"Il mio lavoro - dice Silvia Fiorentino - può prendere forme diverse: ambientali, installative, fotografia, pittura, scultura. Ma il centro rimane il corpo, inteso in senso ampio, come propagazione del sé, psiche. In questo caso è un lavoro di passaggio, utopico, idealista, che si potrebbe definire di cerniera, ovvero tanto di chiusura quanto di apertura. Un lavoro che svela la mia condizione umana: un modo di essere, per affermare con lucidità, per andare verso il nuovo, per usare il proprio simulacro come una magia, per dare senso e, contemporaneamente, cambiare. Fuori dall’evidente, dal tangibile e dalle facili etichette, un lavoro che afferma la bellezza del troppo umano e dell’utopia. Un lavoro che ha il coraggio di un viaggio ai limiti di alcune condizioni del vivere. Senza disdegnare la dolcezza, il togliersi dalla sicurezza di una definizione e il rimettersi ai bordi dove potere ricominciare inaspettatamente".
Milanese, trapiantata nelle Marche dove vive e lavora, architetto di formazione ma legata ai linguaggi delle nuove tecnologie e alle più contemporanee forme espressive, Silvia Fiorentino - esprimendosi con la scultura, la pittura, la scrittura, le installazioni di arte pubblica, al punto di fare dell’eclettismo un modo di essere - è da dieci anni protagonista in quel territorio multidisciplinare a cavallo tra arte, architettura e design che tanta importanza ha avuto ed ha nella creatività contemporanea. Ha partecipato, come co-fondatrice, all'esperienza progettuale del gruppo Branco di Milano, nonché alla costituzione del gruppo Sylvie & Bruno che fra i primi non solo in Italia ha riproposto un legame stretto tra narrazione scritta, suono e arte visiva. Recupero mnemonico, interpretazione dello spazio, uso dell’immagine come storia, emozione, poesia la sua arte, che utilizza i mezzi e linguaggi più svariati. Silvia Fiorentino è stata protagonista di numerose mostre collettive e personali in Italia, Germania e Stati Uniti, presso gallerie private, musei ed istituzioni pubbliche.
22
aprile 2004
Silvia Fiorentino – Velvet
Dal 22 aprile al 13 giugno 2004
giovane arte
Location
DESIA
Bologna, Via Dell'inferno, 1/4, (Bologna)
Bologna, Via Dell'inferno, 1/4, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30.
Vernissage
22 Aprile 2004, 18.30