Ho conosciuto Silvia Ranchicchio per caso. A Todi per il festival, avevo visitato varie mostre tra cui Le Stanze di Eco. E’ li che vidi le opere di Silvia e mi colpirono per la loro originalità. Era insolito infatti vedere una produzione così atipica rispetto all’area tuderte. Sono opere, ceramiche, scatole e disegni, che si caratterizzano per la loro complessità. L’uso della ceramica in particolare, adottato oggi da molti, nelle mani di Silvia assume carattere concettuale.

Quando la conobbi, parlammo della possibilità di fare una mostra nella mia galleria. La sua proposta incontrò il mio favore, da cui ebbe luogo una prima piccola collettiva che intitolai Passe-Partout (Giugno – Luglio 2009).

Questa mostra, intitolata In Volo, è segnata da una serie di acquarelli, di sfere in terra cotta, e possiede un forte richiamo verso l’astrazione del volo.

Franklin Watts










Silvia Ranchicchio spiega così il suo lavoro:

Lascerò a te,

tiepido vento di primavera,

bolle di sapone che contengono la pesantezza dei miei sospiri.

Lascerò a te,

brezza marina di un caldo mezzogiorno d’estate,

i miei freddi ed oscuri pensieri

in trasparenti bolle di sapone.

Il riflesso di me su quelle bolle,

portalo via con te, fallo viaggiare via, lontano.

Fino all’alba di un giorno nuovo.

Fino ai confini del tempo e dello spazio.

Ed oltre ancora.

Silvia Ranchicchio