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Simona Caramelli / Monica Lundy – Dentro noi, fuori di noi
La mostra, a cura di Giuliana Benassi, vuole riflettere sulla portata umana della conquista legislativa di
Basaglia, presentando le opere di due artiste, Simona Caramelli e Monica Lundy, che in maniera diversa
abbracciano nella loro ricerca la tematica della follia nel suo aspetto esteriore e interiore, come luogo di
indagine del sé.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 27 settembre 2018, alle ore 18.00, presso L'ARCA – Laboratorio per le arti contemporanee di
Teramo si terrà l'inaugurazione della mostra Dentro di noi, fuori di noi, appuntamento artistico nell'ambito
della IV edizione di Follemente Festival che per tre giorni consecutivi (27-29 settembre) animerà la città di
Teramo con diversi appuntamenti culturali e scientifici sul tema della follia e di commemorazione del 40°
anniversario della legge Basaglia (1978).
La mostra, a cura di Giuliana Benassi, vuole riflettere sulla portata umana della conquista legislativa di
Basaglia, presentando le opere di due artiste, Simona Caramelli e Monica Lundy, che in maniera diversa
abbracciano nella loro ricerca la tematica della follia nel suo aspetto esteriore e interiore, come luogo di
indagine del sé.
Il titolo Dentro di noi, fuori di noi (estrapolato da una citazione di Franco Basaglia del 1974) indica una
misura precisa: l'essere umano; stabilisce le coordinate dentro-fuori in rapporto ad esso, ricordando una
spazialità interiore ed una esteriore come spazio di relazione a partire dal soggetto. Con questa chiave di
lettura, i linguaggi delle due artiste appaiono complementari: Simona Caramelli concepisce il lavoro come la
proiezione di un luogo interiore e al contempo altro, onirico o trascendente; Monica Lundy indaga l'aspetto
esteriore per narrare le profondità dell'animo.
> Simona Caramelli
BIO
(Pistoia, 1967) Vive e lavora a Roma.
Si è diplomata alla Bottega Teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman nel 1987. Ha
frequentato i laboratori diretti da Luca Ronconi negli anni ‘88/’92. E’ artista e attrice. Ha esposto in
diversi luoghi, istituzionali e non, tra questi ricordiamo: Eac, Artisti allo Specchio, Roma a cura di
Achille Bonito Oliva 2017; The Night Watch, Palazzo Storico Bizzarrini, Radicondoli, Siena 2016;
Until Next Morning, Fondazione Mudima, Milano a cura di Gianluca Ranzi 2014; Première, Galleria
PrimoSpazio, Foligno a cura di Piero Tomassoni, MiArt Milano, galleria PrimoSpazio 2010; Blind
Date, 420 Roma 2009. Come attrice ricordiamo una filmografia selezionata: Beket regia di Davide
Manuli – Festival di Locarno 2008; Nelle tue mani regia di Peter Del Monte – Festival di Torino
2008; METRONOTTE regia di Francesco Calogero 2000; LA VITA ALTRUI regia di Michele
Sordillo, UNO DI NOI, NON DEI MIGLIORI regia di Stefano Grossi 1999; GIROTONDO, GIRO
ATTORNO AL MONDO regia di Davide Manuli , Ambiguo regia di Fausto Pisani 1998; LA
SECONDA VOLTA regia di Mimmo Calopresti - Concorso Festival di Cannes 1995; DiARIO
NAPOLETANO di Francesco Rosi 1992; L'uomo del sogno di Paolo Marussig 1991; Tracce di vita
amorosa di Peter Del Monte - Concorso Festival di Venezia 1990.
simonacaramelli.com
OPERE
Una visione, un sogno ricorrente, un'ossessione: una pecora dormiente, che sogna? Forse. Vive? Forse. E'
morta? Forse. Le immagini sono un flusso, gli attori della vita della mente.
Il sogno della pecora è un'opera che abbraccia spazi diversi: un'installazione video che trasporta idealmente
una stanza dello studio dell'artista nello spazio espositivo de L'ARCA; questa vuole traslare la dimensione
spaziale e quella temporale attraverso la rappresentazione dello scorrere delle ore attraverso i cambiamenti
di luce e del suono ambientale. Legati a questa immagine fissa e al contempo in movimento nella sua
accezione temporale, una serie di monotipi trattati dall'artista con la lana di pecora sembrano scorrere lungo
le pareti come presenze oniriche, ricordi ancestrali, forme fluttuanti che richiamano presenze zoomorfe e
antropomorfe. La dimensione onirica che l'opera sottilmente restituisce riguarda il sonno, il bilico tra la vita e
la morte, l'esplorazione di un'altra dimensione: quella visionaria della mente.
> Monica Lundy
BIO
(Portland, 1974) Vive e lavora a Los Angeles Ha conseguito il Bachelor of Fine Arts presso la
School of the Art Institute di Chicago e il Master of Fine Arts di Mills Università e ha frequentato lo
Studio Art Centres International a Firenze (2001). Lundy è stato il destinatario del Jay DeFeo
Award (2010), Irvine Fellowship (2015) e San Francisco Arts Commission Grant (2015). Ha svolto
una residenza all'American Academy in Rome - Visiting Artists and Scholars Program (2017),
Montalvo Arts Center - Lucas Artist Residency Program (2015) e Stoney Road Press (2016). Ha
esposto presso il Nancy Toomey Fine Art, San Francisco; Toomey-Tourell Fine Art, San
Francisco; Walter Maciel Gallery, Los Angeles; The Battery, San Francisco; Montalvo Arts Center,
Saratoga; San Francisco Arts Commission Gallery; De Saisset Museum, Santa Clara; San Jose
Institute of Contemporary Art; Berkeley Arts Center; Alcatraz Island, San Francisco; Fort Point,
San Francisco and San Francisco Maritime Museum. Her work has been reviewed in ARTnews,
KQED/PBS, The Huffington Post, Visual Art Source, The San Francisco Chronicle, SF Weekly
eSquare Cylinder. Il suo lavoro è stato recensito in ARTnews, KQED / PBS, The Huffington Post,
Visual Art Source, San Francisco Chronicle, SF Weekly e Square Cylinder, tra le altre
pubblicazioni. Ha esposto numerosi dipinti site-specific a San Francisco, tra cui l'isola di Alcatraz,
Fort Point e il Museo Marittimo di San Francisco.
monicalundy.com
OPERE
Quegli sguardi fuori dal comune, speciali. La vita di persone, la loro storia, i loro desideri, le loro passioni,
visioni, relazioni. Tante emozioni, tante speranze. Dei volti al femminile. Una storia al femminile. Luna piena,
acqua, sofferenza.
L'opera dell'artista, così come la sua ricerca, si avvale di un metodo attento alla storia e ai documenti. Infatti
ogni lavoro è preceduto dallo studio svolto negli archivi, così come questo, pensato a partire da alcune
lettere e foto di donne degenti all'interno dell'Ospedale Psichiatrico di Teramo durante il periodo fascista.
Sono ritratti di donne, realizzati dall'artista con caffè, carbone e carta bruciata; in alcuni punti il materiale
cartaceo è strappato, come ferito. Nei tratti dei volti leggiamo il processo dell'opera e la mano dell'artista che
quasi si trasforma in gesto deputato a redimere l'identità di queste donne, a conferire loro ancora dignità, a
far rivivere una personalità, una libertà mancata, una bellezza non accettata. Le foto dalle quali l'artista trae
ispirazione derivano dall'archivio di Teramo e ciascuna immagine appartiene ad una cartella clinica atta a
schedare quelle donne alle quali veniva attribuito una “devianza femminile” (Questo ciclo di lavori nasce da
una residenza svolta dall'artista presso l'American Academy in Rome, in collaborazione con la ricercatrice
Annacarla Valeriano a partire dal progetto “I fiori del male”). All'epoca tutto ciò che era considerato capace di
rompere l'ordine sociale veniva schedato come folle, malato. Queste donne avevano un comportamento
loquace, instabile, incoerente, stravagante, eccitato, insolente, indisciplinato, impulsivo, nervoso, erotico,
irrequieto, irritabile, civettuolo e per questo venivano recluse per tutta la vita.
27
settembre 2018
Simona Caramelli / Monica Lundy – Dentro noi, fuori di noi
Dal 27 settembre al 03 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
L’ARCA – LABORATORIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE
Teramo, Largo San Matteo, (Teramo)
Teramo, Largo San Matteo, (Teramo)
Vernissage
27 Settembre 2018, ore 18
Autore
Curatore