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Simone Bonato – Assenza della materia
Nella fredda inerzia e neutralità della lastra di plexiglass l’artista ha individuato nuove
potenzialità espressive suggerite dalla duttilità e malleabilità dei polimeri che ne compongono la struttura, declinabili assecondando il sentimento di una ricerca di pulizia formale e concettuale divenuta paradigma realizzativo di avvicinamento ad una forma artistica sempre più essenziale e reale, svincolata da principi di verosimiglianza perché calata nella materia stessa e incline alla natura congenita di un oggetto che a priori rifiuta il mimetismo proprio delle arti di figura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Segnoperenne presenta sabato 15 ottobre 2011 (inaugurazione ore 17.30) presso lo Spazio
Espositivo Amici dell’Arte di Quarto d’Altino Assenza della Materia, personale di Simone
Bonato.
L’evento, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Quarto d’Altino e curato da
Gaetano Salerno vedrà esposta la più recente produzione dell’artista altinate: lavori pittorici
e scultorei, tendenti ad un inatteso linguaggio minimalista e realizzati interpretando un
materiale di natura industriale e dalle possibilità lavorative illimitate quale il plexiglass, ad un
anno dall’ ultima personale di San Donà di Piave, focalizzata invece sulla cospicua produzione
figurativa e caratterizzata da un marcato colorismo.
Nella fredda inerzia e neutralità della lastra di plexiglass l’artista ha individuato nuove
potenzialità espressive suggerite dalla duttilità e malleabilità dei polimeri che ne compongono
la struttura, declinabili assecondando il sentimento di una ricerca di pulizia formale e
concettuale divenuta paradigma realizzativo di avvicinamento ad una forma artistica sempre
più essenziale e reale, svincolata da principi di verosimiglianza perché calata nella materia
stessa e incline alla natura congenita di un oggetto che a priori rifiuta il mimetismo proprio
delle arti di figura.
Per lungo tempo attratto da grammatiche artistiche sperimentative (realizzazioni in sabbia,
plastica, cera), orientato ad un loro utilizzo combinativo e creativo di stati emotivi e mondi
visuali in cui la preponderante presenza della materia supera i sottili confini dell’opera
connotandosi come entità autonoma, l’artista intraprende qui semplici azioni meccaniche il
cui esito, lontano dalla prevedibilità del progetto pittorico, insinua nell’iter processuale il
concetto di arbitrarietà, liberandolo dunque dal vincolo del controllo totalizzante sul risultato
finale: l’atto creativo è un atto vitale.
Osservare il piegarsi lieve e poetico del plexiglass, capire il suo deformarsi e il suo riformarsi,
è già di per sé un’indagine sensoriale dell’anima intellettiva; l’intervento non invasivo
consente così al materiale lo sviluppo di percorsi propri, nei quadri-scultura così come
nelle sculture polimorfiche, sottolineando evanescenze anticlassiche contrarie alla fissità e
falsità della posa affettata; nelle reminescenze individuali riaffiorano verità inespresse, le
configurazioni essenziali nei confronti delle quali ciascuna opinione sensibile risulta non solo
fuorviante ma dichiaratamente errata.
L’artista modella e modula il materiale, trattato a caldo e reso morbido e accondiscendente
come entità magmatica informe nella quale ricercare linee vitali di conquista empirica
e tenace di porzioni esterne di universo, passando agilmente dall’ipocrisia della
bidimensionalità alla concretezza, tangibile ed ingombrante, della tridimensionalità e
appropriandosi consapevolmente del tempo e dello spazio fino a piegarne gli esiti nel qui e
adesso del senso ritrovato.
Le figure, esistenti in potenza nel materiale ma dormienti fino al gesto categorico e
unidirezionale dell’artista, nel nascere e concretizzarsi come concetti conclusi, esprimono la
metafora del realizzarsi dell’Idea, tra dolorose e sofferte contorsioni, ricondotte ai dettami
di regole fisiche che non ammettono deroghe e inesorabilmente ci ricordano la finitezza
dell’esistere.
Elementi vegetali e fitomorfi, forme organiche arabescate e seducenti come i filari di una
vegetazione cristallizzata dall’immobilità del materiale metamorfizzato e vivo nei costanti
richiami naturali, vicini a creazioni dettati da spunti biologici lontani da decorativismi
leziosi, spingono le nostre osservazioni oltre la vacuità dell’artificio, oltre i costrutti fasulli,
portandoci a riconsiderare l’oggetto stesso attraverso la percezione della sua essenza.
Sottraendo materiale alla materia pittorica, semplificando il medium narrativo e riducendone
all’essenziale le strutture, fino al punto primordiale della comunicazione in cui l’oggetto e la
sua rappresentazione artistica coincidono nelle corrispondenze e simmetrie interne, la materia
sottolinea le assenze e, liberatasi dal ruolo di supporto, conquista un’autonomia compositiva
in cui il vuoto allude al pieno, ne sottende le forme, rendendole intuitive e non ripetitive.
La materia, pur appartenendo all’oggetto, non ne costituisce la natura; andare oltre
rappresenta dunque per l’artista il riavvicinamento all’essenza del fare arte, del creare al
di là della creazione stessa, riconoscendo la qualità della struttura e la sua ricollocazione
simbiotica nello spazio, dalla forma potenziale all’esistenza reale.
Le lisce superfici del plexiglass, silenziose e trasparenti e vitree presenze, nascondono le
increspature e le incongruenze materiche, riproducendo un mondo armonico e sinuoso, retto
da spunti di bellezza che introducono così nelle composizioni elementi di serenità e sobrietà,
frutto di una maturità e autorevolezza segnica lungamente perseguita e ormai presente.
L’assenza della materia garantisce il passaggio all’ essenza della materia, prescindendo da
metonimie linguistiche che si limiterebbero a reclamare l’oggetto, a ricalcarne le sagome,
senza tuttavia focalizzarne il concetto stesso, sufficientemente evidente nell’abbraccio di una
spiritualità estetica che è l’essenza stessa dell’arte.
L’essenza, secondo cui una cosa è ciò che realmente è; compito dell’artista dunque
individuarla e farla emergere dalla natura stessa dell’oggetto, garantendole sussistenza
temporale ed espressiva in quello spazio delicato ed effimero che vive tra l’illusione e
l’allusione.
L’artista sarà presente in galleria durante la vernice della mostra, introdotto dalla dott.ssa
Silvia Conte, sindaco di Quarto d’Altino e dal critico Gaetano Salerno, direttore di
Segnoperenne.it.
Espositivo Amici dell’Arte di Quarto d’Altino Assenza della Materia, personale di Simone
Bonato.
L’evento, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Quarto d’Altino e curato da
Gaetano Salerno vedrà esposta la più recente produzione dell’artista altinate: lavori pittorici
e scultorei, tendenti ad un inatteso linguaggio minimalista e realizzati interpretando un
materiale di natura industriale e dalle possibilità lavorative illimitate quale il plexiglass, ad un
anno dall’ ultima personale di San Donà di Piave, focalizzata invece sulla cospicua produzione
figurativa e caratterizzata da un marcato colorismo.
Nella fredda inerzia e neutralità della lastra di plexiglass l’artista ha individuato nuove
potenzialità espressive suggerite dalla duttilità e malleabilità dei polimeri che ne compongono
la struttura, declinabili assecondando il sentimento di una ricerca di pulizia formale e
concettuale divenuta paradigma realizzativo di avvicinamento ad una forma artistica sempre
più essenziale e reale, svincolata da principi di verosimiglianza perché calata nella materia
stessa e incline alla natura congenita di un oggetto che a priori rifiuta il mimetismo proprio
delle arti di figura.
Per lungo tempo attratto da grammatiche artistiche sperimentative (realizzazioni in sabbia,
plastica, cera), orientato ad un loro utilizzo combinativo e creativo di stati emotivi e mondi
visuali in cui la preponderante presenza della materia supera i sottili confini dell’opera
connotandosi come entità autonoma, l’artista intraprende qui semplici azioni meccaniche il
cui esito, lontano dalla prevedibilità del progetto pittorico, insinua nell’iter processuale il
concetto di arbitrarietà, liberandolo dunque dal vincolo del controllo totalizzante sul risultato
finale: l’atto creativo è un atto vitale.
Osservare il piegarsi lieve e poetico del plexiglass, capire il suo deformarsi e il suo riformarsi,
è già di per sé un’indagine sensoriale dell’anima intellettiva; l’intervento non invasivo
consente così al materiale lo sviluppo di percorsi propri, nei quadri-scultura così come
nelle sculture polimorfiche, sottolineando evanescenze anticlassiche contrarie alla fissità e
falsità della posa affettata; nelle reminescenze individuali riaffiorano verità inespresse, le
configurazioni essenziali nei confronti delle quali ciascuna opinione sensibile risulta non solo
fuorviante ma dichiaratamente errata.
L’artista modella e modula il materiale, trattato a caldo e reso morbido e accondiscendente
come entità magmatica informe nella quale ricercare linee vitali di conquista empirica
e tenace di porzioni esterne di universo, passando agilmente dall’ipocrisia della
bidimensionalità alla concretezza, tangibile ed ingombrante, della tridimensionalità e
appropriandosi consapevolmente del tempo e dello spazio fino a piegarne gli esiti nel qui e
adesso del senso ritrovato.
Le figure, esistenti in potenza nel materiale ma dormienti fino al gesto categorico e
unidirezionale dell’artista, nel nascere e concretizzarsi come concetti conclusi, esprimono la
metafora del realizzarsi dell’Idea, tra dolorose e sofferte contorsioni, ricondotte ai dettami
di regole fisiche che non ammettono deroghe e inesorabilmente ci ricordano la finitezza
dell’esistere.
Elementi vegetali e fitomorfi, forme organiche arabescate e seducenti come i filari di una
vegetazione cristallizzata dall’immobilità del materiale metamorfizzato e vivo nei costanti
richiami naturali, vicini a creazioni dettati da spunti biologici lontani da decorativismi
leziosi, spingono le nostre osservazioni oltre la vacuità dell’artificio, oltre i costrutti fasulli,
portandoci a riconsiderare l’oggetto stesso attraverso la percezione della sua essenza.
Sottraendo materiale alla materia pittorica, semplificando il medium narrativo e riducendone
all’essenziale le strutture, fino al punto primordiale della comunicazione in cui l’oggetto e la
sua rappresentazione artistica coincidono nelle corrispondenze e simmetrie interne, la materia
sottolinea le assenze e, liberatasi dal ruolo di supporto, conquista un’autonomia compositiva
in cui il vuoto allude al pieno, ne sottende le forme, rendendole intuitive e non ripetitive.
La materia, pur appartenendo all’oggetto, non ne costituisce la natura; andare oltre
rappresenta dunque per l’artista il riavvicinamento all’essenza del fare arte, del creare al
di là della creazione stessa, riconoscendo la qualità della struttura e la sua ricollocazione
simbiotica nello spazio, dalla forma potenziale all’esistenza reale.
Le lisce superfici del plexiglass, silenziose e trasparenti e vitree presenze, nascondono le
increspature e le incongruenze materiche, riproducendo un mondo armonico e sinuoso, retto
da spunti di bellezza che introducono così nelle composizioni elementi di serenità e sobrietà,
frutto di una maturità e autorevolezza segnica lungamente perseguita e ormai presente.
L’assenza della materia garantisce il passaggio all’ essenza della materia, prescindendo da
metonimie linguistiche che si limiterebbero a reclamare l’oggetto, a ricalcarne le sagome,
senza tuttavia focalizzarne il concetto stesso, sufficientemente evidente nell’abbraccio di una
spiritualità estetica che è l’essenza stessa dell’arte.
L’essenza, secondo cui una cosa è ciò che realmente è; compito dell’artista dunque
individuarla e farla emergere dalla natura stessa dell’oggetto, garantendole sussistenza
temporale ed espressiva in quello spazio delicato ed effimero che vive tra l’illusione e
l’allusione.
L’artista sarà presente in galleria durante la vernice della mostra, introdotto dalla dott.ssa
Silvia Conte, sindaco di Quarto d’Altino e dal critico Gaetano Salerno, direttore di
Segnoperenne.it.
15
ottobre 2011
Simone Bonato – Assenza della materia
Dal 15 al 30 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
GLI AMICI DELL’ARTE
Quarto D'altino, Via Stazione, 57, (Venezia)
Quarto D'altino, Via Stazione, 57, (Venezia)
Orario di apertura
09.30–12.30 e 16– 19.30
Vernissage
15 Ottobre 2011, ore 17.30
Sito web
www.segnoperenne.it
Autore
Curatore