In una veste architettonica completamente rinnovata Artopia apre la nuova stagione espositiva 2012-2013 con la mostra personale del giovane artista italiano Simone Tosca (1974).

Mi limito ad inseguire il senso delle cose; ogni mio lavoro non è altro che traccia di una costante ricerca di appropriazione di tutto. Della realtà, delle identità, dei luoghi, colori, suoni, odori, ricordi, sensazioni, fastidi, errori, stili e di tutta la vita che mi perdo ogni giorno che passa, con tutto quello che non riesco a trattenere ed interpretare. … Io cerco tutto e tutto insieme.

Queste parole dell’ artista ispirano il progetto appositamente ideato per Artopia: una serie di disegni (Root, 2012), due sculture in legno massello (Untitled, 2012) collocate al primo piano e una scultura-muro in multistrato che percorre in diagonale il secondo piano della galleria (From A to ∞, 2012).
I lavori in mostra nascono essenzialmente come studio sulla interazione tra i colori sviluppata sia attraverso il disegno inteso in senso classico, il tratteggio, sia attraverso l’ uso di forme geometriche elementari, come i triangoli di legno con cui vengono assemblate le sculture.
From A to ∞ si articola intorno ad un linguaggio il più possibile semplice, svincolato dal rigore e dagli schemi della composizione formale: sono libere associazioni cromatiche che tendono a sfuggire al controllo dell’ artista per via della natura schizofrenica dei segni.
La pratica artistica di Simone Tosca non vuole trasferire un contenuto ma un agire della forma, proprio perché quest’ ultima è il contenuto e non il contrario; la prima è assoluta, mentre il secondo è condizionato dallo scambio con il fruitore di cui l' artista non ha nessun reale controllo.
Alla base della sua visione c’è la volontà di sperimentare una comunicazione alternativa all’ univocità della relazione significato-significante e soggetto-predicato. Si tratta quindi di un approccio all’ arte che vuol essere indipendente da parametri definiti e rende l’ interazione visiva libera e aperta.
Simone Tosca costruisce delle forme della rappresentazione che, da un dato originario, danno vita a immagini e narrazioni il più possibile autonome dall’ espressività simbolica codificata della realtà stessa.
Proprio per questo i suoi lavori rimangono in bilico tra ordine e disordine, forma e decostruzione, ma soprattutto senso ed inintelligibilità e la loro struttura racchiude in sé gli elementi che la contrastano e in alcuni casi la fanno crollare, trasformandola.