Su una serie di opere eseguite su lastre di alluminio per offset vibrano, come frammentate variazioni, diversi strati: un modulo per la segnalazione di persone scomparse, suggestive siluette composite, piante architettoniche in scala ridotta, immagini ruotate della natura e interventi diretti sul materiale, che dialogano attraverso una particolare figura stilistica: l’inversione. Noi vediamo la lastra di alluminio, ma non vediamo la stampa su carta che ne deriverebbe; vediamo un numero di telefono, ma nessuno risponderà se lo componiamo (come ne Il castello di Kafka nel quale tutti si telefonano in continuazione, ma tra l’osteria e il castello non esiste una linea telefonica che li colleghi); sappiamo che qualcuno è scomparso, ma non sappiamo chi; con una certa difficoltà intuiamo i tratti della natura celata sotto gli strati sovrapposti dell’intervento grafico, ma, con assoluta chiarezza, possiamo sentire il paesaggio sonoro delle lastre in alluminio. Vediamo il comporsi dell’opera, ma allo stesso tempo essa scompare di fronte a noi. (Milan Popadic)

Sull’immagine della natura l’artista interviene con il disegno semplificato, ridotto a sagome di persone scomparse, di oggetti, di spazi, di case, di patrie, resi in una forma grafica, che sembra suggerire l’idea della ricerca di una identità perduta. L’atto stesso della ricerca offre la speranza a tutti gli individui, alle minoranze, a coloro che sono vulnerabili, di sentirsi “persona grata”. L’inversione della tecnica, dove la fotografia diventa una lastra grafica che poi diventa l’immagine, amplifica gli effetti dell’intervento sulla struttura dell’opera coinvolgendo lo spettatore. L’intento della mostra è uno studio della forma grafica come punto di partenza verso nuove forme concettuali di stampa ma anche luogo di sperimentazione artistica.

Biografia

Laureata alla Facoltà di arti applicate di Belgrado. Ha vinto la borsa di studio assegnata dal Governo italiano. Realizza numerosi progetti di grafica, di grafica pubblicitaria e comunicazione. Ha partecipato a mostre personali e collettive, in Serbia e all’estero. Come direttore creativo presso le agenzie Ogilvy e Draft FCB a Belgrado è stata premiata più volte nel campo di grafica pubblicitaria. Ha ricevuto il «premio per la grafica» dal fondo "Rista e Beta Vukanović" e i riconoscimenti Griffon nella categoria: Manifesto e pubblicità. Lavora come professore associato al Dipartimento di arti applicate presso la Facoltà di Lettere di Niš.