Il corpo come deposito cauzionale
Il corpo per l’artista rappresenta quasi sempre l’incipit per incalzare le proprie pulsioni creative. Ove nell’illustre passato rinascimentale era occasione di immolare la natura carnale nella fabbricazione di un’opera veridica, nell’arte coeva e soprattutto tra le giovani generazioni artistiche, il somatos si slega dal perimetro dell’immagine, diventa capro espiatorio, alter ego dei propri “dubbi”, strumento di esplorazione di sé, location emotiva. Di fatto gli organi somatici in anatomia sono quelli dipendenti dal sistema nervoso centrale, distinti dagli organi viscerali invece soggetti al sistema simpatico. In queste rappresentazioni contemporanee non si procacciano con lena modalità inedite, inconsuete, ma degne profilassi contro la vertigine della pura visione.
Manuela Di Pisa, Igor Scalisi Palminteri, Lorenzo Passanante transitano con coscienza operando questo scarto, decidendo di agire come soggetti empirici creatori di “semiosi”, cioè di processi di significazione dove intensa è la vocazione formale. Il corpo frequentemente utilizzato come cauzione per una esuberante e brillante autodeterminazione artistica.
La mostra situata nella splendida chiesa gotica è patrocinata dal Comune di Viterbo e dell’Università degli Studi della Tuscia, l’ufficio Stampa è di Francesca Zucchiatti.
Valentina Spata