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Spot#06 – Cosa rimane di una mostra?
Spot è un progetto a cura di Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Lorenzo Bruni, per il suo spot#6 dal titolo “cosa rimane di una mostra?”, presenta la collettiva “niente da vedere tutto da vivere”, visitabile fino al 15 di settembre all’Istituto Pietro Tacca di Carrara. La mostra, costituita da ventotto tra i più interessanti artisti attivi sul territorio toscano e appartenenti a tre differenti generazioni, è un evento collaterale della XIV Biennale di Scultura di Carrara. Le informazioni e la documentazione su questo progetto ancora attivo è solo la cornice per continuare a far esistere e a far evolvere un work in progress iniziato il 21 giugno e legato al contesto e al luogo dove si è svolta la mostra. Questo work in progress è l’opera dal titolo “Searching George Brown: a conciliatory mean” di Enrico Vezzi. Aiutati da questi due elementi, la documentazione di una mostra ancora visibile e un processo artistico nato lì ma che si presenta come opera autonoma nello STUDIo, possiamo rispondere che quello che rimane delle mostre sono le opere e soprattutto lo sguardo delle persone che le hanno visitate, testimoni inconsapevoli di un momento unico anche se apparentemente simile ad altri.
Mercoledì luglio ore 21,30
STUDIo
Pistoia, via degli Orti10
Il 23 luglio 2010 alle ore 21.30 presso lo spazio STUDIo verrà inaugurato l’ultimo appuntamento di Spot, progetto di arte contemporanea ideato da Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati: Gabriele Tosi, Pietro Gaglianò, Roberta Smiraglia, Elisa Del Prete, Fiammetta Strigoli e Lorenzo Bruni. Nei mesi di giugno e luglio, con cadenza settimanale, i sei curatori sono invitati a presentarsi in una serata, attraverso un allestimento, una playlist o una performance. Quest ultimo Spot è a cura di Lorenzo Bruni che pone la domanda: cosa rimane delle mostre? La serata è la possibilità di presentare la documentazione della mostra in corso fino al 15 di Settembre all’Istituto Pietro Tacca di Carrara dal titolo “Niente da vedere tutto da vivere”. Questa collettiva, che presenta ventotto artisti attivi sul territorio toscano e appartenenti a tre differenti generazioni, è un evento collaterale della XIV Biennale di Scultura di Carrara. Questa documentazione però non è l’oggetto finale della serata ma solo la cornice per una nuova tappa del work in progress di Enrico Vezzi dal titolo “Searching George Brown: a conciliatory mean”, progetto che ha preso forma per la prima volta nella mostra a Carrara a cura di Lorenzo Bruni.
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Presentazione della documentazione della mostra “niente da vedere tutto da vivere”
Presentazione della documentazione della mostra “niente da vedere tutto da vivere”, a cura di Lorenzo Bruni come evento parallelo della XIV Biennale di Scultura di Carrara, è un progetto che riflette sulla qualità delle ricerche artistiche presenti in Toscana. Gli artisti che sono stati conivolti sono Tornare per partire: Francesca Banchelli, Stefania Balestri, Francesco Carone, Michelangelo Consani, Martina della Valle, Yuki Ichihashi, Irina Kholodnaya, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Olga Pavlenko, Studio ++, Moira Ricci, Hladilová / Siedlecki, Mirko Smerdel, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi. Presenze: Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Gianni Pettena Luoghi: Daniele Bacci, Vittorio Cavallini, Vittorio Corsini, Palo Masi, Massimo Nannucci, Paolo Parisi, Robert Pettena. I vari interventi realizzati all’interno del contenitore dell’Istituto del Marmo Pietro Tacca di Carrara, puntano a stabilire un vero e proprio percorso di scoperta del luogo. La sezione “tornare per partire” è il frutto di un’ampia ricognizione sui giovani artisti attivi adesso in Toscana che permette di riflettere sulle nuove energie presenti sia in relazione alle ricerche artistiche internazionali sia rispetto a quelle che hanno animato questo territorio dagli anni Sessanta ad oggi. Gli interventi presenti sono accomunati da una forte carica processuale, dove è più importante l’idea e l’esperienza in presa diretta rispetto alla forma, e la riflessione sulla natura della comunicazione in questa nostra “modernità liquida”. Questi due punti di vista li portano a realizzare nuove soluzione rispetto al confronto tra il concetto di esotico e quotidiano, tra memoria e storia, tra ipotesi di futuro e l’istante. In questo modo appare evidente che la chiave di lettura, più che il tema, è quella del viaggio con cui ripensare al luogo in cui ci troviamo, in quanto cittadini, ed a quello in cui vorremmo trovarci per meglio affrontare la domanda: A quale contesto culturale vorrei appartenere o quale vorrei costruire? Le altre due sezioni all’interno del progetto, “presenze” e “luoghi”, delineano un’inquadratura storica per mezzo di ricerche precedenti che hanno proprio affrontato dalla Toscana la riflessione sul linguaggio e sulla necessità di porre attenzione sulla percezione dello spazio praticato dallo spettatore più che su come viene osservato. Orari e modalità di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13. Lo spazio rimarrà chiuso dal 16 al 28 agosto. Fuori dagli orari prestabiliti la mostra è visitabile su appuntamento. Comunicazione e Logistica: VIA NUOVA arte contemporanea, Via del Porcellana 1r, 50123, Firenze, tel. 055 2396468, Lara Pozzi +39 328.7363879, mail: vianuova@gmail.com, robertogazulli@gmail.com, fabrizioguigi@gmail.com, lorenzobruni@gmail.com, www.vianuova.org Luogo della mostra, responsabili Istituto del Marmo, Carrara: prof. Gino Cappe. (Direttore), Donatella Nardi nardidonatella@gmail.com, Giuseppina Mussi giuseppina.mussi.@gmail.com
Enrico Vezzi, “Searching George Brown: a conciliatory mean”
La scuola Pietro Tacca di Carrara ospita adesso, all’interno della mostra “Niente da vedere tutto da vivere” a cura di Lorenzo Bruni, l’opera “Searching George Brown: a conciliatory mean” di Enrico Vezzi. L’opera consiste in un possibile archivio e fonte di riflessione collettiva costituita dalla presentazione di volumi storici e di gessi reperiti all’interno della scuola. I volumi sono presentati divisi per generi e alcuni sono aperti su monumenti che normalmente vediamo nelle piazze italiane. Sul computer in fondo alla sala si muove come salvaschermo la frase A conciliatory mean / searching Gorge Brown. Che mezzo conciliatorio era questo George Brown? Chi doveva conciliare e rispetto a cosa?
L’opera nasce come riflessione sulle sacche di anonimato che ancora oggi, nell’era dell’iper-comunicazione, continuano a sopravvivere e che possono farsi fonte di riletture e nuovi punti di vista sul nostro vivere la contemporaneità. La prima lacuna è fornita dalla presenza di alcuni busti anonimi all’interno della collezione Lazzerini, donati dalla famiglia molti anni fa alla scuola. L’altra anonimia o incongruenza è la morte di Mazzini sotto il falso nome di George Brown a Pisa la domenica del 10 Marzo 1872. Il risultato è un lavoro volutamente in progress per stabilire quali sono le relazioni tra coscienza della memoria personale e quella collettiva e quale il dialogo e i mezzi per stimolarlo.
Il lavoro si presentava nella mostra “Niente da vedere tutto da vivere” come materiale misterioso ma affascinante da decifrare. Il passaggio successivo presentato allo STUDIo punta a interrogarsi su cosa rimane del passato e della possibilità di interagire con esso. Delle utopie sociali e politiche legate a Mazzini, apparentemente sembra che rimanga solo una serie di monumenti in spazi pubblici identificabili per dei simboli o pose oramai riconoscibili da tutti. Ma a cosa rimandano queste pose e questi simboli? La posa di Mazzini perché è quella e perché è simile all’altra del monumento a Gerge Brown che si trova in Canada?
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Il curatore
Lorenzo Bruni, critico e curatore indipendente, vive e lavora a Firenze. E' stato il direttore artistico per il ciclo di mostre "La distanza è una finzione" per Via nuova arte contemporanea a Firenze dal 2005 al 2009 che ha visto coinvolti, nelle sette mostre collettive, diversi artisti tra cui Ian Kiaer, Mai Thu Perret, Martin Creed, Cristian Jankowsky, Paolo Parisi, Roman Ondak, Rossella Biscotti. Tra gli ultimi progetti spiccano il ciclo di mostre sull’idea di archivio presso la Monash University di Prato nel 2009, e la collettiva “Getting nowhere-voglio essere proprio qui” alla Galleria Gentili con Paolo Parisi, Loris Grèaud, Alexis Harding, Martin Boyce, Jose Dàvila, Sergej Jensen. Tra i progetti del 2008 è da segnalare la collettiva “Il viaggio di Sarah” per la Biennale di Bulgaria a Varna, mostra sull’idea di viaggio, e “What is my name ?” per l’HISK di Gent in Belgio, in cui analizzava un aspetto particolare dell’arte concettuale di tipo romantico dagli anni settanta a oggi, attraverso l’opera di artisti come Jiri Kovanda, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci, Mario Garcia Torres ed altri. Ha partecipato a diverse pubblicazioni monografiche e sta completando per Silvana Editoriale un volume sulla relazione fra arte e architettura dagli anni settanta ad oggi. Attualmente collabora con le riviste Arte e Critica e Flash Art.
L’artista
Enrico Vezzi (San Miniato, 1979) concepisce l’arte come un mezzo per stimolare la riflessione sul rapporto tra storia collettiva e memoria personale. Le sue opere sono la traccia del tentativo di Relazione con il mondo e con gli altri spettatori. I mezzi da lui usati sono vari come video, scultura, pittura, foto o installazioni che possono essere raccolti sotto l’unica parola di Progetti, poiché puntano sempre a testimoniare il processo stesso con cui l’opera si manifesta e con cui tenta di stimolare e formare un dialogo. Il suo intento è rendere concreto, palpabile e condivisibile con altri quel momento immateriale ed effimero in cui l’incontro, scoperta del luogo da un nuovo soggetto e viceversa, dà vita anche solo per un singolo istante ad un luogo altro. Tra le sue mostre collettive sono da segnalare: Il Caos, Isola di San Servolo, Venezia, 2009; Emerging Talents, CCCStrozzina, Palazzo Strozzi, Firenze, 2009; White Balance, Via Nuova arte contemporanea, Firenze, 2008; Il Rimedio Perfetto, Galleria Riccardo Crespi, Milano, 2008; TrafficZone 04, Galleria Civica di Trento, Centro Opera Universitaria, Trento, 2006; Rotte Metropolitane, Spazio SESV, Firenze, 2005; RETENTIVA, Padiglione Italiano, Venezia, 2004.
Gli artisti di “Niente da vedere Tutto da Vivere”
Tornare per partire: Francesca Banchelli, Stefania Balestri, Francesco Carone, Michelangelo Consani, Martina della Valle, Yuki Ichihashi, Irina Kholodnaya, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Olga Pavlenko, Studio ++, Moira Ricci, Hladilová / Siedlecki, Mirko Smerdel, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi. Presenze: Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Gianni Pettena Luoghi: Daniele Bacci, Vittorio Cavallini, Vittorio Corsini, Palo Masi, Massimo Nannucci, Paolo Parisi, Robert Pettena.
SPOT_il progetto
Spot nasce dalla necessità di riaprire le porte di quello che fino a poco tempo fa era il solo spazio indipendente di Pistoia dedicato alla condivisione di idee e alla sperimentazione in campo artistico, lo Studi8. Il curatore Niccolò Bonechi, insieme all’artista Andrea Lunardi, che utilizza questo luogo come studio, ha dato vita a questo progetto che si lega indissolubilmente alle attività svolte qui fino a qualche anno fa. L’idea di fondo del progetto è quella di presentare le metodologie di lavoro di alcuni dei migliori curatori che gravitano intorno alla scena artistica toscana, di invitarli a raccontarsi al pubblico in poche ore non tramite le parole, ma attraverso un allestimento, una playlist di video o una performance. E’ il fattore temporale a dare nome all’intero progetto. Il termine anglosassone spot è stato assunto dalla nostra cultura e inserito nel macrosistema della comunicazione dove rappresenta una trasmissione audio e video che in un arco di tempo brevissimo deve rilasciare una quantità di informazioni tale da presentare e rappresentare al meglio un prodotto.
Mercoledì luglio ore 21,30
STUDIo
Pistoia, via degli Orti10
Il 23 luglio 2010 alle ore 21.30 presso lo spazio STUDIo verrà inaugurato l’ultimo appuntamento di Spot, progetto di arte contemporanea ideato da Niccolò Bonechi e Andrea Lunardi che si pone come vetrina per le attuali ricerche di 6 curatori giovani e affermati: Gabriele Tosi, Pietro Gaglianò, Roberta Smiraglia, Elisa Del Prete, Fiammetta Strigoli e Lorenzo Bruni. Nei mesi di giugno e luglio, con cadenza settimanale, i sei curatori sono invitati a presentarsi in una serata, attraverso un allestimento, una playlist o una performance. Quest ultimo Spot è a cura di Lorenzo Bruni che pone la domanda: cosa rimane delle mostre? La serata è la possibilità di presentare la documentazione della mostra in corso fino al 15 di Settembre all’Istituto Pietro Tacca di Carrara dal titolo “Niente da vedere tutto da vivere”. Questa collettiva, che presenta ventotto artisti attivi sul territorio toscano e appartenenti a tre differenti generazioni, è un evento collaterale della XIV Biennale di Scultura di Carrara. Questa documentazione però non è l’oggetto finale della serata ma solo la cornice per una nuova tappa del work in progress di Enrico Vezzi dal titolo “Searching George Brown: a conciliatory mean”, progetto che ha preso forma per la prima volta nella mostra a Carrara a cura di Lorenzo Bruni.
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Presentazione della documentazione della mostra “niente da vedere tutto da vivere”
Presentazione della documentazione della mostra “niente da vedere tutto da vivere”, a cura di Lorenzo Bruni come evento parallelo della XIV Biennale di Scultura di Carrara, è un progetto che riflette sulla qualità delle ricerche artistiche presenti in Toscana. Gli artisti che sono stati conivolti sono Tornare per partire: Francesca Banchelli, Stefania Balestri, Francesco Carone, Michelangelo Consani, Martina della Valle, Yuki Ichihashi, Irina Kholodnaya, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Olga Pavlenko, Studio ++, Moira Ricci, Hladilová / Siedlecki, Mirko Smerdel, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi. Presenze: Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Gianni Pettena Luoghi: Daniele Bacci, Vittorio Cavallini, Vittorio Corsini, Palo Masi, Massimo Nannucci, Paolo Parisi, Robert Pettena. I vari interventi realizzati all’interno del contenitore dell’Istituto del Marmo Pietro Tacca di Carrara, puntano a stabilire un vero e proprio percorso di scoperta del luogo. La sezione “tornare per partire” è il frutto di un’ampia ricognizione sui giovani artisti attivi adesso in Toscana che permette di riflettere sulle nuove energie presenti sia in relazione alle ricerche artistiche internazionali sia rispetto a quelle che hanno animato questo territorio dagli anni Sessanta ad oggi. Gli interventi presenti sono accomunati da una forte carica processuale, dove è più importante l’idea e l’esperienza in presa diretta rispetto alla forma, e la riflessione sulla natura della comunicazione in questa nostra “modernità liquida”. Questi due punti di vista li portano a realizzare nuove soluzione rispetto al confronto tra il concetto di esotico e quotidiano, tra memoria e storia, tra ipotesi di futuro e l’istante. In questo modo appare evidente che la chiave di lettura, più che il tema, è quella del viaggio con cui ripensare al luogo in cui ci troviamo, in quanto cittadini, ed a quello in cui vorremmo trovarci per meglio affrontare la domanda: A quale contesto culturale vorrei appartenere o quale vorrei costruire? Le altre due sezioni all’interno del progetto, “presenze” e “luoghi”, delineano un’inquadratura storica per mezzo di ricerche precedenti che hanno proprio affrontato dalla Toscana la riflessione sul linguaggio e sulla necessità di porre attenzione sulla percezione dello spazio praticato dallo spettatore più che su come viene osservato. Orari e modalità di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13. Lo spazio rimarrà chiuso dal 16 al 28 agosto. Fuori dagli orari prestabiliti la mostra è visitabile su appuntamento. Comunicazione e Logistica: VIA NUOVA arte contemporanea, Via del Porcellana 1r, 50123, Firenze, tel. 055 2396468, Lara Pozzi +39 328.7363879, mail: vianuova@gmail.com, robertogazulli@gmail.com, fabrizioguigi@gmail.com, lorenzobruni@gmail.com, www.vianuova.org Luogo della mostra, responsabili Istituto del Marmo, Carrara: prof. Gino Cappe. (Direttore), Donatella Nardi nardidonatella@gmail.com, Giuseppina Mussi giuseppina.mussi.@gmail.com
Enrico Vezzi, “Searching George Brown: a conciliatory mean”
La scuola Pietro Tacca di Carrara ospita adesso, all’interno della mostra “Niente da vedere tutto da vivere” a cura di Lorenzo Bruni, l’opera “Searching George Brown: a conciliatory mean” di Enrico Vezzi. L’opera consiste in un possibile archivio e fonte di riflessione collettiva costituita dalla presentazione di volumi storici e di gessi reperiti all’interno della scuola. I volumi sono presentati divisi per generi e alcuni sono aperti su monumenti che normalmente vediamo nelle piazze italiane. Sul computer in fondo alla sala si muove come salvaschermo la frase A conciliatory mean / searching Gorge Brown. Che mezzo conciliatorio era questo George Brown? Chi doveva conciliare e rispetto a cosa?
L’opera nasce come riflessione sulle sacche di anonimato che ancora oggi, nell’era dell’iper-comunicazione, continuano a sopravvivere e che possono farsi fonte di riletture e nuovi punti di vista sul nostro vivere la contemporaneità. La prima lacuna è fornita dalla presenza di alcuni busti anonimi all’interno della collezione Lazzerini, donati dalla famiglia molti anni fa alla scuola. L’altra anonimia o incongruenza è la morte di Mazzini sotto il falso nome di George Brown a Pisa la domenica del 10 Marzo 1872. Il risultato è un lavoro volutamente in progress per stabilire quali sono le relazioni tra coscienza della memoria personale e quella collettiva e quale il dialogo e i mezzi per stimolarlo.
Il lavoro si presentava nella mostra “Niente da vedere tutto da vivere” come materiale misterioso ma affascinante da decifrare. Il passaggio successivo presentato allo STUDIo punta a interrogarsi su cosa rimane del passato e della possibilità di interagire con esso. Delle utopie sociali e politiche legate a Mazzini, apparentemente sembra che rimanga solo una serie di monumenti in spazi pubblici identificabili per dei simboli o pose oramai riconoscibili da tutti. Ma a cosa rimandano queste pose e questi simboli? La posa di Mazzini perché è quella e perché è simile all’altra del monumento a Gerge Brown che si trova in Canada?
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Il curatore
Lorenzo Bruni, critico e curatore indipendente, vive e lavora a Firenze. E' stato il direttore artistico per il ciclo di mostre "La distanza è una finzione" per Via nuova arte contemporanea a Firenze dal 2005 al 2009 che ha visto coinvolti, nelle sette mostre collettive, diversi artisti tra cui Ian Kiaer, Mai Thu Perret, Martin Creed, Cristian Jankowsky, Paolo Parisi, Roman Ondak, Rossella Biscotti. Tra gli ultimi progetti spiccano il ciclo di mostre sull’idea di archivio presso la Monash University di Prato nel 2009, e la collettiva “Getting nowhere-voglio essere proprio qui” alla Galleria Gentili con Paolo Parisi, Loris Grèaud, Alexis Harding, Martin Boyce, Jose Dàvila, Sergej Jensen. Tra i progetti del 2008 è da segnalare la collettiva “Il viaggio di Sarah” per la Biennale di Bulgaria a Varna, mostra sull’idea di viaggio, e “What is my name ?” per l’HISK di Gent in Belgio, in cui analizzava un aspetto particolare dell’arte concettuale di tipo romantico dagli anni settanta a oggi, attraverso l’opera di artisti come Jiri Kovanda, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci, Mario Garcia Torres ed altri. Ha partecipato a diverse pubblicazioni monografiche e sta completando per Silvana Editoriale un volume sulla relazione fra arte e architettura dagli anni settanta ad oggi. Attualmente collabora con le riviste Arte e Critica e Flash Art.
L’artista
Enrico Vezzi (San Miniato, 1979) concepisce l’arte come un mezzo per stimolare la riflessione sul rapporto tra storia collettiva e memoria personale. Le sue opere sono la traccia del tentativo di Relazione con il mondo e con gli altri spettatori. I mezzi da lui usati sono vari come video, scultura, pittura, foto o installazioni che possono essere raccolti sotto l’unica parola di Progetti, poiché puntano sempre a testimoniare il processo stesso con cui l’opera si manifesta e con cui tenta di stimolare e formare un dialogo. Il suo intento è rendere concreto, palpabile e condivisibile con altri quel momento immateriale ed effimero in cui l’incontro, scoperta del luogo da un nuovo soggetto e viceversa, dà vita anche solo per un singolo istante ad un luogo altro. Tra le sue mostre collettive sono da segnalare: Il Caos, Isola di San Servolo, Venezia, 2009; Emerging Talents, CCCStrozzina, Palazzo Strozzi, Firenze, 2009; White Balance, Via Nuova arte contemporanea, Firenze, 2008; Il Rimedio Perfetto, Galleria Riccardo Crespi, Milano, 2008; TrafficZone 04, Galleria Civica di Trento, Centro Opera Universitaria, Trento, 2006; Rotte Metropolitane, Spazio SESV, Firenze, 2005; RETENTIVA, Padiglione Italiano, Venezia, 2004.
Gli artisti di “Niente da vedere Tutto da Vivere”
Tornare per partire: Francesca Banchelli, Stefania Balestri, Francesco Carone, Michelangelo Consani, Martina della Valle, Yuki Ichihashi, Irina Kholodnaya, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Olga Pavlenko, Studio ++, Moira Ricci, Hladilová / Siedlecki, Mirko Smerdel, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi. Presenze: Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Gianni Pettena Luoghi: Daniele Bacci, Vittorio Cavallini, Vittorio Corsini, Palo Masi, Massimo Nannucci, Paolo Parisi, Robert Pettena.
SPOT_il progetto
Spot nasce dalla necessità di riaprire le porte di quello che fino a poco tempo fa era il solo spazio indipendente di Pistoia dedicato alla condivisione di idee e alla sperimentazione in campo artistico, lo Studi8. Il curatore Niccolò Bonechi, insieme all’artista Andrea Lunardi, che utilizza questo luogo come studio, ha dato vita a questo progetto che si lega indissolubilmente alle attività svolte qui fino a qualche anno fa. L’idea di fondo del progetto è quella di presentare le metodologie di lavoro di alcuni dei migliori curatori che gravitano intorno alla scena artistica toscana, di invitarli a raccontarsi al pubblico in poche ore non tramite le parole, ma attraverso un allestimento, una playlist di video o una performance. E’ il fattore temporale a dare nome all’intero progetto. Il termine anglosassone spot è stato assunto dalla nostra cultura e inserito nel macrosistema della comunicazione dove rappresenta una trasmissione audio e video che in un arco di tempo brevissimo deve rilasciare una quantità di informazioni tale da presentare e rappresentare al meglio un prodotto.
22
luglio 2010
Spot#06 – Cosa rimane di una mostra?
22 luglio 2010
arte contemporanea
incontro - conferenza
serata - evento
incontro - conferenza
serata - evento
Location
STUDIO
Pistoia, Via Degli Orti, 10, (Pistoia)
Pistoia, Via Degli Orti, 10, (Pistoia)
Orario di apertura
giovedì: 21.30 – 23.30
Vernissage
22 Luglio 2010, ore 21.30
Sito web
www.contemporaryspot.blogspot.com
Autore
Curatore