E’ prevista per giovedì 29 marzo l’inaugurazione della mostra – evento “Stanze di vita quotidiana. Omaggio a Francesco Guccini”, allestita presso il complesso del San Giovanni di Catanzaro. La mostra, che verrà presentata dal critico di Rai 1, Vincenzo Mollica, e dallo stesso cantautore, che si esibirà al palasport di Catanzaro il 30 marzo con un concerto organizzato da Ruggero Pegna, raccoglie oltre centocinquanta opere di tre artisti calabresi: i pittori Maurizio Carnevali e Giovanni Marziano e il fotografo Peppino Sala. Uniti dalla comune passione per le canzoni di Guccini, i tre amici, di formazione e stile profondamente diversi, hanno reinterpretato le canzoni da loro più amate senza tradire la propria calligrafia: ne viene fuori un percorso di lettura delle opere di Guccini che riflette l’intimità nella quale quelle canzoni sono state ascoltate e fatte proprie da ognuno dei tre artisti. Paradossalmente, tuttavia, queste opere potrebbero sussistere anche senza l’ispirazione a Guccini: con altri titoli, vivrebbero comunque di vita propria. “E’ perché non è stato difficile per noi appropriarci delle tematiche di Guccini, che sono sempre e comunque quelle che ci hanno seguito in oltre trent’anni di carriera artistica”, ha raccontato Giovanni Marziano, che ha elaborato opere di grande impatto visivo, ricche di simbolismi che approdano a quella poetica del quotidiano che gli è da sempre congeniale. “Francesco Guccini è per noi come un compagno, uno di quelli che sanno tutto di te per aver accompagnato ogni momento della tua vita; queste nostre opere sarebbero nate comunque, il titolo è come un pretesto, ma soprattutto un omaggio ad un cantautore che ci sprona da anni alla ricerca della sostanza”, ha affermato Carnevali, che ha scelto, tra le canzoni, quelle che richiamavano i personaggi dell’epos degli umili che da sempre popolano il suo colorato mondo di pittore: quadri fortissimi, a volte crudi, in cui il vigore e la maestria del disegno non cedono alla tentazione del racconto. La denuncia politica è invece alla base delle opere del fotografo Peppino Sala, in cui il bianco e nero lascia largo spazio ai grigi del quotidiano: c’è il rendiconto di quello avremmo dovuto essere, nelle fotografie, e uno sguardo sofferto su quello che siamo: paesaggi desertificati, uomini come spettri popolano un mondo dove il sorriso non alberga.