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Stefano Bricarelli – Fotografie
La mostra presenta circa 100 fotografie di Bricarelli, provenienti dal Fondo omonimo dell’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei
Comunicato stampa
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Dopo essere stata esposta con successo alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino dal 15 luglio al 9 ottobre 2005, viene presentata ora a Milano la mostra di uno dei più importanti testimoni della storia della fotografia italiana del XX secolo, il torinese Stefano Bricarelli(1889 - 1989).
La mostra presenta circa 100 fotografie di Bricarelli, provenienti dal Fondo omonimo dell'Archivio Fotografico dellaFondazione Torino Musei, costituito da circa 40.000 fototipi donati dalla figlia Carla, dall'archivio della stessa e da un piccolo nucleo di collezione privata.
Da questo consistente insieme, corrispondente di fatto alla quasi totalità della produzione del fotografo, sono state tratte le stampe originali qui presentate, realizzate con tecniche diverse che vanno dalla gomma bicromatata alla gelatina bromuro d'argento e in un arco di tempo compreso tra il 1907 e il 1970circa, a testimonianza di un'attività tanto lunga quanto incisiva. Accanto a queste sono presentate per la prima volta alcune stampe a colori appositamente realizzate per l'occasione traendole dal ricco patrimonio di diapositive realizzate da Stefano Bricarelli a partire dalla metà degli anni Cinquanta.
La disponibilità di un così ricco repertorio di opere ci consente di ripercorrere e documentare tutto l'arco della sua attività sin dalle prime prove giovanili, nate in una Torino fortemente segnata dal ricco panorama internazionale offerto dall'Esposizione di Arte Decorativa e Moderna del 1902 e poi dalla pubblicazione di un periodico autorevole come "La Fotografia Artistica" (1904 - 1917), ma immediatamente aperte e attente alla produzione internazionale.
Nel primo dopoguerra accanto all'attività amatoriale di fotografo assunse sempre maggiore rilevanza quella di critico e promotore culturale, che portò alla costituzione nel 1921 del Gruppo Piemontese per la Fotografia Artistica e all'acquisto nel 1923 del periodico "Il Corriere Fotografico", la cui redazione fu trasferita da Milano a Torino.
Anche lo sguardo di Bricarelli mostrava in quegli anni oscillazioni del gusto che lo portavano a misurarsi con le più innovative suggestioni della 'nuova visione' senza però rinunciare al fascino romantico del tardo pittorialismo.
Erano le stesse incertezze della migliore cultura fotografica italiana di quegli anni, tensioni a lungo non risolte che giunsero poi definitivamente a sciogliersi in Bricarelli con esiti tanto innovativi quanto convincenti nella ripresa della Rampa elicoidale alla Fiat (1927), pubblicata su "Motor Italia", da lui stesso fondato l'anno precedente, a corredo di un affascinante testo di Edoardo Persico.
In quegli anni la fotografia d'autore usciva dall'ambiente artificioso e chiuso dei Salon per assumere un inedito ruolo e un compito sociale e politico. Ponendosi in linea con le direttive del regime il fotografo nuovo guardava con interesse all'impegno fotogiornalistico, con conseguente adeguamento della stessa strumentazione tecnica utilizzata ed il passaggio al piccolo formato.
Già nel 1930 Bricarelli aveva acquistato uno dei primi apparecchi Leica a telemetro e nel 1935 effettuò un viaggio negli Stati Uniti dove avviò interessanti collaborazioni con testate come "Harper's Bazar", "Ladies Home Journal" e la neonata "Life", mentre in Italia si consolidava la collaborazione con la "Rivista illustrata del Popolo d'Italia" per la quale realizzò numerosi reportage, tra i migliori esempi di fotogiornalismo italiano di quegli anni.
Le limitazioni imposte dalla guerra portarono alla chiusura temporanea del "Corriere Fotografico", che riprese le pubblicazioni solo nel 1952, mentre Bricarelli estendeva la propria rete di collaborazioni ad altre testate, in anni in cui il 'laboratorio' torinese aveva ormai perduto il proprio primato fotografico - mantenuto per tutta la prima metà del Novecento - a favore del polo milanese, segnato anche dalla presenza di una rivista come "Ferrania".
La novità di quegli anni nella produzione di Bricarelli fu il ricorso sempre più frequente e sistematico, consapevole, all'uso delle diapositive a colori, utilizzate per "Motor Italia" come per le copertine del "Corriere Fotografico". Negli anni in cui la nuova fotografia italiana si divideva tra high e low key, l'anziano fotografo accoglieva le suggestioni non solo cromatiche delle coeve esperienze artistiche, dal Nouveau Réalisme alla Pop Art, ricercandone con inesausta curiosità le involontarie tracce nella realtà delle cose del mondo.
La mostra presenta circa 100 fotografie di Bricarelli, provenienti dal Fondo omonimo dell'Archivio Fotografico dellaFondazione Torino Musei, costituito da circa 40.000 fototipi donati dalla figlia Carla, dall'archivio della stessa e da un piccolo nucleo di collezione privata.
Da questo consistente insieme, corrispondente di fatto alla quasi totalità della produzione del fotografo, sono state tratte le stampe originali qui presentate, realizzate con tecniche diverse che vanno dalla gomma bicromatata alla gelatina bromuro d'argento e in un arco di tempo compreso tra il 1907 e il 1970circa, a testimonianza di un'attività tanto lunga quanto incisiva. Accanto a queste sono presentate per la prima volta alcune stampe a colori appositamente realizzate per l'occasione traendole dal ricco patrimonio di diapositive realizzate da Stefano Bricarelli a partire dalla metà degli anni Cinquanta.
La disponibilità di un così ricco repertorio di opere ci consente di ripercorrere e documentare tutto l'arco della sua attività sin dalle prime prove giovanili, nate in una Torino fortemente segnata dal ricco panorama internazionale offerto dall'Esposizione di Arte Decorativa e Moderna del 1902 e poi dalla pubblicazione di un periodico autorevole come "La Fotografia Artistica" (1904 - 1917), ma immediatamente aperte e attente alla produzione internazionale.
Nel primo dopoguerra accanto all'attività amatoriale di fotografo assunse sempre maggiore rilevanza quella di critico e promotore culturale, che portò alla costituzione nel 1921 del Gruppo Piemontese per la Fotografia Artistica e all'acquisto nel 1923 del periodico "Il Corriere Fotografico", la cui redazione fu trasferita da Milano a Torino.
Anche lo sguardo di Bricarelli mostrava in quegli anni oscillazioni del gusto che lo portavano a misurarsi con le più innovative suggestioni della 'nuova visione' senza però rinunciare al fascino romantico del tardo pittorialismo.
Erano le stesse incertezze della migliore cultura fotografica italiana di quegli anni, tensioni a lungo non risolte che giunsero poi definitivamente a sciogliersi in Bricarelli con esiti tanto innovativi quanto convincenti nella ripresa della Rampa elicoidale alla Fiat (1927), pubblicata su "Motor Italia", da lui stesso fondato l'anno precedente, a corredo di un affascinante testo di Edoardo Persico.
In quegli anni la fotografia d'autore usciva dall'ambiente artificioso e chiuso dei Salon per assumere un inedito ruolo e un compito sociale e politico. Ponendosi in linea con le direttive del regime il fotografo nuovo guardava con interesse all'impegno fotogiornalistico, con conseguente adeguamento della stessa strumentazione tecnica utilizzata ed il passaggio al piccolo formato.
Già nel 1930 Bricarelli aveva acquistato uno dei primi apparecchi Leica a telemetro e nel 1935 effettuò un viaggio negli Stati Uniti dove avviò interessanti collaborazioni con testate come "Harper's Bazar", "Ladies Home Journal" e la neonata "Life", mentre in Italia si consolidava la collaborazione con la "Rivista illustrata del Popolo d'Italia" per la quale realizzò numerosi reportage, tra i migliori esempi di fotogiornalismo italiano di quegli anni.
Le limitazioni imposte dalla guerra portarono alla chiusura temporanea del "Corriere Fotografico", che riprese le pubblicazioni solo nel 1952, mentre Bricarelli estendeva la propria rete di collaborazioni ad altre testate, in anni in cui il 'laboratorio' torinese aveva ormai perduto il proprio primato fotografico - mantenuto per tutta la prima metà del Novecento - a favore del polo milanese, segnato anche dalla presenza di una rivista come "Ferrania".
La novità di quegli anni nella produzione di Bricarelli fu il ricorso sempre più frequente e sistematico, consapevole, all'uso delle diapositive a colori, utilizzate per "Motor Italia" come per le copertine del "Corriere Fotografico". Negli anni in cui la nuova fotografia italiana si divideva tra high e low key, l'anziano fotografo accoglieva le suggestioni non solo cromatiche delle coeve esperienze artistiche, dal Nouveau Réalisme alla Pop Art, ricercandone con inesausta curiosità le involontarie tracce nella realtà delle cose del mondo.
28
settembre 2006
Stefano Bricarelli – Fotografie
Dal 28 settembre al 26 novembre 2006
fotografia
Location
CASTELLO SFORZESCO
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Biglietti
intero € 3.00 – ridotto € 1.50
Orario di apertura
martedì - domenica 9–17.30 (ultimo ingresso ore 17)
Vernissage
28 Settembre 2006, ore 18
Autore
Curatore