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Stefano Erasmo Pacini – Figli dei Fiori e Figli del Vento
L’esperienza libertaria di un giovane fotografo che, intorno al sessantotto, entra in contatto con gruppi e culture diverse, portatrici di idee nuove e trasgressive. Nelle sue immagini emergono con evidenza la vita, lo spirito, l’anima di allora: un mondo nostalgico carico di profondi significati
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La personale 'Figli dei Fiori e Figli del Vento' di Stefano Erasmo Pacini mette sotto i riflettori l'esperienza giovanile di un fotografo che, pur vivendo in una piccola città, esce dagli schemi e sceglie di vivere in piena libertà.
Dal 12 al 31 marzo Galleria Spaziografico espone le fotografie in b/n impresse su rullino - come del resto si usava a quel tempo - di un ragazzo che durante il decennio creativo e rivoluzionario del 68-77 utilizzava la fotografia come reportage e diario di vita e di viaggio.
Diventato poi fotografo professionista freelance, ora che è 'grande' insegna fotografia, continuando a lavorare su temi sociopolitici e collaborando con alcune Ong e giornali on line.
Che dire della mostra? Già il titolo dà l'idea di questo mondo fuori dagli schemi.
Si compone di un ciclo di opere legate al suo passato: una documentazione 'dal di dentro' sul fenomeno dei Figli dei Fiori (il movimento hippie americano dilagato anche in Europa) e un’altra sulla comunità ROM (i cosiddetti Figli del Vento).
Sono immagini analogiche, in un rigoroso bianco e nero che fa emergere una profonda spiritualità e l’innata poesia, nonostante l’attenzione ai temi sociopolitici.
La fotografia è per Pacini la sua vita e la vita lui la fotografa.
Anche la piccola città di provincia in cui viveva rimase contaminata dal fenomeno dei Figli dei Fiori e il giovane Stefano ne fu affascinato, aderendo a quel movimento; iniziò a fotografarlo, riprendendo con grande puntiglio la fenomenologia hippie e ritraendo la piccola comunità floreale del posto.
Questa documentazione fotografica racconta con sincerità la rottura sociale, con il capovolgimento dei valori politici, religiosi e della famiglia che il movimento portò con sé, assimilando al modello americano l’assetto della nostra società.
Il suo lavoro, tuttavia, non ricorda i grandi fotoreporter come Bresson e la scuola francese, è piuttosto connotato da giovanili spontaneità e freschezza. Pacini produce immagini scevre da ogni critica o personalizzazione, pur rimanendo testimone attento e partecipe della realtà.
Insieme ai reportage sulle manifestazioni politiche, è arrivata poi la documentazione dei campi ROM, che lo ha portato a girare in diversi luoghi, fino ad arrivare nell’Europa dell’Est – dove il nomadismo ROM è molto più naturale e diffuso. E nelle immagini dei Figli del Vento, liberi, senza regole, emarginati da una società sterile di altruismo sta l’essenza del suo lavoro, teso sempre a documentare ogni aspetto della libertà, fotografando così anche l’essenza della vita.
Se si volesse riassumere: vivo di quello che trovo e fotografo la vita.
Il suo è un viaggio nostalgico che recupera quello che è possibile rigenerare, che riannoda i fili spezzati e che cerca di superare i fallimenti, creando così nuove dinamiche, perché il passato non è ciò che ci fa guardare indietro ma è anche il propulsore del futuro, colmo di utopie e sogni.
Non abbiamo avuto bisogno di porgli delle domande, perché raccogliamo con cura quelle a cui lui stesso risponde con il suo lavoro:
“Che cosa hai fatto dei tuoi anni? Dove hai sepolto il tuo tempo migliore? Hai vissuto o no?”
“La mia vita è adesso un eterno ritorno; viaggio per ritornare, fotografo la mia odissea incollando foto in bianco e nero su un taccuino di appunti”
Dal 12 al 31 marzo Galleria Spaziografico espone le fotografie in b/n impresse su rullino - come del resto si usava a quel tempo - di un ragazzo che durante il decennio creativo e rivoluzionario del 68-77 utilizzava la fotografia come reportage e diario di vita e di viaggio.
Diventato poi fotografo professionista freelance, ora che è 'grande' insegna fotografia, continuando a lavorare su temi sociopolitici e collaborando con alcune Ong e giornali on line.
Che dire della mostra? Già il titolo dà l'idea di questo mondo fuori dagli schemi.
Si compone di un ciclo di opere legate al suo passato: una documentazione 'dal di dentro' sul fenomeno dei Figli dei Fiori (il movimento hippie americano dilagato anche in Europa) e un’altra sulla comunità ROM (i cosiddetti Figli del Vento).
Sono immagini analogiche, in un rigoroso bianco e nero che fa emergere una profonda spiritualità e l’innata poesia, nonostante l’attenzione ai temi sociopolitici.
La fotografia è per Pacini la sua vita e la vita lui la fotografa.
Anche la piccola città di provincia in cui viveva rimase contaminata dal fenomeno dei Figli dei Fiori e il giovane Stefano ne fu affascinato, aderendo a quel movimento; iniziò a fotografarlo, riprendendo con grande puntiglio la fenomenologia hippie e ritraendo la piccola comunità floreale del posto.
Questa documentazione fotografica racconta con sincerità la rottura sociale, con il capovolgimento dei valori politici, religiosi e della famiglia che il movimento portò con sé, assimilando al modello americano l’assetto della nostra società.
Il suo lavoro, tuttavia, non ricorda i grandi fotoreporter come Bresson e la scuola francese, è piuttosto connotato da giovanili spontaneità e freschezza. Pacini produce immagini scevre da ogni critica o personalizzazione, pur rimanendo testimone attento e partecipe della realtà.
Insieme ai reportage sulle manifestazioni politiche, è arrivata poi la documentazione dei campi ROM, che lo ha portato a girare in diversi luoghi, fino ad arrivare nell’Europa dell’Est – dove il nomadismo ROM è molto più naturale e diffuso. E nelle immagini dei Figli del Vento, liberi, senza regole, emarginati da una società sterile di altruismo sta l’essenza del suo lavoro, teso sempre a documentare ogni aspetto della libertà, fotografando così anche l’essenza della vita.
Se si volesse riassumere: vivo di quello che trovo e fotografo la vita.
Il suo è un viaggio nostalgico che recupera quello che è possibile rigenerare, che riannoda i fili spezzati e che cerca di superare i fallimenti, creando così nuove dinamiche, perché il passato non è ciò che ci fa guardare indietro ma è anche il propulsore del futuro, colmo di utopie e sogni.
Non abbiamo avuto bisogno di porgli delle domande, perché raccogliamo con cura quelle a cui lui stesso risponde con il suo lavoro:
“Che cosa hai fatto dei tuoi anni? Dove hai sepolto il tuo tempo migliore? Hai vissuto o no?”
“La mia vita è adesso un eterno ritorno; viaggio per ritornare, fotografo la mia odissea incollando foto in bianco e nero su un taccuino di appunti”
12
marzo 2022
Stefano Erasmo Pacini – Figli dei Fiori e Figli del Vento
Dal 12 al 31 marzo 2022
fotografia
Location
Galleria Spaziografico
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (GR)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 16.00 - 19.00
Vernissage
12 Marzo 2022, ore 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
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