Un figlio d’arte Stefano Ferrari, cresciuto in un clima artistico e culturale sempre molto fervido. Suo padre, Adriano, collezionista, è stato promotore di iniziative culturali molto importanti quali la biennale di pittura ‘Premio Sant’Ilario’ che negli anni ’60 assurse alla ribalta nazionale. Complice il padre, dunque, ma anche i contatti con tante personalità importanti del mondo dell’arte – come Mario de Micheli, e Francesco Arcangeli – e inparticolare il suo maestro Nello Leonardi, la pittura di Stefano Ferrari risente molto di una formazione ‘da bottega’ ed un orientamento dove la componente del ‘mestiere’ rivestefondamentale importanza. Sarà per questo, dunque, che la sua pittura risente, piacevolmente, di un forte classicismo.Sandro Parmiggiani, infatti, di lui scrive: “l'impronta della classicità è, in tutte le opere, marcata. Classici sono i panneggi sontuosi; di classica bellezza sono i volti e i corpi, siano essi eterei o sensuali, di innocente, giovanile grazia o già impietosamente segnati dal tempo. Classiche sono la cultura e l'iconografia che Ferrari rivisita in alcuni casi”. Tullio Masoni annovera la pittura di Stefano Ferrari tra la ‘buona pittura’ e scrive: “quasi evocando ilmito di Orfeo, il richiamo messo in scena dall'autore agisce su tutta la superficie: le forme riprendono vita nel nome dell'arte ma, allo stesso tempo, fanno elegia del proprio morire”. Stefano Ferrari è di S.Ilario d’Enza. Ha frequentato la facoltà di Architettura a Firenze, laureandosi nel 1981. Tuttora, infatti, alterna la professione di architetto all’attività dipittore e incisore. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni private, sia in Italia che all’estero