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Stefano Minzi – Finissage Ouroborus
Finissage dell’esposizione Ouroborus di Stefano Minzi. L’artista e il curatore sono presenti per spegare il lavoro al pubblico che ancora non ha avuto occasione di visitare la mostra.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La ricerca di Stefano Minzi (Milano, 1976. Vive e lavora a Berlino) si concentra
principalmente su due filoni: l’uno di memoria personale e familiare; l’altro smaccatamente
politico. La base di partenza è sempre la fotografia, sia essa presa da un album di famiglia
sia ‘rubata’ dai media come la televisione o internet. L’immagine fotografica viene poi
trasferita sulla tela o sulla carta attraverso la stampa planografica la cui matrice, di carta e
quindi deperibile, contraddice in fieri il principio di base dell’incisione, ossia la sua serialità.
Alle icone mediatiche e alle immagini di famiglia, recentemente, Minzi ha aggiunto un terzo
elemento che pervade ogni sua opera, l’astrologia e i vari significati simbolici connessi ai
colori e alle forme.
Per gli spazi di Ex Elettrofonica Stefano Minzi propone un lavoro inedito composto da un
grande serpente in stoffa che gira intorno all’albero centrale della galleria. Il serpente -
posto a cerchio come simbolo dell’infinito, dell’eterno ritorno – ha la testa mozzata e, sotto
di essa, vi sono 4 teste di stoffa di 4 colori e grandezze diverse. Il più piccolo e lontano nel
tempo è Mussolini, stampato su stoffa blu poiché, nell’accezione negativa del colore,
simboleggia la tirannide. Poi vengono Craxi – verde per l’invidia – e Andreotti – giallo di
follia. Infine Berlusconi, il più grande perché il più recente, bianco come l’egoismo.
Le 4 teste sono a terra, sono monche del loro corpo e si stanno seccando.
Questa fase autunnale dell’Italia, che al momento manca di una guida, è contrapposta ad
un aspetto positivo, rappresentato da tante personalità che sono prese a modello di
un'Italia diversa, alternativa a quella delle stanze del potere: da Antonio Gramsci, Beppe
Fenoglio, Camilla Ravera, Carlo Giuliani, Cesare Pavese, Gaetano Bresci, Gina Geleotti
Bianchi, Giuseppe Garibaldi, Luce D'Eramo, Maria Montessori, Tiziano Terzani, Pier Paolo
Pasolini, Peppino Impastato, Primo Levi, Rita Levi Montalcini, Roberto Saviano e Sandro
Pertini.
L’idea delle maschere viene usata dall’artista come massima rappresentazione delle
manifestazioni che si sono susseguite nell’ultimo anno. I volti di questi personaggi, storici o
meno, saranno stampati su maschere di pelle animale divenendo simbolo del loro
sacrificio.
In mostra verrà inoltre presentato The Giant Flipbook, qui esposto per la prima volta,
che ritrae Silvio Berlusconi. Nelle 50 pagine che lo compongono, incisione dopo incisione,
l’immagine dell’ex presidente del Consiglio scompare del tutto, rendendo palese il
sottotitolo: Come ho digerito un dittatore mediatico.
principalmente su due filoni: l’uno di memoria personale e familiare; l’altro smaccatamente
politico. La base di partenza è sempre la fotografia, sia essa presa da un album di famiglia
sia ‘rubata’ dai media come la televisione o internet. L’immagine fotografica viene poi
trasferita sulla tela o sulla carta attraverso la stampa planografica la cui matrice, di carta e
quindi deperibile, contraddice in fieri il principio di base dell’incisione, ossia la sua serialità.
Alle icone mediatiche e alle immagini di famiglia, recentemente, Minzi ha aggiunto un terzo
elemento che pervade ogni sua opera, l’astrologia e i vari significati simbolici connessi ai
colori e alle forme.
Per gli spazi di Ex Elettrofonica Stefano Minzi propone un lavoro inedito composto da un
grande serpente in stoffa che gira intorno all’albero centrale della galleria. Il serpente -
posto a cerchio come simbolo dell’infinito, dell’eterno ritorno – ha la testa mozzata e, sotto
di essa, vi sono 4 teste di stoffa di 4 colori e grandezze diverse. Il più piccolo e lontano nel
tempo è Mussolini, stampato su stoffa blu poiché, nell’accezione negativa del colore,
simboleggia la tirannide. Poi vengono Craxi – verde per l’invidia – e Andreotti – giallo di
follia. Infine Berlusconi, il più grande perché il più recente, bianco come l’egoismo.
Le 4 teste sono a terra, sono monche del loro corpo e si stanno seccando.
Questa fase autunnale dell’Italia, che al momento manca di una guida, è contrapposta ad
un aspetto positivo, rappresentato da tante personalità che sono prese a modello di
un'Italia diversa, alternativa a quella delle stanze del potere: da Antonio Gramsci, Beppe
Fenoglio, Camilla Ravera, Carlo Giuliani, Cesare Pavese, Gaetano Bresci, Gina Geleotti
Bianchi, Giuseppe Garibaldi, Luce D'Eramo, Maria Montessori, Tiziano Terzani, Pier Paolo
Pasolini, Peppino Impastato, Primo Levi, Rita Levi Montalcini, Roberto Saviano e Sandro
Pertini.
L’idea delle maschere viene usata dall’artista come massima rappresentazione delle
manifestazioni che si sono susseguite nell’ultimo anno. I volti di questi personaggi, storici o
meno, saranno stampati su maschere di pelle animale divenendo simbolo del loro
sacrificio.
In mostra verrà inoltre presentato The Giant Flipbook, qui esposto per la prima volta,
che ritrae Silvio Berlusconi. Nelle 50 pagine che lo compongono, incisione dopo incisione,
l’immagine dell’ex presidente del Consiglio scompare del tutto, rendendo palese il
sottotitolo: Come ho digerito un dittatore mediatico.
03
marzo 2012
Stefano Minzi – Finissage Ouroborus
03 marzo 2012
arte contemporanea
Location
EX ELETTROFONICA
Roma, Vicolo Di Sant'onofrio, 10-11, (Roma)
Roma, Vicolo Di Sant'onofrio, 10-11, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 12.00 - 15.00, 16.00 - 20.00
Vernissage
3 Marzo 2012, dalle 17 alle 20
Autore
Curatore