Il volume L’Ottocento a Roma. Artisti, cantieri, atelier dall’epoca napoleonica alla Restaurazione raccoglie una selezione di saggi, di cui alcuni difficilmente reperibili, scritti da Stefano Susinno tra il 1981 e il 1999, arco temporale che vede la fine dell’impegno di conservatore di museo, assolto dallo studioso per quasi vent’anni presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e l’inizio dell’attività didattica, prima all’Università di Bologna e poi, dal 1996 fino al 2002, anno della sua prematura scomparsa, all’Università Roma Tre.

Come è stato notato, sia pure con diversi accenti, nella prefazione al volume da Fernando Mazzocca e nella postfazione da Sandra Pinto, Stefano Susinno aveva saputo indicare, in continuità con il Settecento, secolo a cui aveva dedicato i suoi primi studi in sintonia intellettuale con Anthony M. Clark, l’unicità della scena ottocentesca romana e dei fenomeni artistici ivi verificatisi, che vanno sotto il nome di neoclassico, accademico, romantico e purista.

Questo volume costituisce dunque un’esauriente raccolta di quegli scritti. Documenti palpabili dello sforzo interpretativo dai contenuti innovativi, di cui Stefano Susinno aveva saputo farsi carico nell’analizzare quel complesso sistema che, nella Roma ottocentesca, legava luoghi, strutture, mezzi di formazione, produzione, divulgazione e commercializzazione del prodotto artistico.

Sforzo esegetico che oggi, con questa raccolta di testi, viene riproposto all’attenzione dello studioso, come dello studente.