Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Stephen Prina – English for Foreigners
Concepita dall’artista come seguito ideale delle due mostre personali (galesburg, illinois+) dedicate alla sua città natale e presentate nel 2015 e nel 2016 presso Kunst Halle Sankt Gallen (Svizzera) e Museum Kurhaus Kleve (Germania), la mostra al Madre presenta una serie di opere inedite, ideate appositamente per questa mostra
Comunicato stampa
Segnala l'evento
English for Foreigners è la prima mostra personale in un’istituzione
pubblica italiana di Stephen Prina (Galesburg, Illinois, 1954), uno dei più
seminali e influenti artisti nordamericani contemporanei, la cui ricerca – che si
articola fra opere visive, sonore e performative – esplora l’eredità delle
pratiche artistiche concettuali degli anni Sessanta e Settanta, analizzandone sia
le matrici storiche che le possibili trasformazioni. Concepita dall’artista come
seguito ideale delle due mostre personali (galesburg, illinois+) dedicate alla
sua città natale e presentate nel 2015 e nel 2016 presso Kunst Halle Sankt
Gallen (Svizzera) e Museum Kurhaus Kleve (Germania), la mostra al
Madre presenta una serie di opere inedite, ideate appositamente per questa
mostra.
Al Madre l’artista ripercorre infatti a ritroso il viaggio che condusse suo padre,
nella prima metà del XX secolo, dall’Italia fascista agli Stati Uniti d’America.
Scrive l’artista: “Peter (Pietro) Prina, mio padre, suonava il clarinetto in una
banda locale nel Comune di Canischio, in Piemonte. Un giorno le Camicie
Nere sono arrivate e hanno preteso che la banda suonasse l'inno del Partito
Nazionale Fascista. Questo evento lo convinse che era il momento di emigrare
dall'Italia – e venire in America – aveva 17 anni, era il 1923”. Second Book in
English for Foreigners in Evening Schools di Frederick Houghton (American
Book Company, 1917), è il titolo del libro utilizzato, nella sua vicenda
biografica, dal padre dell’artista per apprendere la lingua della sua nuova
patria: passato a Prina, fra molti altri oggetti e ricordi del padre, è divenuto il
punto di partenza di questa mostra, in cui le singole date e i relativi eventi si
concatenano, dal 1917 al 2017, raccontando una storia personale che però,
potenzialmente, rispecchia quella di molti altri padri e figli. Tutte le opere in
mostra – in cui si articolano pittura, scultura, incisione, fotografia, video,
suono e azioni performative – infatti non solo rappresentano il cambiamento
radicale della storia della propria famiglia ma svolgono un confronto critico
fra i modelli di “cittadinanza ideale” che hanno segnato, nell’opposizione
fra totalitarismo e democrazia, la storia politica, sociale e culturale del XX
secolo. Prina trasforma così la mostra in un viaggio nel tempo che si articola
da un lato come un’analisi della storia del XX secolo, e dall’altro come il
racconto della relazione fra un padre e un figlio.
Assumendo quale colore principale il Colore Pantone dell'Anno 2017
(Greenery) Prina attualizza e rende universale questa storia, inquadrandone i
dettagli biografici in riferimenti anche all’ultimo romanzo di Cesare Pavese
La luna e i falò (1949-50) e a un film ispirato allo scrittore italiano dei registi
Danièle Huillet e Jean-Marie Straub, Dalla nube alla resistenza (1978). I
temi sviluppati in queste opere narrative e filmiche – nella loro disanima degli
intrecci fra stanzialità e migrazione, affermazione dell’identità e suo
sradicamento, monumentalità e intimità – rappresentano una delle radici
emotive e concettuali del progetto di Prina al Madre, vero e proprio racconto
per immagini e suoni che, dalla storia di un padre e un figlio, si articola fino
a divenire la possibile esplorazione dello statuto dell’opera e della mostra
quale serbatoio di riferimenti multipli e analisi delle dinamiche memoriali
e delle relazioni fra sfera personale e collettiva, fra storie e Storia.
Stephen Prina (Galesburg, Illinois, 3 novembre 1954; vive a lavora fra
Cambridge, Massachusetts, e Los Angeles) è Professor of Visual and
Environmental Studies alla Harward University. Mostre personali gli sono
state dedicate da alcune delle più prestigiose istituzioni internazionali, fra cui
Museum Kurhaus Kleve (2016); Kunst Halle Sankt Gallen (2015); LACMA-
Los Angeles County Museum of Art (2013); Wiener Secession, Vienna (2001)
e Kölnischer Kunstverein, Colonia (2011 e 2009); Contemporary Art Museum
St. Louis (2010); Centro Andaluz de Arte Contemporaeno, Siviglia e Bergen
Kunsthall (2009); Staatliche Kunsthalle Baden-Baden (2008); Carpenter
Center for the Visual Arts-Harvard University, Cambridge e Cubitt, Londra
(2004); The Art Institute, Chicago (2001); Museum für Gegenwart, Berlino,
Frankfurter Kunstverein, Francoforte e Art Pace, San Antonio (2000);
MAMCO-Musée d'Art Moderne et Contemporain, Ginevra (1998); Museum
Boijmans-van Beuningen, Rotterdam (1992); The Power Plant, Toronto
(1991); The Renaissance Society, Chicago, Los Angeles Municipal Art
Gallery e P.S. 1, New York (1989). Tra le mostre biennali e periodiche
ricordiamo: Time Crevasse. Yokohama Triennale e Witney Biennial, New
York (2008); SITE Santa Fe Biennial (2001); Documenta IX, Kassel (1992);
51st Carnegie International, Pittsburgh (1991); APERTO-La Biennale di
Venezia (1990). L’artista torna ad esporre a Napoli più di trent’anni dopo la
mostra collettiva Rooted Rhetoric. Una Tradizione nell'Arte Americana,
presentata a Castel dell’Ovo nel 1986.
pubblica italiana di Stephen Prina (Galesburg, Illinois, 1954), uno dei più
seminali e influenti artisti nordamericani contemporanei, la cui ricerca – che si
articola fra opere visive, sonore e performative – esplora l’eredità delle
pratiche artistiche concettuali degli anni Sessanta e Settanta, analizzandone sia
le matrici storiche che le possibili trasformazioni. Concepita dall’artista come
seguito ideale delle due mostre personali (galesburg, illinois+) dedicate alla
sua città natale e presentate nel 2015 e nel 2016 presso Kunst Halle Sankt
Gallen (Svizzera) e Museum Kurhaus Kleve (Germania), la mostra al
Madre presenta una serie di opere inedite, ideate appositamente per questa
mostra.
Al Madre l’artista ripercorre infatti a ritroso il viaggio che condusse suo padre,
nella prima metà del XX secolo, dall’Italia fascista agli Stati Uniti d’America.
Scrive l’artista: “Peter (Pietro) Prina, mio padre, suonava il clarinetto in una
banda locale nel Comune di Canischio, in Piemonte. Un giorno le Camicie
Nere sono arrivate e hanno preteso che la banda suonasse l'inno del Partito
Nazionale Fascista. Questo evento lo convinse che era il momento di emigrare
dall'Italia – e venire in America – aveva 17 anni, era il 1923”. Second Book in
English for Foreigners in Evening Schools di Frederick Houghton (American
Book Company, 1917), è il titolo del libro utilizzato, nella sua vicenda
biografica, dal padre dell’artista per apprendere la lingua della sua nuova
patria: passato a Prina, fra molti altri oggetti e ricordi del padre, è divenuto il
punto di partenza di questa mostra, in cui le singole date e i relativi eventi si
concatenano, dal 1917 al 2017, raccontando una storia personale che però,
potenzialmente, rispecchia quella di molti altri padri e figli. Tutte le opere in
mostra – in cui si articolano pittura, scultura, incisione, fotografia, video,
suono e azioni performative – infatti non solo rappresentano il cambiamento
radicale della storia della propria famiglia ma svolgono un confronto critico
fra i modelli di “cittadinanza ideale” che hanno segnato, nell’opposizione
fra totalitarismo e democrazia, la storia politica, sociale e culturale del XX
secolo. Prina trasforma così la mostra in un viaggio nel tempo che si articola
da un lato come un’analisi della storia del XX secolo, e dall’altro come il
racconto della relazione fra un padre e un figlio.
Assumendo quale colore principale il Colore Pantone dell'Anno 2017
(Greenery) Prina attualizza e rende universale questa storia, inquadrandone i
dettagli biografici in riferimenti anche all’ultimo romanzo di Cesare Pavese
La luna e i falò (1949-50) e a un film ispirato allo scrittore italiano dei registi
Danièle Huillet e Jean-Marie Straub, Dalla nube alla resistenza (1978). I
temi sviluppati in queste opere narrative e filmiche – nella loro disanima degli
intrecci fra stanzialità e migrazione, affermazione dell’identità e suo
sradicamento, monumentalità e intimità – rappresentano una delle radici
emotive e concettuali del progetto di Prina al Madre, vero e proprio racconto
per immagini e suoni che, dalla storia di un padre e un figlio, si articola fino
a divenire la possibile esplorazione dello statuto dell’opera e della mostra
quale serbatoio di riferimenti multipli e analisi delle dinamiche memoriali
e delle relazioni fra sfera personale e collettiva, fra storie e Storia.
Stephen Prina (Galesburg, Illinois, 3 novembre 1954; vive a lavora fra
Cambridge, Massachusetts, e Los Angeles) è Professor of Visual and
Environmental Studies alla Harward University. Mostre personali gli sono
state dedicate da alcune delle più prestigiose istituzioni internazionali, fra cui
Museum Kurhaus Kleve (2016); Kunst Halle Sankt Gallen (2015); LACMA-
Los Angeles County Museum of Art (2013); Wiener Secession, Vienna (2001)
e Kölnischer Kunstverein, Colonia (2011 e 2009); Contemporary Art Museum
St. Louis (2010); Centro Andaluz de Arte Contemporaeno, Siviglia e Bergen
Kunsthall (2009); Staatliche Kunsthalle Baden-Baden (2008); Carpenter
Center for the Visual Arts-Harvard University, Cambridge e Cubitt, Londra
(2004); The Art Institute, Chicago (2001); Museum für Gegenwart, Berlino,
Frankfurter Kunstverein, Francoforte e Art Pace, San Antonio (2000);
MAMCO-Musée d'Art Moderne et Contemporain, Ginevra (1998); Museum
Boijmans-van Beuningen, Rotterdam (1992); The Power Plant, Toronto
(1991); The Renaissance Society, Chicago, Los Angeles Municipal Art
Gallery e P.S. 1, New York (1989). Tra le mostre biennali e periodiche
ricordiamo: Time Crevasse. Yokohama Triennale e Witney Biennial, New
York (2008); SITE Santa Fe Biennial (2001); Documenta IX, Kassel (1992);
51st Carnegie International, Pittsburgh (1991); APERTO-La Biennale di
Venezia (1990). L’artista torna ad esporre a Napoli più di trent’anni dopo la
mostra collettiva Rooted Rhetoric. Una Tradizione nell'Arte Americana,
presentata a Castel dell’Ovo nel 1986.
14
maggio 2017
Stephen Prina – English for Foreigners
Dal 14 maggio al 16 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
MADRE – MUSEO D’ARTE DONNA REGINA
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Vernissage
14 Maggio 2017, h 17
Autore
Curatore