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Steve Sabella – Wavelengths
L’artista di Gerusalemme ritorna ad esporre a metroquadro il suo lavoro fotografico, inclusa la nuova serie “On Earth”.
I lavori in “Wavelengths” ridisegnano la mutevole linea tra individuale e collettivo, familiare ed estraneo, persino tra fotografia e pittura.
Comunicato stampa
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La galleria metroquadro è lieta di annunciare la prossima mostra personale del pluripremiato artista internazionale Steve Sabella, nato a Gerusalemme, Palestina e residente a Berlino dal 2010. Sabella ritorna a metroquadro con “Wavelengths”, una costellazione di foto-collage che include una nuova serie: “On Earth”. Dopo la sua prima mostra in Italia “Eyes from Jerusalem” al Museo di Roma in Trastevere (2002), Sabella ha esposto in “Nel Mezzo del Mezzo” at Museo Riso (Palermo, 2015, curata da Christine Macel, Marco Mazzini e Bartomeu Mari), nella retrospettiva “Archaeology of the Future” presso il Centro Internazionale dir Fotografia Scavi Scaligeri (Verona, 2014), e in “Gates of the Mediterranean” a Palazzo Piozzo (Rivoli, 2008, curate da Martina Corgnati).
La mostra “Wavelengths” si svolge nell'ambito della prima edizione di “Fo.To - Fotografi a Torino”, dal 3 maggio al 29 luglio 2018, manifestazione promossa dal Museo Ettore Fico dal 3 maggio al 29 luglio.
Fin dalla metà degli anni ’90 Sabella ha spinto il mezzo fotografico ai suoi limiti. Le sue sperimentazioni coi processi in camera oscura e composizione digitale, assieme alle sue decise reazioni ai pressanti conflitti politici degli ultimi decenni, gli hanno riconosciuto una reputazione internazionale.
La critica lo ha collocato in una schiera di artisti contemporanei di riconosciuto calibro, del mondo arabo ed oltre, che parlano un linguaggio visivo sia locale che globale.
I lavori in “Wavelengths” ridisegnano la mutevole linea tra individuale e collettivo, familiare ed estraneo, persino tra fotografia e pittura. Spesso partono da fotografie della vita di tutti i giorni. Ricomponendo, ribaltando e sezionando digitalmente queste immagini, i fotomontaggi di Sabella realizzano un’alchimia sul mondo visibile: in “Metamorphosis” (2012), oggetti statici vengono alienati, creando composizioni che mettono in circolo forme e colori come in un modello di moto delle maree. La serie “Sinopia” (2012) vede il Bahrein ricomposto attraverso gli occhi dell’artista: graffiti politici dipinti a spray e la loro censura da parte delle autorità sono ricomposti in un concerto luminoso; lo skyline della capitale Manama è ripreso con una panoramica a 360 gradi e appiattita nella forma di una onda sonora. Sabella ha poi trasposto questa onda sonora in frequenze audio e commissionato l’ensemble jazz The Khoury Project la composizione e l’esecuzione di “The Voice of Manama”, che accompagna la visione dell’opera.
I lavori di “On Earth” (2018) vacillano tra il figurativo e l’astratto. Da una distanza, appaiono come composizioni ritmiche di tavolozze di terra, acqua e carne. Avvicinandosi, si nota che i collage sono popolati di scene, fuse insieme da fotografie che Sabella ha scattato nei suoi viaggi. Eppure, c’è qualcosa di alieno in queste immagini del nostro pianeta. La loro profondità e prospettiva pittorica segue la logica di un sogno, portando diversi riferimenti temporali.
Come mondi fluttuanti tra pittura e fotografia, il loro linguaggio visuale è allo stesso tempo storico e contemporaneo - una zattera di plastica multicolore galleggia assieme a Ninfe in un paesaggio paradisiaco; un viaggiatore solitario sembra vagare su Marte o l’antica Sparta. Questi collage riproducono il nostro mondo in un modo assieme familiare ed alieno, contenendo molti livelli ed innumerevoli connotazioni. Sabella lascia allo spettatore il viaggiare attraverso i loro panorami ancora non visti, e possibilmente scoprire un nuovo dettaglio, una lettura più profonda, in ciascun viaggio.
I lavori di Sabella sono inseriti in diverse importanti collezioni internazionali, incluso il British Museum (Londra), il Mathaf: Arab Museum of Modern Art (Doha), e l’ Arab World Institute (Paris). “Sinopia” è stato acquisito per la collezione permanente del Bahrain National Museum e del Ramzi Dalloul Private Museum, Beirut, che ha inoltre una edizione completa dei collage “Metamorphosis”.
La sua monografia Steve Sabella - Photography 1997-2014 è stata pubblicata nel 2014 dall’ editore tedesco Hatje Cantz e dalla Akademie der Künste, Berlin, che gli ha conferito l’ Ellen Auerbach Award for Photography nel 2008. Altre pubblicazioni recenti includono Archaeology of the Future (Maretti Editore, 2014), realizzato in occasione della sua retrospettiva, e Fragments From Our Beautiful Future (Kerber Verlag, 2017), in occasione della sua mostra a The Bumiller Collection, Berlin.
Sabella è inoltre autore: il suo libro autobiografico The Parachute Paradox è stato pubblicato da Kerber Verlag nel 2016, ed ha vinto l’Eric Hoffer and Nautilus Book Awards come il migliore nel suo genere. Al-Araby Al-Jadeed di Londra ha scritto che “il libro propone un soggetto che non ha precedenti nella letteratura palestinese: la liberazione di se stessi e della patria attraverso la liberazione dell’immaginazione”
INGLESE:
Metroquadro gallery is proud to present the next solo show of the award-winning and internationally exhibited artist Steve Sabella, born in Jerusalem, Palestine, and based in Berlin since 2010. Sabella returns to Metroquadro with Wavelengths, a constellation of photo-collages that includes a new body of work, “On Earth”. Since his first exhibition in Italy, Eyes from Jerusalem at Museo di Roma in Trastevere (2002), Sabella has exhibited for Nel Mezzo del Mezzo at Museo Riso (Palermo, 2015, curated by Christine Macel, Marco Mazzini and Bartomeu Mari), his solo retrospective Archaeology of the Future at the International Centre for Photography Scavi Scaligeri (Verona, 2014), and Gates of the Mediterranean at the Palazzo Piozzo (Rivoli, 2008, curated by Martina Corgnati).
The exhibition is part of “Fo.To - Fotografi a Torino” festival, promoted by Museo Ettore Fico, from May 3rd to July 29th.
Since the mid 1990s, Sabella has pushed the photographic medium to its limits. His experimentation in darkroom processes and digital composition, along with his bold responses to pressing political conflicts of the last decades, has garnered him an international reputation. Critics have placed him in a distinguished caliber of contemporary artists from the Arab World and beyond, those who speak a visual language both local and global.
The artworks in Wavelengths redraw the shifting line between individual and collective, familiar and foreign, and even photography and painting. Often, they begin with photographs of the everyday. Digitally tiling, flipping and slicing these images, Sabella’s photomontages perform an alchemy on the visible world: in “Metamorphosis” (2012), static objects become alien, making up compositions that circulate form and color like tidal patterns. The “Sinopia” (2012) series sees Bahrain recomposed through the artist’s eyes—spraypainted political graffiti and its overpainting by authorities are merged into one luminous chorus; Manama’s skyline is shot from 360 degrees and flattened to the form of a sound wave. Sabella then transposed this form into an audio frequency, and commissioned jazz ensemble The Khoury Project to interpret and play “The Voice of Manama”.
Artworks from “On Earth” (2018) waver between the figurative and abstract. Seen from afar, they appear as rhythmic compositions in palettes of earth, water and flesh. Up close, one notices the collages are peopled with scenes, blended together from photographs Sabella took during his road trips. Yet, there is an otherworldliness to these images of our planet. Their pictorial depth and perspective follow the logic of a dream, bearing multiple timestamps. As floating worlds between painting and photography, their visual language is at once historical and contemporary—a plastic rainbow-raft floats alongside Classical nymphs in an Edenic landscape; a lone wanderer could be walking across Mars or ancient Sparta. These collages render our world at once familiar and alien, containing many layers and innumerable connotations. Sabella leaves it to the spectator to travel through their unseen landscapes, possibly discovering a new detail, a deeper reading, on each journey.
Sabella’s artworks are held in several major international collections, including the British Museum (London), Mathaf: Arab Museum of Modern Art (Doha), and the Arab World Institute (Paris). “Sinopia” has been acquired for the permanent collections of the Bahrain National Museum and the Ramzi Dalloul private museum, Beirut, which also holds a full edition of the “Metamorphosis” collages. His 2014 monograph, Steve Sabella - Photography 1997-2014 was published by Hatje Cantz and the Akademie der Künste, Berlin, which awarded him the Ellen Auerbach Award for Photography in 2008. Other recent publications include Archaeology of the Future (Maretti Editore, 2014), released alongside his retrospective, and Fragments From Our Beautiful Future (Kerber Verlag, 2017), accompanying his exhibition at The Bumiller Collection, Berlin.
Sabella is also an accomplished author. His memoir The Parachute Paradox was published by Kerber Verlag in 2016, and won the Eric Hoffer and Nautilus Book Awards for the best in its genre. London’s Al-Araby Al-Jadeed claimed the book “proposes a subject
La mostra “Wavelengths” si svolge nell'ambito della prima edizione di “Fo.To - Fotografi a Torino”, dal 3 maggio al 29 luglio 2018, manifestazione promossa dal Museo Ettore Fico dal 3 maggio al 29 luglio.
Fin dalla metà degli anni ’90 Sabella ha spinto il mezzo fotografico ai suoi limiti. Le sue sperimentazioni coi processi in camera oscura e composizione digitale, assieme alle sue decise reazioni ai pressanti conflitti politici degli ultimi decenni, gli hanno riconosciuto una reputazione internazionale.
La critica lo ha collocato in una schiera di artisti contemporanei di riconosciuto calibro, del mondo arabo ed oltre, che parlano un linguaggio visivo sia locale che globale.
I lavori in “Wavelengths” ridisegnano la mutevole linea tra individuale e collettivo, familiare ed estraneo, persino tra fotografia e pittura. Spesso partono da fotografie della vita di tutti i giorni. Ricomponendo, ribaltando e sezionando digitalmente queste immagini, i fotomontaggi di Sabella realizzano un’alchimia sul mondo visibile: in “Metamorphosis” (2012), oggetti statici vengono alienati, creando composizioni che mettono in circolo forme e colori come in un modello di moto delle maree. La serie “Sinopia” (2012) vede il Bahrein ricomposto attraverso gli occhi dell’artista: graffiti politici dipinti a spray e la loro censura da parte delle autorità sono ricomposti in un concerto luminoso; lo skyline della capitale Manama è ripreso con una panoramica a 360 gradi e appiattita nella forma di una onda sonora. Sabella ha poi trasposto questa onda sonora in frequenze audio e commissionato l’ensemble jazz The Khoury Project la composizione e l’esecuzione di “The Voice of Manama”, che accompagna la visione dell’opera.
I lavori di “On Earth” (2018) vacillano tra il figurativo e l’astratto. Da una distanza, appaiono come composizioni ritmiche di tavolozze di terra, acqua e carne. Avvicinandosi, si nota che i collage sono popolati di scene, fuse insieme da fotografie che Sabella ha scattato nei suoi viaggi. Eppure, c’è qualcosa di alieno in queste immagini del nostro pianeta. La loro profondità e prospettiva pittorica segue la logica di un sogno, portando diversi riferimenti temporali.
Come mondi fluttuanti tra pittura e fotografia, il loro linguaggio visuale è allo stesso tempo storico e contemporaneo - una zattera di plastica multicolore galleggia assieme a Ninfe in un paesaggio paradisiaco; un viaggiatore solitario sembra vagare su Marte o l’antica Sparta. Questi collage riproducono il nostro mondo in un modo assieme familiare ed alieno, contenendo molti livelli ed innumerevoli connotazioni. Sabella lascia allo spettatore il viaggiare attraverso i loro panorami ancora non visti, e possibilmente scoprire un nuovo dettaglio, una lettura più profonda, in ciascun viaggio.
I lavori di Sabella sono inseriti in diverse importanti collezioni internazionali, incluso il British Museum (Londra), il Mathaf: Arab Museum of Modern Art (Doha), e l’ Arab World Institute (Paris). “Sinopia” è stato acquisito per la collezione permanente del Bahrain National Museum e del Ramzi Dalloul Private Museum, Beirut, che ha inoltre una edizione completa dei collage “Metamorphosis”.
La sua monografia Steve Sabella - Photography 1997-2014 è stata pubblicata nel 2014 dall’ editore tedesco Hatje Cantz e dalla Akademie der Künste, Berlin, che gli ha conferito l’ Ellen Auerbach Award for Photography nel 2008. Altre pubblicazioni recenti includono Archaeology of the Future (Maretti Editore, 2014), realizzato in occasione della sua retrospettiva, e Fragments From Our Beautiful Future (Kerber Verlag, 2017), in occasione della sua mostra a The Bumiller Collection, Berlin.
Sabella è inoltre autore: il suo libro autobiografico The Parachute Paradox è stato pubblicato da Kerber Verlag nel 2016, ed ha vinto l’Eric Hoffer and Nautilus Book Awards come il migliore nel suo genere. Al-Araby Al-Jadeed di Londra ha scritto che “il libro propone un soggetto che non ha precedenti nella letteratura palestinese: la liberazione di se stessi e della patria attraverso la liberazione dell’immaginazione”
INGLESE:
Metroquadro gallery is proud to present the next solo show of the award-winning and internationally exhibited artist Steve Sabella, born in Jerusalem, Palestine, and based in Berlin since 2010. Sabella returns to Metroquadro with Wavelengths, a constellation of photo-collages that includes a new body of work, “On Earth”. Since his first exhibition in Italy, Eyes from Jerusalem at Museo di Roma in Trastevere (2002), Sabella has exhibited for Nel Mezzo del Mezzo at Museo Riso (Palermo, 2015, curated by Christine Macel, Marco Mazzini and Bartomeu Mari), his solo retrospective Archaeology of the Future at the International Centre for Photography Scavi Scaligeri (Verona, 2014), and Gates of the Mediterranean at the Palazzo Piozzo (Rivoli, 2008, curated by Martina Corgnati).
The exhibition is part of “Fo.To - Fotografi a Torino” festival, promoted by Museo Ettore Fico, from May 3rd to July 29th.
Since the mid 1990s, Sabella has pushed the photographic medium to its limits. His experimentation in darkroom processes and digital composition, along with his bold responses to pressing political conflicts of the last decades, has garnered him an international reputation. Critics have placed him in a distinguished caliber of contemporary artists from the Arab World and beyond, those who speak a visual language both local and global.
The artworks in Wavelengths redraw the shifting line between individual and collective, familiar and foreign, and even photography and painting. Often, they begin with photographs of the everyday. Digitally tiling, flipping and slicing these images, Sabella’s photomontages perform an alchemy on the visible world: in “Metamorphosis” (2012), static objects become alien, making up compositions that circulate form and color like tidal patterns. The “Sinopia” (2012) series sees Bahrain recomposed through the artist’s eyes—spraypainted political graffiti and its overpainting by authorities are merged into one luminous chorus; Manama’s skyline is shot from 360 degrees and flattened to the form of a sound wave. Sabella then transposed this form into an audio frequency, and commissioned jazz ensemble The Khoury Project to interpret and play “The Voice of Manama”.
Artworks from “On Earth” (2018) waver between the figurative and abstract. Seen from afar, they appear as rhythmic compositions in palettes of earth, water and flesh. Up close, one notices the collages are peopled with scenes, blended together from photographs Sabella took during his road trips. Yet, there is an otherworldliness to these images of our planet. Their pictorial depth and perspective follow the logic of a dream, bearing multiple timestamps. As floating worlds between painting and photography, their visual language is at once historical and contemporary—a plastic rainbow-raft floats alongside Classical nymphs in an Edenic landscape; a lone wanderer could be walking across Mars or ancient Sparta. These collages render our world at once familiar and alien, containing many layers and innumerable connotations. Sabella leaves it to the spectator to travel through their unseen landscapes, possibly discovering a new detail, a deeper reading, on each journey.
Sabella’s artworks are held in several major international collections, including the British Museum (London), Mathaf: Arab Museum of Modern Art (Doha), and the Arab World Institute (Paris). “Sinopia” has been acquired for the permanent collections of the Bahrain National Museum and the Ramzi Dalloul private museum, Beirut, which also holds a full edition of the “Metamorphosis” collages. His 2014 monograph, Steve Sabella - Photography 1997-2014 was published by Hatje Cantz and the Akademie der Künste, Berlin, which awarded him the Ellen Auerbach Award for Photography in 2008. Other recent publications include Archaeology of the Future (Maretti Editore, 2014), released alongside his retrospective, and Fragments From Our Beautiful Future (Kerber Verlag, 2017), accompanying his exhibition at The Bumiller Collection, Berlin.
Sabella is also an accomplished author. His memoir The Parachute Paradox was published by Kerber Verlag in 2016, and won the Eric Hoffer and Nautilus Book Awards for the best in its genre. London’s Al-Araby Al-Jadeed claimed the book “proposes a subject
03
maggio 2018
Steve Sabella – Wavelengths
Dal 03 maggio al 28 giugno 2018
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
METROQUADRO
Torino, Corso San Maurizio, 73/F, (Torino)
Torino, Corso San Maurizio, 73/F, (Torino)
Orario di apertura
martedì a sabato ore 16 - 19
Vernissage
3 Maggio 2018, h 18:30 - 22:00
Autore