“La “i” minuscola ovvero le gibigiane. Sulla terra, sulla volta celeste cammina, cammina la patetica “i”, si scontra, si sbilancia, evade in un crescendo di torsioni, di riflessi, di combinazioni, di moltiplicazioni. La fila delle “i” si accorcia o si allunga, si avvolge su se stessa, nel cerchio gli estremi si rincorrono e la poesia deborda in strane gibigiane. Per chi non lo sapesse la “gibigiana” è il baluginio che si ottiene facendo colpire uno specchietto da un raggio di sole.”

Lo spettacolo è composto da una serie di quaranta miniature poetiche visuali create dalla luce attraverso l’utilizzo di specchi trattati. È un continuo processo di creazione, che ha avuto inizio nel 1993 e da quell’epoca sono cambiati schermi, strumenti, modi di interpretazione. È un diario di sempre nuovi esperimenti e ricerche.





Tadeusz Wierzbicki, poeta e autore delle sceneggiature cinematografiche e teatrali, creatore delle proprie tecniche di animazione della poesia visuale (teatro della luce, teatro delle ombre accostate allo schermo con utilizzo delle caratteristiche magnetiche e di elettrostaticità), nel 1986 si laurea presso la Scuola Statale Superiore di Arte Drammatica di Varsavia. Dopo diversi esperimenti artistici nel 1991 compra un podere lungo il fiume Warta e lo adatta come studio più tardi chiamato Laboratorio dei fenomeni (Laboratory of Appearences).
Appartenente all’avanguardia, nel suo Laboratorio delle Percezioni da dieci anni conduce ricerche artistiche sulla poesia visuale dinamica, creando un originale teatro sperimentale. Invece di animare le figure, usa la luce attribuendo ai segni diversi significati. Nel 1991 Wierzbicki ha creato il “Teatr Male i” – il teatro dove, una “i” minuscola, cioè un trattino e un punto di luce riflesso da uno specchio e progettato su uno schermo, diventa protagonista di una serie di miniature poetiche.