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Temporaneo. Arte contemporanea nella città in evoluzione
Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi e’ solito attraversare quei luoghi.
Comunicato stampa
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Un progetto nell’ambito della 34° edizione del Roma Jazz Festival, “Gezz – Generazione jazz”, che presenterà una panoramica delle nuove proposte del jazz italiano e che promuoverà diverse iniziative di carattere artistico non solo musicale, nello spirito della valorizzazione della creatività e dellʼinnovazione.
Inaugurazione sabato 13 novembre 2010 – Auditorium, Parco della Musica, Viale Pietro de Coubertin-
ore 11,00
Come si racconta il cambiamento di una città? Come si fa spazio alla modernità in un tessuto urbano connotato dalla storia?
Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi è solito attraversare quei luoghi.
Temporaneo rappresenta attraverso il linguaggio dell’arte il desiderio di cambiamento che riconfigura le nostre città in una prospettiva contemporanea e rappresenta l’occasione per ripensare alla categoria di monumento in una prospettiva performativa che riscrive temporaneamente i luoghi dell’abitare.
Artisti e opere:
Francesco Arena Torre, 2007 – EUR Laghetto, Passeggiata del Giappone – Antistante Palazzo ENI
Simone Berti Senza Titolo, 2008 – Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina 55
Sandrine Nicoletta Barrel (unit), 2010 – Università degli Studi Roma Tre – Piazzale del Rettorato Via Ostiense, 159
Alberto Tadiello LK100A, 2010 – Auditorium, Parco della Musica – Viale Pietro de Coubertin
Descrizione opere e note biografiche artisti
Francesco Arena, Torre, 2007
metallo zincato, parquet, legno, cm 120x85x438 cm
Courtesy Galleria Monitor, Roma
Simile alle torri di avvistamento e realizzata con una struttura di metallo che sostiene 340 metri quadri di parquet, Torre, è un’ opera che segna un limite tra memoria e oblio della storia del ventesimo secolo. I 340 metri quadri corrispondono infatti, alla presunta superficie in cui gli operai dello stabilimento siderurgico ‘Ilva’ di Taranto furono assoggettati a mobbing. Una scala consente di salire in cima e guardare da un’altezza onora e l paesaggio circostante. Un monumento contemporaneo che indaga, comprende e reinterpreta I fatti accaduti, fornendo sugli stessi un diverso punto di vista.
Francesco Arena (Mesagne, Brindisi, 1978. Vive e lavora a Cassano delle Murge).
Nel suo percorso artistico, affronta le tematiche legate alla memoria storica e personale, dando origine a una riflessione sui modi del funzionamento del ricordo.
I suoi lavori sono stati esposti presso: De Vleeshal, Middelburg; Fondazione Ermanno Casoli, Fabriano; Galleria Monitor, Roma; Nomas Foundation, Roma; G.A.M. Galleria d’arte Moderna, Bologna; PAC, Milano; Les sculptures meurent aussi, Kunsthalle, Mulhouse, Mulhouse; Palazzo Barberini, Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte, onora e d’Alba, Cuneo; la Triennale di Milano, Milano.
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Simone Berti, Senza Titolo, 2008
Calcestruzzo, alluminio cm 80 x 120 x 280
Courtesy Galleria Vistamare, Pescara
Una forma vegetale, un fiore artificiale, un giglio, per la precisazione, il cui stelo è formato da un tubo di cemento e i petali da riccioli di alluminio. La coesistenza tra forme naturali e componenti industriali, introduce lo spettatore in un mondo semi-organico, sospeso in una dimensione immaginaria, visionaria, apparentemente impossibile e al contempo sempre più probabile. Senza Titolo modifica il paesaggio, introduce ad uno spazio urbano nuovo, popolato da figure imprevedibili, ad un artificiale pulsante.
Simone Berti (Adria, Rovigo, 1966. Vive e lavora a Berlino)
Le sue opere sono una sorta di esperimento, un tentativo di presentare delle condizioni-limite: situazioni apparentemente stabili che, portate all’estremo, potrebbero ribaltarsi e trasformarsi nel loro opposto. Si percepisce sempre una componente di fragilità e una volontà destabilizzante nei confronti di schematismi e certezze consolidate.
Ha esposto presso: Galleria Vistamare, Pescara; Base, Firenze; Galleria Massimo De Carlo, Milano; GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; Villa Medici, Roma; Galleria onora, Bologna; Galleria Civica di Modena, Modena; 53^ Biennale di Venezia; MOCA The Museum of Contemporary Art,
Chicago; Palazzo Grassi, Venezia; MAXXI, Roma.
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Sandrine Nicoletta Barrel (unit), 2010
90x58x58 cm barile, lampadina, stampa su alluminio, materiale adesivo, scritta adesiva.
Un’ opera di carattere politico, che riflette sul recente passato e sulla storia odierna. I barili, uguali a quelli contenenti il greggio, realizzati nel 2005, riportavano la scritta ‘Therefore we shall sleep well’, altri con il grafico della crescita del prezzo del petrolio e poi il semplice numero 100, manifestando la volontà di aprire un discorso critico / polemico, sulla presenza delle truppe americane in Iraq e sull’aumento del costo del petrolio. A quegli stessi barili, nel 2010 con Barrel (unit) se ne aggiunge uno bianco che sarà una superficie a disposizione delle riflessioni del pubblico, nel tentativo di comprendere se, al di là delle dichiarazioni politiche, qualcosa sia veramente cambiato.
Sandrine Nicoletta (Aosta, 1970. Vive e lavora a Londra)
Utilizza diversi strumenti – dall’installazione al video alla performance – nell’ambito di un’indagine incentrata sulla condizione psicofisica dell’uomo e sul suo rapporto con lo spazio, con il reale e con l’immaginario. Il lavoro dell’artista è alla continua ricerca di una dialettica con lo spazio e con il pubblico.
Ha esposto in spazi e gallerie in Italia e all’estero tra le quail: : Alida Ivanov Gallery, Stoccolma; Under the Dust, Londra; Auditorium, Roma; MAN Museo d’Arte di Nuoro, Nuoro; Galleria Maze, Torino; Galleria Autoricambi, Roma; Galleria Neon, Bologna; Careof, Milano; Eco e Narciso della Provincia of Torino, Nole; GAM, Torino.
---
Alberto Tadiello LK100A, 2010
Struttura metallica, motore elettrico, sirena, manuale, sistema di cavi, 360 x 350 x 460 cm
Courtesy T293, Napoli
Un’imponente scultura, un’installazione sonora, nella quale la presenza fisica della struttura metallica incontra quella immateriale del suono, dando così vita ad un’opera extra-ordinaria e imprevedibile. LK110A, si presenta come un organismo nuovo nello spazio pubblico, un sistema complesso, che generando rumore, introdurrà una singolare presenza nel paesaggio urbano, producendo un nuovo stato di tensione nei passanti. Il suono si fa spazio: stordisce e sfiorisce.
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vincenza, 1983)
Alberto Tadiello realizza prevalentemente installazioni e performance incentrate sul rapporto tra suono e visione. L’artista indaga, attraverso le sue installazioni sonore, la dimensione scultorea dell’effetto acustico.
I suoi lavori sono stati esposti: T293, Napoli ; Art | 41 | Basel, Art Public, Basel; Newman Popiashvili Gallery, New York; Centre National d'Art Contemporain de Grenoble, Grenoble; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; X Initiative, New York .
Inaugurazione sabato 13 novembre 2010 – Auditorium, Parco della Musica, Viale Pietro de Coubertin-
ore 11,00
Come si racconta il cambiamento di una città? Come si fa spazio alla modernità in un tessuto urbano connotato dalla storia?
Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi è solito attraversare quei luoghi.
Temporaneo rappresenta attraverso il linguaggio dell’arte il desiderio di cambiamento che riconfigura le nostre città in una prospettiva contemporanea e rappresenta l’occasione per ripensare alla categoria di monumento in una prospettiva performativa che riscrive temporaneamente i luoghi dell’abitare.
Artisti e opere:
Francesco Arena Torre, 2007 – EUR Laghetto, Passeggiata del Giappone – Antistante Palazzo ENI
Simone Berti Senza Titolo, 2008 – Casa del Jazz Viale di Porta Ardeatina 55
Sandrine Nicoletta Barrel (unit), 2010 – Università degli Studi Roma Tre – Piazzale del Rettorato Via Ostiense, 159
Alberto Tadiello LK100A, 2010 – Auditorium, Parco della Musica – Viale Pietro de Coubertin
Descrizione opere e note biografiche artisti
Francesco Arena, Torre, 2007
metallo zincato, parquet, legno, cm 120x85x438 cm
Courtesy Galleria Monitor, Roma
Simile alle torri di avvistamento e realizzata con una struttura di metallo che sostiene 340 metri quadri di parquet, Torre, è un’ opera che segna un limite tra memoria e oblio della storia del ventesimo secolo. I 340 metri quadri corrispondono infatti, alla presunta superficie in cui gli operai dello stabilimento siderurgico ‘Ilva’ di Taranto furono assoggettati a mobbing. Una scala consente di salire in cima e guardare da un’altezza onora e l paesaggio circostante. Un monumento contemporaneo che indaga, comprende e reinterpreta I fatti accaduti, fornendo sugli stessi un diverso punto di vista.
Francesco Arena (Mesagne, Brindisi, 1978. Vive e lavora a Cassano delle Murge).
Nel suo percorso artistico, affronta le tematiche legate alla memoria storica e personale, dando origine a una riflessione sui modi del funzionamento del ricordo.
I suoi lavori sono stati esposti presso: De Vleeshal, Middelburg; Fondazione Ermanno Casoli, Fabriano; Galleria Monitor, Roma; Nomas Foundation, Roma; G.A.M. Galleria d’arte Moderna, Bologna; PAC, Milano; Les sculptures meurent aussi, Kunsthalle, Mulhouse, Mulhouse; Palazzo Barberini, Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte, onora e d’Alba, Cuneo; la Triennale di Milano, Milano.
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Simone Berti, Senza Titolo, 2008
Calcestruzzo, alluminio cm 80 x 120 x 280
Courtesy Galleria Vistamare, Pescara
Una forma vegetale, un fiore artificiale, un giglio, per la precisazione, il cui stelo è formato da un tubo di cemento e i petali da riccioli di alluminio. La coesistenza tra forme naturali e componenti industriali, introduce lo spettatore in un mondo semi-organico, sospeso in una dimensione immaginaria, visionaria, apparentemente impossibile e al contempo sempre più probabile. Senza Titolo modifica il paesaggio, introduce ad uno spazio urbano nuovo, popolato da figure imprevedibili, ad un artificiale pulsante.
Simone Berti (Adria, Rovigo, 1966. Vive e lavora a Berlino)
Le sue opere sono una sorta di esperimento, un tentativo di presentare delle condizioni-limite: situazioni apparentemente stabili che, portate all’estremo, potrebbero ribaltarsi e trasformarsi nel loro opposto. Si percepisce sempre una componente di fragilità e una volontà destabilizzante nei confronti di schematismi e certezze consolidate.
Ha esposto presso: Galleria Vistamare, Pescara; Base, Firenze; Galleria Massimo De Carlo, Milano; GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; Villa Medici, Roma; Galleria onora, Bologna; Galleria Civica di Modena, Modena; 53^ Biennale di Venezia; MOCA The Museum of Contemporary Art,
Chicago; Palazzo Grassi, Venezia; MAXXI, Roma.
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Sandrine Nicoletta Barrel (unit), 2010
90x58x58 cm barile, lampadina, stampa su alluminio, materiale adesivo, scritta adesiva.
Un’ opera di carattere politico, che riflette sul recente passato e sulla storia odierna. I barili, uguali a quelli contenenti il greggio, realizzati nel 2005, riportavano la scritta ‘Therefore we shall sleep well’, altri con il grafico della crescita del prezzo del petrolio e poi il semplice numero 100, manifestando la volontà di aprire un discorso critico / polemico, sulla presenza delle truppe americane in Iraq e sull’aumento del costo del petrolio. A quegli stessi barili, nel 2010 con Barrel (unit) se ne aggiunge uno bianco che sarà una superficie a disposizione delle riflessioni del pubblico, nel tentativo di comprendere se, al di là delle dichiarazioni politiche, qualcosa sia veramente cambiato.
Sandrine Nicoletta (Aosta, 1970. Vive e lavora a Londra)
Utilizza diversi strumenti – dall’installazione al video alla performance – nell’ambito di un’indagine incentrata sulla condizione psicofisica dell’uomo e sul suo rapporto con lo spazio, con il reale e con l’immaginario. Il lavoro dell’artista è alla continua ricerca di una dialettica con lo spazio e con il pubblico.
Ha esposto in spazi e gallerie in Italia e all’estero tra le quail: : Alida Ivanov Gallery, Stoccolma; Under the Dust, Londra; Auditorium, Roma; MAN Museo d’Arte di Nuoro, Nuoro; Galleria Maze, Torino; Galleria Autoricambi, Roma; Galleria Neon, Bologna; Careof, Milano; Eco e Narciso della Provincia of Torino, Nole; GAM, Torino.
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Alberto Tadiello LK100A, 2010
Struttura metallica, motore elettrico, sirena, manuale, sistema di cavi, 360 x 350 x 460 cm
Courtesy T293, Napoli
Un’imponente scultura, un’installazione sonora, nella quale la presenza fisica della struttura metallica incontra quella immateriale del suono, dando così vita ad un’opera extra-ordinaria e imprevedibile. LK110A, si presenta come un organismo nuovo nello spazio pubblico, un sistema complesso, che generando rumore, introdurrà una singolare presenza nel paesaggio urbano, producendo un nuovo stato di tensione nei passanti. Il suono si fa spazio: stordisce e sfiorisce.
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vincenza, 1983)
Alberto Tadiello realizza prevalentemente installazioni e performance incentrate sul rapporto tra suono e visione. L’artista indaga, attraverso le sue installazioni sonore, la dimensione scultorea dell’effetto acustico.
I suoi lavori sono stati esposti: T293, Napoli ; Art | 41 | Basel, Art Public, Basel; Newman Popiashvili Gallery, New York; Centre National d'Art Contemporain de Grenoble, Grenoble; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; X Initiative, New York .
13
novembre 2010
Temporaneo. Arte contemporanea nella città in evoluzione
Dal 13 al 28 novembre 2010
arte contemporanea
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 17-21; sabato, domenica e festivi 10-21
Vernissage
13 Novembre 2010, ore 11
Sito web
www.temporaneoart.org
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