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Temporary Monuments
verranno presentati due Monumenti Provvisori, installazioni site specific di Josephine Sassu, artista sarda tra le più originali e rappresentative del panorama isolano, e in esclusiva, “Rouge” di Erwin Olaf, quattro fotografie e un video, ultimo dissacrante lavoro dell’artista olandese
Comunicato stampa
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Venerdì 7 luglio 2006 dalle ore 22.30 after hour alla Capitol Arte Contemporanea. Nella notte bianca in Piazza del Carmine, al numero 14, verranno presentati due “monumenti provvisori”, installazioni site specific di Josephine Sassu, artista sarda tra le più originali e rappresentative del panorama isolano e in, esclusiva, Rouge di Erwin Olaf, quattro fotografie e un video, ultimo dissacrante lavoro dell’artista olandese.
Levità, carta immacolata e vetro intonso sono gli elementi dominanti dei Monumenti Provvisori, i nuovi lavori della Sassu, che si dedica, ancora una volta, a un’attività performativa con pazienza e abnegazione, misurandosi coi propri limiti e le proprie capacità. In essi l’artista concilia l’idea di monumento, per definizione permanente, definitivo, destinato all’eternità, con quella appunto di provvisorietà: un ossimoro realizzato con filo di cotone, foglie di carta velina e plastica trasparente. Opere di un’immensa fragilità che dietro l’apparente “leggerezza” nascondono rimandi a più concrete e incombenti fragilità esistenziali e in linea, pertanto, con la sua ricerca memore della lezione di Pino Pascali. In mostra, oltre alle installazioni, saranno presenti anche venticinque nuovi monumenti “tascabili” dell’artista, anch’essi quanto mai ironici e paradossali.
Rouge, di Erwin Olaf, è una patinata partita di calcio che si gioca in una stanza rossa, irreale e straniante, tra giocatori griffati fino ai denti, dalla dubbia identità sessuale ma dall’indubbio crudele cinismo. È la metafora dello sport e delle sue degenerazioni quando tocca le vette più alte. Quasi preveggente, non può non leggersi come spietata fotografia dei “monumenti provvisori” del calcio nostrano e del verminaio nel quale, fino a oggi, hanno pasciuto. In un’atmosfera al contempo kitsch e mélo evocante l’ultimo Fassbinder, i trans-calciatori giocano la loro partita, sgraziati e volgari, in un arengo rosso, drammatico e sanguigno, e nel sangue termina, truccata, anzi, truccatissima e impari. Una colata del liquido, vischiosissimo, investe infatti la forse inconsapevole protagonista, vittima sacrificale dal non più immacolato baby doll bianco. Rouge indaga, con cinica analisi, i cliché dell’esistenza contemporanea e Olaf, visivamente sofisticato e concettualmente destabilizzante, si conferma artista onnivoro. Da un lato si nutre del glamour del mondo della moda e attinge dal gioco al ribasso dei settimanali rosa, dall’altro pesca a piene mani dall’immaginario visivo elaborato da secoli di arte e da cent’anni di cinema: dal caleidoscopico barnum felliniano alle rarefatte ed esangui atmosfere di Visconti, passando per i paradossi visivi di Lynch.
Josephine Sassu è nata a Emsdetten in Germania nel 1970, vive e lavora a Banari (ss).
Nei sui lavori si è sempre messa in gioco con un’autoanalisi profonda e viscerale, vera e sofferta e, nella fattispecie, appena mitigata da un approccio ironico e disincantato. Memore della lezione di Pino Pascali ricostruisce un universo fantastico e inquietante, abitato da organismi alieni, che attraggono e provocano repulsione allo stesso tempo, distanti eppure pericolosamente vicini. Attingendo ai linguaggi della pubblicità, mutandone il senso con alcune sottigliezze lessicali di stampo concettuale, fa di questo mondo abitato da bacilli, microbi e germi – “altro” da noi ma tanto familiare –, una minaccia incombente e pervasiva.
Erwin Olaf ha firmato memorabili campagne pubblicitarie per Diesel, Heineken, Lavazza, Lee, ma ha anche ritratto donne e uomini nudi ed eccitati con buste griffate da stilisti famosi al posto della testa (Fashion Victims), ha messo in scena celebri figure reali dal melodrammatico destino (Royal Blood), pin-up ottuagenarie (Mature), pagliacci lascivi e violenti (Paradise the Club), portandosi a casa anche il Young European Photographer Prize, due Leoni d'argento a Cannes, l’Award Photography Annual New York. Nei suoi ultimi lavori – non solo fotografie, ma anche video e installazioni sonore – lo sfavillio sembra lasciar spazio alla penombra, il mostrato all’interiorità, mentre i corpi si fanno paradigmi dell’incomunicabilità umana.
Levità, carta immacolata e vetro intonso sono gli elementi dominanti dei Monumenti Provvisori, i nuovi lavori della Sassu, che si dedica, ancora una volta, a un’attività performativa con pazienza e abnegazione, misurandosi coi propri limiti e le proprie capacità. In essi l’artista concilia l’idea di monumento, per definizione permanente, definitivo, destinato all’eternità, con quella appunto di provvisorietà: un ossimoro realizzato con filo di cotone, foglie di carta velina e plastica trasparente. Opere di un’immensa fragilità che dietro l’apparente “leggerezza” nascondono rimandi a più concrete e incombenti fragilità esistenziali e in linea, pertanto, con la sua ricerca memore della lezione di Pino Pascali. In mostra, oltre alle installazioni, saranno presenti anche venticinque nuovi monumenti “tascabili” dell’artista, anch’essi quanto mai ironici e paradossali.
Rouge, di Erwin Olaf, è una patinata partita di calcio che si gioca in una stanza rossa, irreale e straniante, tra giocatori griffati fino ai denti, dalla dubbia identità sessuale ma dall’indubbio crudele cinismo. È la metafora dello sport e delle sue degenerazioni quando tocca le vette più alte. Quasi preveggente, non può non leggersi come spietata fotografia dei “monumenti provvisori” del calcio nostrano e del verminaio nel quale, fino a oggi, hanno pasciuto. In un’atmosfera al contempo kitsch e mélo evocante l’ultimo Fassbinder, i trans-calciatori giocano la loro partita, sgraziati e volgari, in un arengo rosso, drammatico e sanguigno, e nel sangue termina, truccata, anzi, truccatissima e impari. Una colata del liquido, vischiosissimo, investe infatti la forse inconsapevole protagonista, vittima sacrificale dal non più immacolato baby doll bianco. Rouge indaga, con cinica analisi, i cliché dell’esistenza contemporanea e Olaf, visivamente sofisticato e concettualmente destabilizzante, si conferma artista onnivoro. Da un lato si nutre del glamour del mondo della moda e attinge dal gioco al ribasso dei settimanali rosa, dall’altro pesca a piene mani dall’immaginario visivo elaborato da secoli di arte e da cent’anni di cinema: dal caleidoscopico barnum felliniano alle rarefatte ed esangui atmosfere di Visconti, passando per i paradossi visivi di Lynch.
Josephine Sassu è nata a Emsdetten in Germania nel 1970, vive e lavora a Banari (ss).
Nei sui lavori si è sempre messa in gioco con un’autoanalisi profonda e viscerale, vera e sofferta e, nella fattispecie, appena mitigata da un approccio ironico e disincantato. Memore della lezione di Pino Pascali ricostruisce un universo fantastico e inquietante, abitato da organismi alieni, che attraggono e provocano repulsione allo stesso tempo, distanti eppure pericolosamente vicini. Attingendo ai linguaggi della pubblicità, mutandone il senso con alcune sottigliezze lessicali di stampo concettuale, fa di questo mondo abitato da bacilli, microbi e germi – “altro” da noi ma tanto familiare –, una minaccia incombente e pervasiva.
Erwin Olaf ha firmato memorabili campagne pubblicitarie per Diesel, Heineken, Lavazza, Lee, ma ha anche ritratto donne e uomini nudi ed eccitati con buste griffate da stilisti famosi al posto della testa (Fashion Victims), ha messo in scena celebri figure reali dal melodrammatico destino (Royal Blood), pin-up ottuagenarie (Mature), pagliacci lascivi e violenti (Paradise the Club), portandosi a casa anche il Young European Photographer Prize, due Leoni d'argento a Cannes, l’Award Photography Annual New York. Nei suoi ultimi lavori – non solo fotografie, ma anche video e installazioni sonore – lo sfavillio sembra lasciar spazio alla penombra, il mostrato all’interiorità, mentre i corpi si fanno paradigmi dell’incomunicabilità umana.
07
luglio 2006
Temporary Monuments
Dal 07 luglio al 20 agosto 2006
arte contemporanea
Location
CAPITOL ARTE CONTEMPORANEA
Cagliari, Piazza Del Carmine, 14, (Cagliari)
Cagliari, Piazza Del Carmine, 14, (Cagliari)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 17.00 - 20.30
dal 13 al 17 agosto chiuso
Vernissage
7 Luglio 2006, ore 22.30
Autore