La mostra raccoglie una ventina di pitture di grande formato che testimoniano

gli sviluppi dell’attività degli ultimi sei anni dell’artista mantovana, anni fecondi che hanno

confermato la qualità della sua ricerca artistica, che le ha dato modo di partecipare ad importanti

mostre nazionali e internazionali, come il Premio Sulmona (2009), la XIV Biennale d’Arte Sacra al

Museo Stauros di San Gabriele (L’Aquila) (2010),Il Premio Internazionale Limen Arte a Vibo

Valentia(2010),la 54° Biennale d’Arte di Venezia-Padiglione Italia ( 2011), per citarne alcune.

L’itinerario visivo si snoda attraverso un aniconismo carico d’energia cosmica, che si materializza

nelle dinamiche della luce, sempre presente come spiritualizzazione della materia.

Giorgio Di Genova in catalogo scrive che Teresa Noto “ nell’abbandono alle proprie energie

interiori ha fatto riaffiorare dal suo profondo l’archetipica lotta dei contrari persistenti nel suo

sentire, cioè le tenebre e la luce, che hanno finito di stimolare la sua imagerie verso l’opzione di un

personale fiat lux”, riconoscendo che “aspira alla luce come conquista sempiterna”. E che, negli

ultimi anni, “ha toccato uno dei risultati più significativi con Rinascita di Shakti, congiunzione

inscindibile delle curve linee forza di due spirali, robusta metafora dell’energia creativa elementare

femminile.””Infatti in ogni opera è presente l’energia primeva di quella parte femminile della

psiche, da Jung individuata nell’anima , principio attivo della creatività, che i romantici chiamavano

ispirazione e che è insita anche nella psiche degli uomini, i quali ai dettami di essa, quando operano

artisticamente, obbediscono, spesso recuperando remote credenze sedimentate nelle profondità

dell’inconscio collettivo. Così è anche per Teresa Noto.””