Una mitologia moderna tutta da scoprire, dove autenticità e false notizie aumentate si tuffano nei profondi abissi rimanendo intrappolate nel ricordo di oggetti familiari di un epoca passata.

Le opere delle GWAW hanno uno strano eco di antichità, sembra che i loro artefatti abbiano subito col tempo delle trasformazioni, delle torsioni che generano una fauna e una flora oceanica fatta di coralli, crostacei e piccole forme di vita del fondale marino.
Il materiale usato è il marmo, elemento che si associa spesso ai ricordi, come le lapidi, l’arte funeraria, oppure monumenti e memoriali che sopportano e oltrepassano lo scorrere dei secoli.

Con questa mostra le Good Wives And Warriors vogliono omaggiare i migliaia di migranti che in questi anni hanno messo a repentaglio la propria esistenza per attraversare il Mediterraneo alla ricerca di un posto migliore di quello da cui sono fuggiti pieno di conflitti, persecuzioni e povertà. Coloro che non sono riusciti a sopravvivere al traghettamento carontiano hanno lasciato la propria speranza utopica di una nuova vita e la propria anima tra le onde.

Il messaggio sommerso nelle opere è positivo e poetico. Un’altra nuova Atlantide per queste artiste inglesi è sinonimo di una civiltà ipotetica, perduta nel tempo remoto: un tributo a coloro che affrontano un viaggio verso un utopica meta che non esiste ancora.