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Time Passages
In questa mostra Brunivo Buttarelli, Max Marra, Massimo Maselli e Pierantonio Verga si cimentano in riflessioni visive concernenti il tema del tempo.
Comunicato stampa
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In questa mostra Brunivo Buttarelli, Max Marra, Massimo Maselli e Pierantonio Verga si cimentano in riflessioni visive
concernenti il tema del tempo. Una mostra dal forte contenuto filosofico e scientifico sorretta dai contributi in catalogo,
ma anche di vicinanza concreta a ciascuno dei protagonisti, di un filosofo come Mario Alcaro, di un paleontologo come
Carmelo Petronio e di due letterati come Daniela Matronola e Corrado Bagnoli. Il curatore della mostra, il semiologo e
critico d’arte Omar Calabrese, prova a ricondurre la ricerca dei quattro artisti nell’ambito delle quattro prospettive indicate
dall’epistemologo Krzysztof Pomian: cronografia, determinazione dello scorrere del tempo immediato; cronometria,
misurazione delle successioni temporali; cronologia, logica delle successioni temporali; cronosofia, le interpretazioni che
si danno alle scansioni del tempo. A Calabrese è sembrato di poter ritracciare una concezione cronografica in alcune
delle opere di Piarantonio Verga, “soprattutto in quelle che vedono come protagonista la casa, il giorno, la notte e aspetti
della quotidianità. Ma forse anche in quei lavori che hanno come tema la lettera, con i loro “ritratti di scrittura” e l’idea di
ritmo, frequenza, misurata ripetizione si possono riscontare accenni al tempo come scansione dell’orologio”. Ad una
concezione cronometrica si possono riferire alcuni aspetti del lavoro di Brunivo Buttarelli, laddove lo scultore si richiama
“ai tempi lati dell’evoluzione geologica, osservati nella stratificazione dei materiali, soprattutto quelli di origine organica. Il
confronto fra il tempo di Gea (mito della natura dotata di una sua logica interna) e l’eternità dell’universo è in questo
senso abbastanza stringente”. Per il curatore della mostra quasi tutti i nostri artisti sono interessati alla dimensione della
cronologia, soprattutto nel senso di supporto per la memoria, singolare o collettiva. “Massimo Maselli, ad esempio,
presenta almeno tre grandi serie nelle quali la citazione della storia come costruzione antropologica delle culture è
evidente. I suoi “filosofi” richiamano il sapere filosofico delle origini (occidentali), indicando nei ritratti grecizzanti il
riferimento più cogente. I miti appartengono a questa stessa dimensione, anche se, come vedremo, il mito si pone
anche fuori o al di sopra del tempo e può dunque appartenere anche a un’altra categoria. E lo stesso si dica delle chiese
(esiste un “tempo della chiesa” contrapposto al “tempo del mercante”, stando sempre a Le Goffi) e persino dei gatti, che
citano l’iconografia medievale di una qualche chiesa nel Sud dell’Italia.” Anche in Max Marra è presente la dimensione
cronologica del tempo, “con l’analisi delle sue varianti culturali. Tipica in questo senso è la serie che richiama la memoria
dell’Oriente, indicazione tanto di una differente concezione del tempo, quanto dell’aspetto mnemonico personale delle
esperienze orientali dell’autore. In Marra ritroviamo anche un’idea del tempo storico attraverso i richiami, abbastanza
palesi, all’archeologia”. Brunivo Buttarelli partecipa alla riflessione “cronosofica” “con i suoi richiami al tempo ciclico e al
Kronos, contrapposto al tempo lineare. Ma anche gli altri autori sono influenzati dalla stessa posizione. Pierantonio
Verga, non a caso, ci offre immagini di un tempo dello spirito – ciclico per eccellenza – marcate dalla presenza
dell’angelo e del suo passaggio/futuro ritorno. Massimo Maselli, come si è visto, tratta dei miti e della loro dimensione atemporale
o meta-temporale. E infine Max Marra elabora strutture che fanno pensare all’idea di ciclicità di alcune forme
soggiacenti alle figure da lui elaborate”.Il tempo è un’esperienza complessa tipica degli esseri umani, e che oscilla
perennemente fra adesione ai processi della natura e proiezione del sistema culturale di una società o anche di un
individuo. D’altronde, non si può fare a meno di notare che l’esperienza del tempo è anche un fatto psichico individuale.
Gli artisti in mostra hanno voluto segnalare che esiste un tempo “a parte”, quello interiore, quello della soggettività che si
esprime nell’arte.
concernenti il tema del tempo. Una mostra dal forte contenuto filosofico e scientifico sorretta dai contributi in catalogo,
ma anche di vicinanza concreta a ciascuno dei protagonisti, di un filosofo come Mario Alcaro, di un paleontologo come
Carmelo Petronio e di due letterati come Daniela Matronola e Corrado Bagnoli. Il curatore della mostra, il semiologo e
critico d’arte Omar Calabrese, prova a ricondurre la ricerca dei quattro artisti nell’ambito delle quattro prospettive indicate
dall’epistemologo Krzysztof Pomian: cronografia, determinazione dello scorrere del tempo immediato; cronometria,
misurazione delle successioni temporali; cronologia, logica delle successioni temporali; cronosofia, le interpretazioni che
si danno alle scansioni del tempo. A Calabrese è sembrato di poter ritracciare una concezione cronografica in alcune
delle opere di Piarantonio Verga, “soprattutto in quelle che vedono come protagonista la casa, il giorno, la notte e aspetti
della quotidianità. Ma forse anche in quei lavori che hanno come tema la lettera, con i loro “ritratti di scrittura” e l’idea di
ritmo, frequenza, misurata ripetizione si possono riscontare accenni al tempo come scansione dell’orologio”. Ad una
concezione cronometrica si possono riferire alcuni aspetti del lavoro di Brunivo Buttarelli, laddove lo scultore si richiama
“ai tempi lati dell’evoluzione geologica, osservati nella stratificazione dei materiali, soprattutto quelli di origine organica. Il
confronto fra il tempo di Gea (mito della natura dotata di una sua logica interna) e l’eternità dell’universo è in questo
senso abbastanza stringente”. Per il curatore della mostra quasi tutti i nostri artisti sono interessati alla dimensione della
cronologia, soprattutto nel senso di supporto per la memoria, singolare o collettiva. “Massimo Maselli, ad esempio,
presenta almeno tre grandi serie nelle quali la citazione della storia come costruzione antropologica delle culture è
evidente. I suoi “filosofi” richiamano il sapere filosofico delle origini (occidentali), indicando nei ritratti grecizzanti il
riferimento più cogente. I miti appartengono a questa stessa dimensione, anche se, come vedremo, il mito si pone
anche fuori o al di sopra del tempo e può dunque appartenere anche a un’altra categoria. E lo stesso si dica delle chiese
(esiste un “tempo della chiesa” contrapposto al “tempo del mercante”, stando sempre a Le Goffi) e persino dei gatti, che
citano l’iconografia medievale di una qualche chiesa nel Sud dell’Italia.” Anche in Max Marra è presente la dimensione
cronologica del tempo, “con l’analisi delle sue varianti culturali. Tipica in questo senso è la serie che richiama la memoria
dell’Oriente, indicazione tanto di una differente concezione del tempo, quanto dell’aspetto mnemonico personale delle
esperienze orientali dell’autore. In Marra ritroviamo anche un’idea del tempo storico attraverso i richiami, abbastanza
palesi, all’archeologia”. Brunivo Buttarelli partecipa alla riflessione “cronosofica” “con i suoi richiami al tempo ciclico e al
Kronos, contrapposto al tempo lineare. Ma anche gli altri autori sono influenzati dalla stessa posizione. Pierantonio
Verga, non a caso, ci offre immagini di un tempo dello spirito – ciclico per eccellenza – marcate dalla presenza
dell’angelo e del suo passaggio/futuro ritorno. Massimo Maselli, come si è visto, tratta dei miti e della loro dimensione atemporale
o meta-temporale. E infine Max Marra elabora strutture che fanno pensare all’idea di ciclicità di alcune forme
soggiacenti alle figure da lui elaborate”.Il tempo è un’esperienza complessa tipica degli esseri umani, e che oscilla
perennemente fra adesione ai processi della natura e proiezione del sistema culturale di una società o anche di un
individuo. D’altronde, non si può fare a meno di notare che l’esperienza del tempo è anche un fatto psichico individuale.
Gli artisti in mostra hanno voluto segnalare che esiste un tempo “a parte”, quello interiore, quello della soggettività che si
esprime nell’arte.
18
dicembre 2010
Time Passages
Dal 18 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
MAGAZZINI DEL SALE DI SIENA
Siena, piazza del Campo, 1, (Siena)
Siena, piazza del Campo, 1, (Siena)
Orario di apertura
(da lunedì a domenica);
Natale chiuso; il giorno 01/01/11 aperto dalle 12 alle 16
Vernissage
18 Dicembre 2010, ore 18
Editore
SILVIA EDITRICE
Autore
Curatore