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Tina & Frida
Performance
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Accadimenti d'arte varia
"TINA & FRIDA"
con
Pino Cacucci, Serena Bandoli e Fabrizio Tarroni
Sesto appuntamento con "Trasmissioni", progetto realizzato da Arci N.A.
e
Assessorato alla Cultura, che porta all'interno dei locali di "Officina
delle
Arti" una serie di eventi d'arte varia, azioni, pensieri e parole che si
declinano intorno al mondo della musica.
L'appuntamento di giovedì 21 aprile si inserisce nel percorso di "Performance-Accadimenti
d'arte varia" e consiste in un'altra "produzione" appositamente creata
per
il progetto Trasmissioni in Officina delle Arti, che vedrà niente meno
che
Pino Cacucci, Serena Bandoli e Fabrizio Tarroni presentare un recital di
letture, immagini e suoni sulla vita e le opere della pittrice Frida Kahlo
e la fotografa Tina Modotti.
TINA & FRIDA
Viaggio letterario musicale sul Messico di Tina Modotti e Frida Kahlo
Pino Cacucci
voce narrante
Serena Bandoli
voce
Fabrizio Tarroni
chitarra e diavolerie elettroniche
I cuori di Frida
Mai un'artista tanto martoriata nel corpo è riuscita a trasformare la sofferenza
in energia per la propria arte. Esile e fortissima, Frida Kahlo non è solo
una pittrice ma un personaggio tra i più interessanti del '900. La malattia,
l'amore quasi ossessivo per Diego Rivera, la predilezione per l'autoritratto
e la fede rivoluzionaria, sono le tappe principali di questo viaggio.
Pino Cacucci e Tina Modotti
Una selva di sombreros che sciama nella calle: contadini in lotta, colti
durante una manifestazione, eredi della dignità e dell'orgoglio di essere
messicani, valori propugnati da Emiliano Zapata e da Pancho Villa nella
prima
rivoluzione del XX secolo. Tina Modotti scatta questa immagine nel 1928,
quando Zapata è stato assassinato da 9 anni e Villa da 5.
Ma i campesinos non si sono piegati, e lei è lì, in Messico, attratta
dal
clima di frenetica creatività post-rivoluzionaria: i muralisti dipingono
in pubblico su spazi della comunità, rifiutando il "privato" della tela,
scrittori e poeti si assumono compiti istituzionali nell'educazione della
nuova generazione, intellettuali di ogni angolo del mondo - dalle Americhe
all'Europa, e persino dall'Asia - accorrono in Messico per assistere, e
tentare
di partecipare, alla costruzione di una società nuova, di un nuovo modo
di
intendere i rapporti tra esseri umani. Molte aspettative verranno deluse
e tradite, ma non importa: in quegli anni tutto sembra possibile e realizzabile.
Tina ha abbandonato la ricerca stilistica che la voleva "allieva di Weston";
le pur memorabili foto naturalistiche hanno lasciato il posto alle donne,
agli uomini, ai bambini. Tina ha gettato le basi di quello che verrà poi
definito "reportage sociale", che altri seguiranno ottenendo maggior diffusione
nel mondo, come i fotoreporter della Magnum.
Volti di donne indigene umili quanto fiere, nella loro espressione indomita,
corpi di scaricatori nel porto di Veracruz, mani che lavano panni o muovono
fili di burattini, mani dalle mille fatiche, percorse da vene e tendini
a
fior di pelle. Falci, chitarre e cartuccere, a sintetizzare la "messicanità",
fatta di un duro lavoro, musica struggente e combattività.
E non ha remore neppure a creare fotomontaggi: un immenso cartellone che
pubblicizza vestiti di lusso, messo a sovrastare un uomo sfinito sul marciapiede,
emblema della disparità tra inganno consumista e realtà quotidiana. Per
Tina,
la macchina fotografica, la pesante Graflex grande formato che si porta
in
spalla per mezzo Messico, è uno strumento di denuncia, non più un mezzo
espressivo
artistico.
Qualche anno più tardi, non le basterà più, e si dedicherà interamente
alla
militanza, decidendo che "c'è troppo da fare per trovare il tempo di scattare
foto". Figlia di emigranti, partita dall'Italia della miseria a soli 17
anni
su un mercantile diretto a San Francisco, attraversò da protagonista gli
eventi che fecero e mutarono la storia del suo secolo, lasciandoci immagini
immortali del breve periodo in cui usò la fotografia come avrebbe usato
il
proprio corpo: per affermare la libertà di scelta e l'indipendenza di donna
e rivoluzionaria.
PINO CACUCCI note
Pino Cacucci è nato nel 1955 ad Alessandria, cresciuto a Chiavari (Ge),
e
trasferitosi a Bologna nel 1975 per frequentare il Dams. All'inizio degli
anni ottanta ha trascorso lunghi periodi a Parigi e a Barcellona, a cui
sono
seguiti i primi viaggi in Messico e in Centroamerica, dove ha poi risieduto
per alcuni anni. All'attività narrativa affianca un intenso lavoro di traduttore
Pino Cacucci attualmente vive a Bologna ed è un grande conoscitore della
realtà latinoamericana. Ha pubblicato Puerto Escondido (1990), da cui Gabriele
Salvatores ha tratto il film omonimo; San Isidro Futbòl (1991) da cui è
stato
tratto il film Viva San Isidro. Demasiado corazon è un thriller politico,
un viaggio messicano dallo sterminato Nord sino alle viscere oscure del
Sud,
un romanzo di disavventure che denuncia un crimine di massa basandosi su
un fatto realmente accaduto.
FABRIZIO TARRONI & SERENA BANDOLI note
Fabrizio Tarroni e Serena Bandoli si incontrano nel 1990. Entrambi provenienti
da esperienze musicali diverse, iniziano la loro attività principalmente
nei Club dell'Emilia Romagna. Sia dalla critica che dal pubblico che segue
i loro concerti, vengono considerati una delle più importanti realtà musicali
della Romagna. Nell'affrontare un repertorio volutamente eclettico, Tarroni
riesce a sfruttare le risonanze della sua semi-acustica anche come una
vera
e propria percussione che, fondendosi alla versatile voce della Bandoli,
creano una miscela alquanto personale ritmica, ritmica, armonica e melodica.
Dalla metà degli anni 90' il duo si esibisce nei clubs, piazze e teatri
con
oltre cento concerti all'anno. Numerosi i progetti speciali, parte integrante
della loro attività.
Il "duo" inoltre fa parte del gruppo "bluejazzamichevole" dei FAXTET, con
il quale realizzano diversi progetti discografici per l'etichetta indipendente
Faredollars/MobyDick.
"TINA & FRIDA"
con
Pino Cacucci, Serena Bandoli e Fabrizio Tarroni
Sesto appuntamento con "Trasmissioni", progetto realizzato da Arci N.A.
e
Assessorato alla Cultura, che porta all'interno dei locali di "Officina
delle
Arti" una serie di eventi d'arte varia, azioni, pensieri e parole che si
declinano intorno al mondo della musica.
L'appuntamento di giovedì 21 aprile si inserisce nel percorso di "Performance-Accadimenti
d'arte varia" e consiste in un'altra "produzione" appositamente creata
per
il progetto Trasmissioni in Officina delle Arti, che vedrà niente meno
che
Pino Cacucci, Serena Bandoli e Fabrizio Tarroni presentare un recital di
letture, immagini e suoni sulla vita e le opere della pittrice Frida Kahlo
e la fotografa Tina Modotti.
TINA & FRIDA
Viaggio letterario musicale sul Messico di Tina Modotti e Frida Kahlo
Pino Cacucci
voce narrante
Serena Bandoli
voce
Fabrizio Tarroni
chitarra e diavolerie elettroniche
I cuori di Frida
Mai un'artista tanto martoriata nel corpo è riuscita a trasformare la sofferenza
in energia per la propria arte. Esile e fortissima, Frida Kahlo non è solo
una pittrice ma un personaggio tra i più interessanti del '900. La malattia,
l'amore quasi ossessivo per Diego Rivera, la predilezione per l'autoritratto
e la fede rivoluzionaria, sono le tappe principali di questo viaggio.
Pino Cacucci e Tina Modotti
Una selva di sombreros che sciama nella calle: contadini in lotta, colti
durante una manifestazione, eredi della dignità e dell'orgoglio di essere
messicani, valori propugnati da Emiliano Zapata e da Pancho Villa nella
prima
rivoluzione del XX secolo. Tina Modotti scatta questa immagine nel 1928,
quando Zapata è stato assassinato da 9 anni e Villa da 5.
Ma i campesinos non si sono piegati, e lei è lì, in Messico, attratta
dal
clima di frenetica creatività post-rivoluzionaria: i muralisti dipingono
in pubblico su spazi della comunità, rifiutando il "privato" della tela,
scrittori e poeti si assumono compiti istituzionali nell'educazione della
nuova generazione, intellettuali di ogni angolo del mondo - dalle Americhe
all'Europa, e persino dall'Asia - accorrono in Messico per assistere, e
tentare
di partecipare, alla costruzione di una società nuova, di un nuovo modo
di
intendere i rapporti tra esseri umani. Molte aspettative verranno deluse
e tradite, ma non importa: in quegli anni tutto sembra possibile e realizzabile.
Tina ha abbandonato la ricerca stilistica che la voleva "allieva di Weston";
le pur memorabili foto naturalistiche hanno lasciato il posto alle donne,
agli uomini, ai bambini. Tina ha gettato le basi di quello che verrà poi
definito "reportage sociale", che altri seguiranno ottenendo maggior diffusione
nel mondo, come i fotoreporter della Magnum.
Volti di donne indigene umili quanto fiere, nella loro espressione indomita,
corpi di scaricatori nel porto di Veracruz, mani che lavano panni o muovono
fili di burattini, mani dalle mille fatiche, percorse da vene e tendini
a
fior di pelle. Falci, chitarre e cartuccere, a sintetizzare la "messicanità",
fatta di un duro lavoro, musica struggente e combattività.
E non ha remore neppure a creare fotomontaggi: un immenso cartellone che
pubblicizza vestiti di lusso, messo a sovrastare un uomo sfinito sul marciapiede,
emblema della disparità tra inganno consumista e realtà quotidiana. Per
Tina,
la macchina fotografica, la pesante Graflex grande formato che si porta
in
spalla per mezzo Messico, è uno strumento di denuncia, non più un mezzo
espressivo
artistico.
Qualche anno più tardi, non le basterà più, e si dedicherà interamente
alla
militanza, decidendo che "c'è troppo da fare per trovare il tempo di scattare
foto". Figlia di emigranti, partita dall'Italia della miseria a soli 17
anni
su un mercantile diretto a San Francisco, attraversò da protagonista gli
eventi che fecero e mutarono la storia del suo secolo, lasciandoci immagini
immortali del breve periodo in cui usò la fotografia come avrebbe usato
il
proprio corpo: per affermare la libertà di scelta e l'indipendenza di donna
e rivoluzionaria.
PINO CACUCCI note
Pino Cacucci è nato nel 1955 ad Alessandria, cresciuto a Chiavari (Ge),
e
trasferitosi a Bologna nel 1975 per frequentare il Dams. All'inizio degli
anni ottanta ha trascorso lunghi periodi a Parigi e a Barcellona, a cui
sono
seguiti i primi viaggi in Messico e in Centroamerica, dove ha poi risieduto
per alcuni anni. All'attività narrativa affianca un intenso lavoro di traduttore
Pino Cacucci attualmente vive a Bologna ed è un grande conoscitore della
realtà latinoamericana. Ha pubblicato Puerto Escondido (1990), da cui Gabriele
Salvatores ha tratto il film omonimo; San Isidro Futbòl (1991) da cui è
stato
tratto il film Viva San Isidro. Demasiado corazon è un thriller politico,
un viaggio messicano dallo sterminato Nord sino alle viscere oscure del
Sud,
un romanzo di disavventure che denuncia un crimine di massa basandosi su
un fatto realmente accaduto.
FABRIZIO TARRONI & SERENA BANDOLI note
Fabrizio Tarroni e Serena Bandoli si incontrano nel 1990. Entrambi provenienti
da esperienze musicali diverse, iniziano la loro attività principalmente
nei Club dell'Emilia Romagna. Sia dalla critica che dal pubblico che segue
i loro concerti, vengono considerati una delle più importanti realtà musicali
della Romagna. Nell'affrontare un repertorio volutamente eclettico, Tarroni
riesce a sfruttare le risonanze della sua semi-acustica anche come una
vera
e propria percussione che, fondendosi alla versatile voce della Bandoli,
creano una miscela alquanto personale ritmica, ritmica, armonica e melodica.
Dalla metà degli anni 90' il duo si esibisce nei clubs, piazze e teatri
con
oltre cento concerti all'anno. Numerosi i progetti speciali, parte integrante
della loro attività.
Il "duo" inoltre fa parte del gruppo "bluejazzamichevole" dei FAXTET, con
il quale realizzano diversi progetti discografici per l'etichetta indipendente
Faredollars/MobyDick.
21
aprile 2005
Tina & Frida
21 aprile 2005
performance - happening
Location
OFFICINA DELLE ARTI
Reggio Nell'emilia, Via Brigata Reggio, 29, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Brigata Reggio, 29, (Reggio Nell'emilia)
Vernissage
21 Aprile 2005, ore 21.35
Autore