Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tiziano. L’enigma dell’autoritratto
I due dipinti raffiguranti il Maestro cadorino fanno parte della raccolta degli Uffizi di Firenze – dove non erano esposti al pubblico – e sono stati ottenuti in prestito dalla Magnifica Comunità di Cadore per essere collocati nella quattrocentesca dimora del pittore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
I due dipinti raffiguranti il Maestro cadorino fanno parte della raccolta degli Uffizi di Firenze - dove non
erano esposti al pubblico - e sono stati ottenuti in prestito dalla Magnifica Comunità di Cadore per essere
collocati nella quattrocentesca dimora del pittore dal 28 luglio al 29 settembre.
La mostra, intitolata Tiziano. L’enigma dell’autoritratto, proporrà ai visitatori due opere poco conosciute
ma particolarmente interessanti per almeno due motivi: esse da un lato restituiscono un’immagine
dell’artista classica e riconoscibile da tutti (sono filiazioni del celebre Autoritratto custodito a Berlino),
dall’altro evocano una terza opera, il “ritratto cadorino”, di cui era in possesso il cugino del pittore,
Tiziano Vecellio detto L’oratore, e di cui si sono perse le tracce.
Più che una mostra il progetto espositivo Tiziano. L’enigma dell’autoritratto sarà un racconto che si
comporrà di contributi e linguaggi diversi, snodandosi tra il Cadore e Firenze: fulcro di questa narrazione,
in cui ci si potrà immergere da domenica 28 luglio a domenica 29 settembre nella casa - museo di Tiziano
Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 1576) a Pieve di Cadore, Belluno, saranno due opere che
la Magnifica Comunità di Cadore ha ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, un
autoritratto che è sempre stato al centro dalla critica - e per questo misterioso - e un ritratto della scuola
nordica. Il progetto, promosso dalla Magnifica Comunità di Cadore, rientra nelle azioni di riqualificazione e
valorizzazione della casa natale di Tiziano Vecellio ed sostenuto dalla Fondazione Cariverona nell’ambito
del progetto Itinerari in rete: per lo sviluppo di un turismo culturale in Cadore. È dedicato alla memoria di
Lionello Puppi, autore di molti studi storico - artistici e, in particolare dell'Epistolario di Tiziano, e docente
universitario, già componente del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore,
recentemente scomparso: il titolo Tiziano. L’enigma dell’autoritratto è infatti preso in prestito da un suo
studio, apparso nel periodico StileArte nel 2007.
Obiettivo di Tiziano. L’enigma dell’autoritratto è “riportare” lo spirito di Tiziano a Pieve di Cadore: egli fu
espressione di un contesto storico, di un territorio, di particolari dinamiche sociali e per questo la Magnifica
Comunità di Cadore intende raccontarlo a tutto tondo, mostrando attraverso i ritratti il suo aspetto così
come è maggiormente riconosciuto (in età avanzata, con la tavolozza in mano; le due opere degli Uffizi
sono filiazioni del celebre Autoritratto custodito al Staatliche Museum di Berlino), portando i visitatori
nella casa in cui nacque, crebbe e che frequentò per tutta la vita ed esponendo documenti storici originali
solitamente conservati nell’Archivio antico e nella Biblioteca Tizianesca attraverso i quali si cerca di
ricostruire la storia delle due opere prestate dagli Uffizi e di un terzo autoritratto, detto “il ritratto
cadorino” di cui era in possesso il cugino del pittore, Vecello, (e in seguito il figlio Tiziano Vecellio detto
L’Oratore) e di cui oggi si sono perse le tracce. E’ a questa terza opera, di cui rimane solo la testimonianza
storica, che il titolo del progetto fa riferimento.
“La Magnifica Comunità di Cadore, - spiega Renzo Bortolot, presidente dell’ente - a partire dal 2017 ha
intrapreso un percorso per realizzare una serie di focus di approfondimento delle vicende di Tiziano
Vecellio e della sua bottega, direttamente connesse alla sua patria, il territorio dolomitico cadorino, oggi
anche Patrimonio dell’Umanità. Anche questa nuova importante iniziativa rientra nel progetto di
valorizzazione di opere meno note e strettamente legate al Maestro e al contesto cadorino, collocate nella
dimora di famiglia, luogo storico, intensamente vissuto, nei secoli, dai protagonisti del celebre casato”.
Le opere. Il progetto offrirà l’opportunità di ammirare le due opere Ritratto di Tiziano (olio su carta
incollata su tavola e Ritratto di Tiziano (olio su tela), che non erano visibili a Firenze (una si trovava nel
Corridoio Vasariano, ora chiuso per restauro, e l’altra nel deposito del museo): nonostante il dibattito
critico sia aperto, la qualità di entrambe è elevata ed emerge grazie al recente restauro, avvenuto nel
2007 per l’olio su tela e nel 2016 per l’olio su carta. In particolare, riguardo all’olio su tela, la critica fino
all’Ottocento aveva ritenuto il dipinto di mano tizianesca mentre in seguito, anche a causa delle pessime
condizioni di conservazione, aveva sollevato molti dubbi a riguardo. Autografa o copia, l’opera che ritrae il
Maestro con la tavolozza in mano resta importante per la sua comprensione immediata. L’Autoritratto di
Berlino ha costituito un modello - riconoscibile da tutti e facilmente divulgabile, è “quell’immagine” che si
materializza nella mente di ognuno di noi quando viene nominato Tiziano, la sua icona.
Accanto a queste due opere, presenti fisicamente nella casa - museo di Tiziano, ve ne sarà idealmente
anche una terza, quel “ritratto cadorino” riscoperto da Lionello Puppi nel 2007 e avvolto nel mistero, che
non sarà visibile perché se ne sono perse le tracce ma sarà evocato dagli altri due e raccontato attraverso le
fonti storiche della Magnifica Comunità di Cadore. Dalla fine del Cinquecento era presente a Pieve nella
casa del cugino Vecello, al quale l’artista l’aveva consegnato, per poi passare di generazione in generazione
ai suoi discendenti, in primis il figlio, il celebre Tiziano Vecellio detto L’oratore, nel testamento del quale se
ne ritrova traccia (“tre quadri con li ritratti dal naturale delli qq.m Signori nostro Avo, Padre et del
celeberrimo Signor Tiziano Vecellio Pittore”).
La sede. La casa natale di Tiziano si trova nel cuore di Pieve di Cadore e all’epoca della costruzione, nel
Quattrocento, rappresentava la dimora tipica di una famiglia locale distinta, che annoverava, tra i suoi
componenti, personaggi di prestigio: notai, mercanti di legname, incaricati della gestione della cosa
pubblica. L’edificio odierno è composto da due piani in muratura, dalla planimetria irregolare, con ballatoi,
scala esterna in legno e tetto a due falde con copertura a scàndole. Al pianterreno l’ampio locale con
pavimento in legno a tronchetti ospita una raccolta di riproduzioni della collezione di disegni tizianeschi
della Galleria degli Uffizi di Firenze e documentazione relativa al Pittore. Salita la ripida scala in legno, si
accede al piano superiore, nelle cinque suggestive stanze dove probabilmente Tiziano trascorse l’infanzia e,
successivamente - dopo il suo trasferimento a Venezia - soggiornò ogni volta che faceva ritorno in patria.
Qui aleggia ancora lo spirito dell’artista: lo si percepisce nella cucina con il grande foghér (focolare), lo si
avverte nelle due camere ma, soprattutto nell’intimità della stùa, foderata di legno e con il rustico soffitto a
cassettoni. L’emozione di calcare le assi del pavimento malferme dal tempo o le pietre levigate della cucina
che videro nascere e crescere il Genio dell’arte pittorica del Rinascimento, è un’esperienza straordinaria.
Il dibattito storico - artistico. “È innegabile - spiega Matteo Da Deppo, responsabile Musei della Magnifica
Comunità di Cadore - che la questione degli autoritratti tizianeschi, faccenda spinosa e complessa, non
verrà dipanata con questa mostra, ma sicuramente essa potrà rappresentare una forte rievocazione del
legame che il personaggio più importante del Cadore conservava verso la propria terra e della sua presenza
che, nel corso della sua lunga esistenza, non venne mai meno. Sotto il profilo artistico, invece, la
ricostruzione della storia dei due dipinti può confermare la prassi secondo la quale le derivazioni pittoriche e
grafiche venivano eseguite in bottega e trattenute nello studio del Maestro quando ancora era in vita”.
Accanto a ciò, l’opportunità di esporre due ritratti attribuiti alla bottega o successivi, ma probabilmente
creati attraverso la riproposizione di autoritratti del Maestro, rappresenta un’opportunità per proseguire il
dibattito scientifico incentrato sull’importanza dell’autoritratto nell’arte del Cinquecento, in una sede
storica come quella della casa natale che dona un’aura del tutto particolare alle opere.
erano esposti al pubblico - e sono stati ottenuti in prestito dalla Magnifica Comunità di Cadore per essere
collocati nella quattrocentesca dimora del pittore dal 28 luglio al 29 settembre.
La mostra, intitolata Tiziano. L’enigma dell’autoritratto, proporrà ai visitatori due opere poco conosciute
ma particolarmente interessanti per almeno due motivi: esse da un lato restituiscono un’immagine
dell’artista classica e riconoscibile da tutti (sono filiazioni del celebre Autoritratto custodito a Berlino),
dall’altro evocano una terza opera, il “ritratto cadorino”, di cui era in possesso il cugino del pittore,
Tiziano Vecellio detto L’oratore, e di cui si sono perse le tracce.
Più che una mostra il progetto espositivo Tiziano. L’enigma dell’autoritratto sarà un racconto che si
comporrà di contributi e linguaggi diversi, snodandosi tra il Cadore e Firenze: fulcro di questa narrazione,
in cui ci si potrà immergere da domenica 28 luglio a domenica 29 settembre nella casa - museo di Tiziano
Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 1576) a Pieve di Cadore, Belluno, saranno due opere che
la Magnifica Comunità di Cadore ha ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, un
autoritratto che è sempre stato al centro dalla critica - e per questo misterioso - e un ritratto della scuola
nordica. Il progetto, promosso dalla Magnifica Comunità di Cadore, rientra nelle azioni di riqualificazione e
valorizzazione della casa natale di Tiziano Vecellio ed sostenuto dalla Fondazione Cariverona nell’ambito
del progetto Itinerari in rete: per lo sviluppo di un turismo culturale in Cadore. È dedicato alla memoria di
Lionello Puppi, autore di molti studi storico - artistici e, in particolare dell'Epistolario di Tiziano, e docente
universitario, già componente del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore,
recentemente scomparso: il titolo Tiziano. L’enigma dell’autoritratto è infatti preso in prestito da un suo
studio, apparso nel periodico StileArte nel 2007.
Obiettivo di Tiziano. L’enigma dell’autoritratto è “riportare” lo spirito di Tiziano a Pieve di Cadore: egli fu
espressione di un contesto storico, di un territorio, di particolari dinamiche sociali e per questo la Magnifica
Comunità di Cadore intende raccontarlo a tutto tondo, mostrando attraverso i ritratti il suo aspetto così
come è maggiormente riconosciuto (in età avanzata, con la tavolozza in mano; le due opere degli Uffizi
sono filiazioni del celebre Autoritratto custodito al Staatliche Museum di Berlino), portando i visitatori
nella casa in cui nacque, crebbe e che frequentò per tutta la vita ed esponendo documenti storici originali
solitamente conservati nell’Archivio antico e nella Biblioteca Tizianesca attraverso i quali si cerca di
ricostruire la storia delle due opere prestate dagli Uffizi e di un terzo autoritratto, detto “il ritratto
cadorino” di cui era in possesso il cugino del pittore, Vecello, (e in seguito il figlio Tiziano Vecellio detto
L’Oratore) e di cui oggi si sono perse le tracce. E’ a questa terza opera, di cui rimane solo la testimonianza
storica, che il titolo del progetto fa riferimento.
“La Magnifica Comunità di Cadore, - spiega Renzo Bortolot, presidente dell’ente - a partire dal 2017 ha
intrapreso un percorso per realizzare una serie di focus di approfondimento delle vicende di Tiziano
Vecellio e della sua bottega, direttamente connesse alla sua patria, il territorio dolomitico cadorino, oggi
anche Patrimonio dell’Umanità. Anche questa nuova importante iniziativa rientra nel progetto di
valorizzazione di opere meno note e strettamente legate al Maestro e al contesto cadorino, collocate nella
dimora di famiglia, luogo storico, intensamente vissuto, nei secoli, dai protagonisti del celebre casato”.
Le opere. Il progetto offrirà l’opportunità di ammirare le due opere Ritratto di Tiziano (olio su carta
incollata su tavola e Ritratto di Tiziano (olio su tela), che non erano visibili a Firenze (una si trovava nel
Corridoio Vasariano, ora chiuso per restauro, e l’altra nel deposito del museo): nonostante il dibattito
critico sia aperto, la qualità di entrambe è elevata ed emerge grazie al recente restauro, avvenuto nel
2007 per l’olio su tela e nel 2016 per l’olio su carta. In particolare, riguardo all’olio su tela, la critica fino
all’Ottocento aveva ritenuto il dipinto di mano tizianesca mentre in seguito, anche a causa delle pessime
condizioni di conservazione, aveva sollevato molti dubbi a riguardo. Autografa o copia, l’opera che ritrae il
Maestro con la tavolozza in mano resta importante per la sua comprensione immediata. L’Autoritratto di
Berlino ha costituito un modello - riconoscibile da tutti e facilmente divulgabile, è “quell’immagine” che si
materializza nella mente di ognuno di noi quando viene nominato Tiziano, la sua icona.
Accanto a queste due opere, presenti fisicamente nella casa - museo di Tiziano, ve ne sarà idealmente
anche una terza, quel “ritratto cadorino” riscoperto da Lionello Puppi nel 2007 e avvolto nel mistero, che
non sarà visibile perché se ne sono perse le tracce ma sarà evocato dagli altri due e raccontato attraverso le
fonti storiche della Magnifica Comunità di Cadore. Dalla fine del Cinquecento era presente a Pieve nella
casa del cugino Vecello, al quale l’artista l’aveva consegnato, per poi passare di generazione in generazione
ai suoi discendenti, in primis il figlio, il celebre Tiziano Vecellio detto L’oratore, nel testamento del quale se
ne ritrova traccia (“tre quadri con li ritratti dal naturale delli qq.m Signori nostro Avo, Padre et del
celeberrimo Signor Tiziano Vecellio Pittore”).
La sede. La casa natale di Tiziano si trova nel cuore di Pieve di Cadore e all’epoca della costruzione, nel
Quattrocento, rappresentava la dimora tipica di una famiglia locale distinta, che annoverava, tra i suoi
componenti, personaggi di prestigio: notai, mercanti di legname, incaricati della gestione della cosa
pubblica. L’edificio odierno è composto da due piani in muratura, dalla planimetria irregolare, con ballatoi,
scala esterna in legno e tetto a due falde con copertura a scàndole. Al pianterreno l’ampio locale con
pavimento in legno a tronchetti ospita una raccolta di riproduzioni della collezione di disegni tizianeschi
della Galleria degli Uffizi di Firenze e documentazione relativa al Pittore. Salita la ripida scala in legno, si
accede al piano superiore, nelle cinque suggestive stanze dove probabilmente Tiziano trascorse l’infanzia e,
successivamente - dopo il suo trasferimento a Venezia - soggiornò ogni volta che faceva ritorno in patria.
Qui aleggia ancora lo spirito dell’artista: lo si percepisce nella cucina con il grande foghér (focolare), lo si
avverte nelle due camere ma, soprattutto nell’intimità della stùa, foderata di legno e con il rustico soffitto a
cassettoni. L’emozione di calcare le assi del pavimento malferme dal tempo o le pietre levigate della cucina
che videro nascere e crescere il Genio dell’arte pittorica del Rinascimento, è un’esperienza straordinaria.
Il dibattito storico - artistico. “È innegabile - spiega Matteo Da Deppo, responsabile Musei della Magnifica
Comunità di Cadore - che la questione degli autoritratti tizianeschi, faccenda spinosa e complessa, non
verrà dipanata con questa mostra, ma sicuramente essa potrà rappresentare una forte rievocazione del
legame che il personaggio più importante del Cadore conservava verso la propria terra e della sua presenza
che, nel corso della sua lunga esistenza, non venne mai meno. Sotto il profilo artistico, invece, la
ricostruzione della storia dei due dipinti può confermare la prassi secondo la quale le derivazioni pittoriche e
grafiche venivano eseguite in bottega e trattenute nello studio del Maestro quando ancora era in vita”.
Accanto a ciò, l’opportunità di esporre due ritratti attribuiti alla bottega o successivi, ma probabilmente
creati attraverso la riproposizione di autoritratti del Maestro, rappresenta un’opportunità per proseguire il
dibattito scientifico incentrato sull’importanza dell’autoritratto nell’arte del Cinquecento, in una sede
storica come quella della casa natale che dona un’aura del tutto particolare alle opere.
28
luglio 2019
Tiziano. L’enigma dell’autoritratto
Dal 28 luglio al 29 settembre 2019
arte antica
Location
CENTRO STUDI TIZIANO E CADORE – CASA DI TIZIANO L’ORATORE
Pieve Di Cadore, Piazza Tiziano, 29, (Belluno)
Pieve Di Cadore, Piazza Tiziano, 29, (Belluno)
Vernissage
28 Luglio 2019, ore