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Tüzün – Rhapsody in blue
La riduzione dei tratti, la struttura del volto definita da linee di forza. La pittura di Tüzün, nome d’arte di Claudia Steger, declina il ritratto attraverso una serie di volti femminili di ieratica e ancestrale bellezza.
Comunicato stampa
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“Il volto è il teatro dell’uomo. Lì è il più nudo e il più mascherato” ha affermato lo scrittore e critico francese Roger Judrin.
Potrebbe essere racchiusa in queste parole l’essenza del lavoro di Tüzün (nome d’arte di Claudia Steger): la sua pittura declina il ritratto attraverso una serie di volti femminili di ieratica e ancestrale bellezza.
La riduzione dei tratti, la struttura del volto definita da linee di forza e dall’accostamento di campiture cromatiche e ombreggiature concorrono a fare in modo che l’immagine sembri comporsi, scomporsi e ricomporsi in enigmatiche espressioni.
Parte importante della sua iconografia si basa sul valore epidermico del colore, delle superfici mai omogenee che, lavorate con segni grafici, incisioni e abrasioni, diventano una struttura narrativa complessa che si sovrappone a quella figurativa. La compresenza di elementi ascrivibili a linguaggi diversi definisce motivi di piani tendenti alla pittura astratta in cui ogni campitura ha un’intrinseca qualità espressiva. Una cromia giocata sulle gradazioni di azzurro, ocra, bianco e il segno del carboncino lasciato visibile trasmettono l’energia del fare artistico, segnando morfologicamente la figura.
Non vi è profondità nello spazio rappresentato, ma un’integrazione bidimensionale tra le forme e lo sfondo. Contraddistinti da poche linee precise e nette, i disegni risultano essenziali ma compiuti, evocando la sensazione di una presenza concreta. Le forme, dense e quasi scultoree, caratterizzano la sua pittura, assorbendo molti aspetti dell’arte primitiva.
Le soluzioni formali di Tüzün, lo stile essenziale e introspettivo collocano i suoi dipinti al conine tra i piani fenomenologico ed ermeneutico: questi volti non descrivono la realtà, ma si pongono come limine tra interiorità ed esteriorità. L’artista è capace di restituire, attraverso il proprio tratto, la forza e l’eleganza della figura femminile. L’utilizzo predominante delle tonalità di azzurro denota la valenza psicologica e intima del ritratto: non si tratta di trascrivere una fisionomia, quanto un tratto caratteriale, uno stato d’animo. Un elemento primigenio dell’essere donna che infonde a questi visi la capacità e la potenzialità di diventare senso comune.
Come suggerisce il titolo di molte opere “Rhapsody in Blue”, omaggio a Gershwin, i ritratti di Tüzün sono una perfetta amalgama visiva tra elementi classici e modulazioni astratte, vivacità ritmica del segno e percezione di una velata malinconia, tra purezza formale nel modellato e vigore espressivo del tratto. Il dipinto, più che simulacro del reale, traduce così la fisionomia psicologica in una sorta di maschera, caricandosi di valori spirituali e simbolici.
Potrebbe essere racchiusa in queste parole l’essenza del lavoro di Tüzün (nome d’arte di Claudia Steger): la sua pittura declina il ritratto attraverso una serie di volti femminili di ieratica e ancestrale bellezza.
La riduzione dei tratti, la struttura del volto definita da linee di forza e dall’accostamento di campiture cromatiche e ombreggiature concorrono a fare in modo che l’immagine sembri comporsi, scomporsi e ricomporsi in enigmatiche espressioni.
Parte importante della sua iconografia si basa sul valore epidermico del colore, delle superfici mai omogenee che, lavorate con segni grafici, incisioni e abrasioni, diventano una struttura narrativa complessa che si sovrappone a quella figurativa. La compresenza di elementi ascrivibili a linguaggi diversi definisce motivi di piani tendenti alla pittura astratta in cui ogni campitura ha un’intrinseca qualità espressiva. Una cromia giocata sulle gradazioni di azzurro, ocra, bianco e il segno del carboncino lasciato visibile trasmettono l’energia del fare artistico, segnando morfologicamente la figura.
Non vi è profondità nello spazio rappresentato, ma un’integrazione bidimensionale tra le forme e lo sfondo. Contraddistinti da poche linee precise e nette, i disegni risultano essenziali ma compiuti, evocando la sensazione di una presenza concreta. Le forme, dense e quasi scultoree, caratterizzano la sua pittura, assorbendo molti aspetti dell’arte primitiva.
Le soluzioni formali di Tüzün, lo stile essenziale e introspettivo collocano i suoi dipinti al conine tra i piani fenomenologico ed ermeneutico: questi volti non descrivono la realtà, ma si pongono come limine tra interiorità ed esteriorità. L’artista è capace di restituire, attraverso il proprio tratto, la forza e l’eleganza della figura femminile. L’utilizzo predominante delle tonalità di azzurro denota la valenza psicologica e intima del ritratto: non si tratta di trascrivere una fisionomia, quanto un tratto caratteriale, uno stato d’animo. Un elemento primigenio dell’essere donna che infonde a questi visi la capacità e la potenzialità di diventare senso comune.
Come suggerisce il titolo di molte opere “Rhapsody in Blue”, omaggio a Gershwin, i ritratti di Tüzün sono una perfetta amalgama visiva tra elementi classici e modulazioni astratte, vivacità ritmica del segno e percezione di una velata malinconia, tra purezza formale nel modellato e vigore espressivo del tratto. Il dipinto, più che simulacro del reale, traduce così la fisionomia psicologica in una sorta di maschera, caricandosi di valori spirituali e simbolici.
12
novembre 2022
Tüzün – Rhapsody in blue
Dal 12 al 26 novembre 2022
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 9:30–13:00 / 15:00–19:00
sabato ore 15:00–19:00
Vernissage
12 Novembre 2022, ore 17:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico