Dopo la consueta pausa riprende la stagione espositiva della Galleria Zanetti (via Matteotti 12) di Bozzolo, accogliente centro virgiliano a pochi chilometri dalla nostra città, con una personale di Ulisse Gualtieri. L’esposizione, che rimane aperta al pubblico sino al 17 settembre, comprende prevalentemente quadri a tema paesaggistico di recente esecuzione, raccolti sotto il titolo “L’emozione del colore”. L’artista, nativo di Casalbuttano, dove svolge la propria attività creativa, si è dedicato all’arte sin da ragazzo, eseguendo, da principio, numerosi disegni, sentendosi particolarmente attratto dal chiaroscuro. Successivamente ha pensato di passare al colore. Convinto che “se il disegno è un dono di natura, l’uso delle tinte si impara solo attraverso lo studio”, ha deciso di frequentare per un triennio, siamo nel 1980, una scuola serale d’arte presso il Castello di Soncino. Dopo quasi una decina d’anni di studio autonomo, guardando alle tecniche dei grandi maestri e confrontandosi con altri pittori nell’ambito di vari concorsi artistici, ha tenuto la prima personale a Cremona nel 1988 alla Galleria Sant’Antonio di via Aselli. “Un anno dopo - dice Gualtieri – ho capito che la tecnica a spatola era la mia strada”. Infatti, nonostante la varietà di modalità esecutive messe in atto, l’artista si rende pienamente conto che quest’ultima riesce pienamente a dare risalto ai colori e alle forme che ama rappresentare sulla tela. Ciò spiega anche l’evoluzione tematica che ha compiuto in parecchi anni di frequentazione del mondo delle cosiddette Belle Arti, lasciando progressivamente il ritratto e la figura per dedicarsi all’informale (un suo quadro è risultato finalista al Premio Arte, promosso dall’omonima rivista, edita da Mondadori) e soprattutto al paesaggio. Questi due filoni tematici non sono antitetici, come potrebbero sembrare all’apparenza, almeno per quanto riguarda il pittore di Casalbuttano, dal momento che, come lui stesso afferma, “per realizzare i miei quadri mi ispiro al reale, ma poi mi lascio trasportare dalla fantasia”.. Dunque egli propone paesaggi immaginari, dove il dato realista e quello rappresentativo si fondono in una perfetta simbiosi lirica. Ne esce un figurativo moderno in cui l’artista porta al limite da un lato la componente realista, che pare quasi sfumare nel colore puro, dall’altro lato la componente informale, specie per quanto riguarda l’accostamento e l’accordo cromatico. (Simone Fappanni)