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Umberto Chiodi – 2006/2013
INTERNO18 presenta la personale di Umberto Chiodi. Una selezione di 86 lavori eseguiti dal 2006 – anno del trasferimento da Bologna a Milano – al 2013, che delineano, in una mostra antologica, il percorso che ha portato l’autore ai risultati odierni.
Comunicato stampa
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Artista dal segno eclettico e raffinato, indissolubilmente avvinto all’eleganza, rigenera continuamente la sua opera nell’ibridazione linguistica, mescolando le tecniche in maniera sapiente e sofisticata.
L’utilizzo dell’immagine è, in Chiodi, paragonabile al discorso verbale. Allitterazioni, assonanze, afonie e flussi di coscienza sono ottenuti senza bisogno di sillabe e sintagmi. In un gioco continuo di collegamenti e contrasti emergono tutti i tratti di un lungo e complesso percorso creativo.
I disegni su carta, che costituiscono il corpus d’esordio, sono opere fortemente legate all'illustrazione. I rimandi alla dimensione della fiaba e ad uno stile fin-de-siècle definiscono lo scenario in cui l'inconscio, nella formula lacaniana, si struttura come linguaggio. L’antropomorfismo dei soggetti è un mezzo per dare forma alle pulsioni, alle latenze, ai rimossi dell'uomo, che pretendono ascolto e giustizia. A Chiodi interessa la rappresentazione della duplicità, l’immagine di forze contrarie organizzate in forma allegorica.
Insieme a questi primi lavori si trova in mostra una serie di carte che ha per soggetto lo stemma araldico. Alla figurazione si aggiunge una riflessione sul concetto di blasone svuotato, che assurge a simbolo di una mancanza d’ordine politico-sociale, contrassegno di una Nobiltà intesa come Bellezza. Una ricerca sull’identità, sulla perdita d’orientamento, su una forma attiva di oblio.
Gli assemblaggi, così come la serie “Stasi” e “Incrocio”, testimoniano ancora l’attenzione che Chiodi ha per il tema della memoria e dell'identità. Con un’asciugatura delle componenti barocche del disegno e della pittura, l’opera diventa collage, bassorilievo o assemblaggio. Non conquista il tutto tondo, si ferma a una dimensione a parete pur disponendosi a superarla. Reperti, oggetti di recupero, texture e fotografie antiche, ricomposti e integrati da elementi grafici, come attraversati da una corrente sottocutanea, sono consegnati ad una vitalità enigmatica che appena accesa già si spegne, “che si mostra spegnendosi” scrive Giorgio Verzotti.
La serie “Crossage” costituisce il tentativo più recente di riunire disegno, collage, intaglio e intarsio di carte in un unico e simultaneo approccio. L’artista fa collimare elementi e materiali eterogenei per alludere a una serie di incidenti letterali e figurati fra il mondo naturale e quello macchinino. Le fonti iconografiche si mettono al servizio dell’opera, assecondando un flusso costante di rimandi. Umberto Chiodi ci offre una visione plurale, armonica e dissonante allo stesso tempo, frutto di una nuova coscienza del tempo e del mondo in cui viviamo.
L’utilizzo dell’immagine è, in Chiodi, paragonabile al discorso verbale. Allitterazioni, assonanze, afonie e flussi di coscienza sono ottenuti senza bisogno di sillabe e sintagmi. In un gioco continuo di collegamenti e contrasti emergono tutti i tratti di un lungo e complesso percorso creativo.
I disegni su carta, che costituiscono il corpus d’esordio, sono opere fortemente legate all'illustrazione. I rimandi alla dimensione della fiaba e ad uno stile fin-de-siècle definiscono lo scenario in cui l'inconscio, nella formula lacaniana, si struttura come linguaggio. L’antropomorfismo dei soggetti è un mezzo per dare forma alle pulsioni, alle latenze, ai rimossi dell'uomo, che pretendono ascolto e giustizia. A Chiodi interessa la rappresentazione della duplicità, l’immagine di forze contrarie organizzate in forma allegorica.
Insieme a questi primi lavori si trova in mostra una serie di carte che ha per soggetto lo stemma araldico. Alla figurazione si aggiunge una riflessione sul concetto di blasone svuotato, che assurge a simbolo di una mancanza d’ordine politico-sociale, contrassegno di una Nobiltà intesa come Bellezza. Una ricerca sull’identità, sulla perdita d’orientamento, su una forma attiva di oblio.
Gli assemblaggi, così come la serie “Stasi” e “Incrocio”, testimoniano ancora l’attenzione che Chiodi ha per il tema della memoria e dell'identità. Con un’asciugatura delle componenti barocche del disegno e della pittura, l’opera diventa collage, bassorilievo o assemblaggio. Non conquista il tutto tondo, si ferma a una dimensione a parete pur disponendosi a superarla. Reperti, oggetti di recupero, texture e fotografie antiche, ricomposti e integrati da elementi grafici, come attraversati da una corrente sottocutanea, sono consegnati ad una vitalità enigmatica che appena accesa già si spegne, “che si mostra spegnendosi” scrive Giorgio Verzotti.
La serie “Crossage” costituisce il tentativo più recente di riunire disegno, collage, intaglio e intarsio di carte in un unico e simultaneo approccio. L’artista fa collimare elementi e materiali eterogenei per alludere a una serie di incidenti letterali e figurati fra il mondo naturale e quello macchinino. Le fonti iconografiche si mettono al servizio dell’opera, assecondando un flusso costante di rimandi. Umberto Chiodi ci offre una visione plurale, armonica e dissonante allo stesso tempo, frutto di una nuova coscienza del tempo e del mondo in cui viviamo.
21
novembre 2013
Umberto Chiodi – 2006/2013
Dal 21 novembre 2013 al 05 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
INTERNO18
Cremona, Via Eugenio Beltrami, 18, (Cremona)
Cremona, Via Eugenio Beltrami, 18, (Cremona)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13 e 16-20, domenica ore 16-20
Vernissage
21 Novembre 2013, ore 18.00
Autore