L’artista, come un ragno tesse la tela, lavorando un uncinetto a maglie strette che anestetizza e cattura l'isolamento di una condizione mai completamente sua. Un esilio nella parte più buia dell'anima e della mente, quella in cui il talento dello stesso artista ricerca, da sempre, l'archetipo. Il comportamento che diventa immagine lo porta a metabolizzare l’imponderabile. Disegni infantili, opere di dilettanti, espressioni grafiche di alienati mentali, segni anonimi tratti da vecchi muri, reperti e oggetti trovati, manifestazioni artistiche primitive e spontanee, le tecniche dell’automatismo, ad esempio, vengono sublimate dall’artista che riesce a rileggere sé stesso e gli anfratti più inesplorati entro i quali si sviluppa la sua coscienza. Questa attitudine è significata da quella "luce" che rigenera l’oscuro scrutare, presente nel titolo. Un riferimento a Richard Linklater che con “A Scanner Darkly” rilegge la visione paranoico lisergica dell’omonimo romanzo di Philip Dick. Percorsi della mente non esprimibili attraverso la letteratura, ecco il senso del secondo titolo, riferito al capolavoro letterario di Ruth Rendell, peraltro coevo di quello di Dick.



Artisti: Lorenza Boisi (Milano, 1972), Giovanni De Francesco (Bergamo, 1976), Enza Galantini (Borgosesia, 1969), Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975), Dacia Manto (Milano, 1973), Luca Monterastelli (Forlimpopoli, 1983), Angelo Mosca (Chieti, 1961), Katja Noppes (Monaco di Baviera, 1967), Elena Von Hessen (Kiel, 1967).