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Vai: Vespa Arte Italiana
Una grande mostra dedicata ad uno degli “oggetti” più desiderati dagli appassionati di design e di motociclette di tutto il mondo: la Vespa.
Comunicato stampa
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Una grande mostra dedicata ad uno degli “oggetti” più desiderati dagli appassionati di design e di motociclette di tutto il mondo: la Vespa. Partendo da Berna (CH) il viaggio di questa straordinaria esposizione è arrivato in Italia, a Pietrasanta ed ora termina giustamente nello splendido Museo della Piaggio a Pontedera. L’idea che sta alla base di questo importante progetto presenta un doppio interesse in quanto ad un’esposizione di una selezione Vespe storiche, dei veri e propri cult a livello mondiale, si affianca un omaggio sul tema, realizzato da parte di importanti artisti contemporanei.
Per questo il valore aggiunto di quest’ esposizione è che si tratta di lavori realizzati ad hoc per l’ occasione. Del resto e’ un omaggio sincero e appassionato ad un veicolo indimenticabile che e il cui mito continua ad alimentarsi nel presente. Artisti importanti, di valore internazionale, assieme giovani talenti, sono stati accomunati dal desiderio di partecipare ad una felice operazione culturale attorno al fenomeno Vespa.
Le proposte rispettano i linguaggi e le scelte individuali e per questo verrà offerta una vera e propria iconografia dello scooter più famoso del mondo. Inoltre non è certamente da trascurare l’aspetto di una cultura dell’immagine che si confronta con una delle forme più viste e più ammirate. La Vespa, questo simbolo di libertà e di spensieratezza, è stata una felice idea progettuale e un grande prodotto industriale. Ma colpisce soprattutto il fatto che sia diventata quasi immediatamente un oggetto di culto. La sua personalità, le sue linee inconfondibili come solo un designer d’aeronautica come D’Ascanio poteva inventare, ne hanno fatto una vera e propria icona del Novecento. E il suo mito continua…
La Vespa è stata anche una grande idea che ha sempre messo d’accordo motociclisti e automobilisti con le sue caratteristiche che prendono qualcosa dell’una e dell’altra. Come tutte le grandi idee, ha riempito una porzione di spazio nella vita di tutti i giorni e in più ha saputo creare un gusto a portata di tutti: un vero ed esemplare prodotto del design. Nel corso di questi anni dalla sua creazione, l’oggetto-Vespa è stato studiato, desiderato, ammirato e riprodotto. Forse dopo la Gioconda è un altro dei grandi temi con cui cimentarsi.
Questa mostra documenta l’attualità del mito. Non un discorso storico e generale sulla motocicletta com’ è stato con la mostra “Mito Moto” di Reggio Emilia nel 1999 o nella più recente “Motocicletta” della Fondazione Mazzotta nel 2005 a Milano , ma un viaggio nell’immaginario collettivo con il contributo degli artisti. I creativi riescono sempre a collegare il particolare con l’universale, la visione personale con quella di tutti.
ARTISTI:
Kasumasa Mizokami.
Leggerezza e la materia della terracotta dipinta da una particolare bellezza alla scultura che nella dimensione contenuta è un vero e proprio microcosmo denso di particolari.. Un’immagine complessiva di allegria sottolineata da un prato fiorito che sembra sostenere come una nuvola i personaggi (padre e figlio-custode) sullo scooter, dà un tono di libertà e spensieratezza.
Gabriele Lamberti
Il diavolo in motoretta è ispirato dal mondo dell’infanzia, ma rivela anche l’spetto trasgressivo dell’ andare in moto e della velocità. L’artista fedele alla sua inclinazione a rivelare gli aspetti equivoci delle simbologie legate ai giochi per bambini, crea una nuova immagine associata alla Vespa, divertente e inquietane nello stesso tempo.
Gian Marco Montesano
Un’immagine di qualche anno che salta il tempo che passa e nello stesso tempo anche quegli oggetti che rimangono. Nel rigore della sua poetica che recupera le immagini della storia, anche di quelle delle storie di tutti i giorni, Montesano dà un quadro di costume in cui la moto entra in modo perfetto e naturale. I personaggi sono attori e spettatori di un momento storico, popolari e autentici attorniano il nuovo mezzo meccanico con una gioia semplice e diretta, che è sintesi di felicità.
Gianni Cella
Lo smalto su vetroresina dà a questi lavori un minimo di componente tecnologia che avvicina questi personaggi vegetali al mondo dei cartoon e dei giocattoli. Già quando lavorava con il celebre gruppo dei Plumcake, Cella aveva dedicato alla Vespa opere ormai celebri. Vi è un rapporto diretto, quasi spontaneo, tra la scelta artistica, la tecnica e l’oggetto che sembra siano nati insieme.
Raimondo Galeano
L’artista ha acquistato una Vespa storica, da museo, e ne ha progettato una rinascita secondo la propria poetica di lavorare, letteralmente, con la luce. Quando una vernice fluorescente, a moto s’ illumina , appare una visione leggera e sospesa nel vuoto. La magia di questo risultato sposta il mito completamente nella sfera dello spazio, oltre che del tempo. Galeano ha creato un oggetto nuovo affascinante e misterioso come un sogno.
Marco Lodola
La scultura luminosa di Lodola disegna degli scenari metropolitani in cui la Vespa ben si adatto. La caratteristica del colore e del perspex rendono avvolgente e calda la “luminosa” con una grafica da insegna notturna. La donna alla guida della moto completa un’immagine perfetta, il faro giallo si replica nel biondo dei capelli, mentre le gambe scoperte danno un sentore di estate che è certamente legato al piacere della guida su due ruote.
Simone Bergantini
Protagonista di quest’opera è il tempo, che trascorre non sempre invano. La moto è richiamata per metonimia, basta un particolare per riconoscerla, la mano dell’uomo nella parte superiore rivela un età non più giovane, dal 1946 a oggi il tempo è passato, ma sembra quasi che siamo noi umani ad avvertirlo. Il mito attende immutabile.
Arnold dall’O
Quasi un “piatto del buon ricordo”, i dischi cerati rivelano immagini di vita e di gioia. Il marchio è fonte di memoria spensierata, piacevole, erotica, qualcosa da tenere sempre a mente e da non lasciare cadere nell’oblio. Cosa ci può essere di più felice della gioventù? La vespa è tutto questo, scoperta, sensualità e piacere di vivere.
Angelo Davoli
In questo caso l’artista ha lavorato sul mito, quello di Prometeo, in particolare. iI gigante è diventato una Vespa che si impone dall’alto di una roccia. Attorno non vi sono aquile che l’assalgono, ma più moderni elicotteri. In questa dimensione mitologica il vecchio scooter si trova benissimo, porta la luce, la vita, attorno ha una tecnologia che invecchia rapidamente, che cerca di aggredirlo. Ma il risultato lo conosciamo. Il cielo oltre la vespa è sempre più blu.
Girolamo Ciulla
All’interno del cerchio magico formato dal corpo di uno dei suoi famosi coccodrilli e la sua stessa coda, Ciulla ha posto una piccola Vespa. L’atteggiamento dell’animale è vigile, sta facendo la guardia a qualcosa che ritiene giustamente prezioso. Ma sembra anche che natura e tecnologia trovino un punto d’ equilibrio, che non vi siano distinzioni tra un prima e un dopo, ma un’unica e felice sintesi .
Fulvio Di Piazza
E’ come se il Dio Pan si fosse scoperto motociclista, il che può sempre accadere, perché in questo perfetto quadro la vespa diventa natura cavalcata da altra natura. La meccanica scompare in una sorta di fiaba per bambini, in cui il racconto comincia con “c’era una volta”, lasciando in sospeso il finale. Del resto abbiamo sempre pensato che la vespa fosse una forza della natura.
Piero Mosti
Un’immagine consegnata al tempo, la moto blu con la sella monoposto confrontata con il giallo del muro consumato dallo scorrere delle ore. Ricordo e passato sono protagonisti di questa tela che ha molta nostalgia dentro, per i momenti che non ritornano, per le strade che non s’incontrano più.
Luca Piovaccari
Già dal titolo sappiamo molte cose, il modello più venduto, il più visto e ammirato. La ragazzina ha uno sguardo che va oltre, che guarda lontano. Sta aspettando una scusa per andare, e l’immagine della moto stagliata nella campagna romagnola, è un ottima occasione per farlo. Realtà e immaginazione sono più vicine di quanto si possa credere, il mito è in quello che ci portiamo dentro.
Mario Vespasiani
Con un taglio dal basso il ragazzo alato sulla moto, saluta la mamma e se ne và. Cosa dire, cosa aggiungere, il gesto è palese, forte e dichiarato. Il colore azzurro è già il cielo che verrà a breve solcato da una nuova felicità, da un essere a metà tra l’ umano e il meccanico, quasi celeste.
Luca Zampetti
Protagonista è la città, una metropoli , Londra probabilmente. Il conducente di un auto di lusso guida una donna su di una Vespa con curiosità e ammirazione. Siamo già dentro l’urban jungle e lo scooter è pronto a vincere la sua sfida. In quello sguardo d’automobilista c’è il senso di una confitta, la donna-mito guarda invece dall’alto in basso: in questo si legge chiara la gerarchia di chi arriverà prima e meglio, di chi sta andando avanti nella velocità sincopata del traffico, nelle strade senza nome delle immense periferie.
Davide Nido
Un’immagine molto grafica, che contrasta fortemente con lo sfondo, dà la sensazione che si abbia a che fare con un oggetto immaginario e non reale. La Vespa di Nido ha la brillantezza dello smalto e la preziosità di un gioiello, sembra la spilla da mettersi sul bavero della giacca. Diventa quasi un “distintivo”, nel senso letterale, qualcosa che distingue, che isola dal gruppo, che crea unicità.
Jessica Carroll
Una piccola Vespa di marmo riesce a richiamare molte cose, dalla caratteristica del lavoro alla qualità del materiale e alla sua storia strettamente tessuta in quella di Pietrasanta, ma anche la sottile ironia nello scambio di identità tra l’insetto e lo scooter. Se i suoi vuoi voli precedenti richiamavano la simbologia ebraica, in questo caso è la moto a volteggiare nel candido spazio dell’arte, in un mito che ha qualcosa di divertente e sacrale nello stesso tempo.
Cracking Art
Con la tendenza all’eccesso e all’iperbole tipica di questo gruppo, abbiamo davanti una moto che sconfina con tutti gli esseri viventi possibili, che è un coacervo di sostituzioni e di miscellanee possibili. Gambe al posto della forcella, agrumi, ossa, dolci e tutto quanto è forte senso del colore, compongono una sorta di souvenir magniloquente e mediterraneo. Un carretto siciliano che è gioia e vita, una fantasia barocca e plasticosa.
Danny Vescovi
Particolari che si scompongono, che sezionano una forma di apparizione molto contemporanea, molto frammentaria, ma nello stesso tempo chiara. Questa Vespa è in movimento. Sembra attraversare lo spazio e l’atmosfera, rifrangersi nelle trasparenze, proiettarsi in dimensioni parallele. Icona ma anche oggetto quotidiano, la vocazione viene fuori. L’identikit appare sinteticamente perfetto.
Per questo il valore aggiunto di quest’ esposizione è che si tratta di lavori realizzati ad hoc per l’ occasione. Del resto e’ un omaggio sincero e appassionato ad un veicolo indimenticabile che e il cui mito continua ad alimentarsi nel presente. Artisti importanti, di valore internazionale, assieme giovani talenti, sono stati accomunati dal desiderio di partecipare ad una felice operazione culturale attorno al fenomeno Vespa.
Le proposte rispettano i linguaggi e le scelte individuali e per questo verrà offerta una vera e propria iconografia dello scooter più famoso del mondo. Inoltre non è certamente da trascurare l’aspetto di una cultura dell’immagine che si confronta con una delle forme più viste e più ammirate. La Vespa, questo simbolo di libertà e di spensieratezza, è stata una felice idea progettuale e un grande prodotto industriale. Ma colpisce soprattutto il fatto che sia diventata quasi immediatamente un oggetto di culto. La sua personalità, le sue linee inconfondibili come solo un designer d’aeronautica come D’Ascanio poteva inventare, ne hanno fatto una vera e propria icona del Novecento. E il suo mito continua…
La Vespa è stata anche una grande idea che ha sempre messo d’accordo motociclisti e automobilisti con le sue caratteristiche che prendono qualcosa dell’una e dell’altra. Come tutte le grandi idee, ha riempito una porzione di spazio nella vita di tutti i giorni e in più ha saputo creare un gusto a portata di tutti: un vero ed esemplare prodotto del design. Nel corso di questi anni dalla sua creazione, l’oggetto-Vespa è stato studiato, desiderato, ammirato e riprodotto. Forse dopo la Gioconda è un altro dei grandi temi con cui cimentarsi.
Questa mostra documenta l’attualità del mito. Non un discorso storico e generale sulla motocicletta com’ è stato con la mostra “Mito Moto” di Reggio Emilia nel 1999 o nella più recente “Motocicletta” della Fondazione Mazzotta nel 2005 a Milano , ma un viaggio nell’immaginario collettivo con il contributo degli artisti. I creativi riescono sempre a collegare il particolare con l’universale, la visione personale con quella di tutti.
ARTISTI:
Kasumasa Mizokami.
Leggerezza e la materia della terracotta dipinta da una particolare bellezza alla scultura che nella dimensione contenuta è un vero e proprio microcosmo denso di particolari.. Un’immagine complessiva di allegria sottolineata da un prato fiorito che sembra sostenere come una nuvola i personaggi (padre e figlio-custode) sullo scooter, dà un tono di libertà e spensieratezza.
Gabriele Lamberti
Il diavolo in motoretta è ispirato dal mondo dell’infanzia, ma rivela anche l’spetto trasgressivo dell’ andare in moto e della velocità. L’artista fedele alla sua inclinazione a rivelare gli aspetti equivoci delle simbologie legate ai giochi per bambini, crea una nuova immagine associata alla Vespa, divertente e inquietane nello stesso tempo.
Gian Marco Montesano
Un’immagine di qualche anno che salta il tempo che passa e nello stesso tempo anche quegli oggetti che rimangono. Nel rigore della sua poetica che recupera le immagini della storia, anche di quelle delle storie di tutti i giorni, Montesano dà un quadro di costume in cui la moto entra in modo perfetto e naturale. I personaggi sono attori e spettatori di un momento storico, popolari e autentici attorniano il nuovo mezzo meccanico con una gioia semplice e diretta, che è sintesi di felicità.
Gianni Cella
Lo smalto su vetroresina dà a questi lavori un minimo di componente tecnologia che avvicina questi personaggi vegetali al mondo dei cartoon e dei giocattoli. Già quando lavorava con il celebre gruppo dei Plumcake, Cella aveva dedicato alla Vespa opere ormai celebri. Vi è un rapporto diretto, quasi spontaneo, tra la scelta artistica, la tecnica e l’oggetto che sembra siano nati insieme.
Raimondo Galeano
L’artista ha acquistato una Vespa storica, da museo, e ne ha progettato una rinascita secondo la propria poetica di lavorare, letteralmente, con la luce. Quando una vernice fluorescente, a moto s’ illumina , appare una visione leggera e sospesa nel vuoto. La magia di questo risultato sposta il mito completamente nella sfera dello spazio, oltre che del tempo. Galeano ha creato un oggetto nuovo affascinante e misterioso come un sogno.
Marco Lodola
La scultura luminosa di Lodola disegna degli scenari metropolitani in cui la Vespa ben si adatto. La caratteristica del colore e del perspex rendono avvolgente e calda la “luminosa” con una grafica da insegna notturna. La donna alla guida della moto completa un’immagine perfetta, il faro giallo si replica nel biondo dei capelli, mentre le gambe scoperte danno un sentore di estate che è certamente legato al piacere della guida su due ruote.
Simone Bergantini
Protagonista di quest’opera è il tempo, che trascorre non sempre invano. La moto è richiamata per metonimia, basta un particolare per riconoscerla, la mano dell’uomo nella parte superiore rivela un età non più giovane, dal 1946 a oggi il tempo è passato, ma sembra quasi che siamo noi umani ad avvertirlo. Il mito attende immutabile.
Arnold dall’O
Quasi un “piatto del buon ricordo”, i dischi cerati rivelano immagini di vita e di gioia. Il marchio è fonte di memoria spensierata, piacevole, erotica, qualcosa da tenere sempre a mente e da non lasciare cadere nell’oblio. Cosa ci può essere di più felice della gioventù? La vespa è tutto questo, scoperta, sensualità e piacere di vivere.
Angelo Davoli
In questo caso l’artista ha lavorato sul mito, quello di Prometeo, in particolare. iI gigante è diventato una Vespa che si impone dall’alto di una roccia. Attorno non vi sono aquile che l’assalgono, ma più moderni elicotteri. In questa dimensione mitologica il vecchio scooter si trova benissimo, porta la luce, la vita, attorno ha una tecnologia che invecchia rapidamente, che cerca di aggredirlo. Ma il risultato lo conosciamo. Il cielo oltre la vespa è sempre più blu.
Girolamo Ciulla
All’interno del cerchio magico formato dal corpo di uno dei suoi famosi coccodrilli e la sua stessa coda, Ciulla ha posto una piccola Vespa. L’atteggiamento dell’animale è vigile, sta facendo la guardia a qualcosa che ritiene giustamente prezioso. Ma sembra anche che natura e tecnologia trovino un punto d’ equilibrio, che non vi siano distinzioni tra un prima e un dopo, ma un’unica e felice sintesi .
Fulvio Di Piazza
E’ come se il Dio Pan si fosse scoperto motociclista, il che può sempre accadere, perché in questo perfetto quadro la vespa diventa natura cavalcata da altra natura. La meccanica scompare in una sorta di fiaba per bambini, in cui il racconto comincia con “c’era una volta”, lasciando in sospeso il finale. Del resto abbiamo sempre pensato che la vespa fosse una forza della natura.
Piero Mosti
Un’immagine consegnata al tempo, la moto blu con la sella monoposto confrontata con il giallo del muro consumato dallo scorrere delle ore. Ricordo e passato sono protagonisti di questa tela che ha molta nostalgia dentro, per i momenti che non ritornano, per le strade che non s’incontrano più.
Luca Piovaccari
Già dal titolo sappiamo molte cose, il modello più venduto, il più visto e ammirato. La ragazzina ha uno sguardo che va oltre, che guarda lontano. Sta aspettando una scusa per andare, e l’immagine della moto stagliata nella campagna romagnola, è un ottima occasione per farlo. Realtà e immaginazione sono più vicine di quanto si possa credere, il mito è in quello che ci portiamo dentro.
Mario Vespasiani
Con un taglio dal basso il ragazzo alato sulla moto, saluta la mamma e se ne và. Cosa dire, cosa aggiungere, il gesto è palese, forte e dichiarato. Il colore azzurro è già il cielo che verrà a breve solcato da una nuova felicità, da un essere a metà tra l’ umano e il meccanico, quasi celeste.
Luca Zampetti
Protagonista è la città, una metropoli , Londra probabilmente. Il conducente di un auto di lusso guida una donna su di una Vespa con curiosità e ammirazione. Siamo già dentro l’urban jungle e lo scooter è pronto a vincere la sua sfida. In quello sguardo d’automobilista c’è il senso di una confitta, la donna-mito guarda invece dall’alto in basso: in questo si legge chiara la gerarchia di chi arriverà prima e meglio, di chi sta andando avanti nella velocità sincopata del traffico, nelle strade senza nome delle immense periferie.
Davide Nido
Un’immagine molto grafica, che contrasta fortemente con lo sfondo, dà la sensazione che si abbia a che fare con un oggetto immaginario e non reale. La Vespa di Nido ha la brillantezza dello smalto e la preziosità di un gioiello, sembra la spilla da mettersi sul bavero della giacca. Diventa quasi un “distintivo”, nel senso letterale, qualcosa che distingue, che isola dal gruppo, che crea unicità.
Jessica Carroll
Una piccola Vespa di marmo riesce a richiamare molte cose, dalla caratteristica del lavoro alla qualità del materiale e alla sua storia strettamente tessuta in quella di Pietrasanta, ma anche la sottile ironia nello scambio di identità tra l’insetto e lo scooter. Se i suoi vuoi voli precedenti richiamavano la simbologia ebraica, in questo caso è la moto a volteggiare nel candido spazio dell’arte, in un mito che ha qualcosa di divertente e sacrale nello stesso tempo.
Cracking Art
Con la tendenza all’eccesso e all’iperbole tipica di questo gruppo, abbiamo davanti una moto che sconfina con tutti gli esseri viventi possibili, che è un coacervo di sostituzioni e di miscellanee possibili. Gambe al posto della forcella, agrumi, ossa, dolci e tutto quanto è forte senso del colore, compongono una sorta di souvenir magniloquente e mediterraneo. Un carretto siciliano che è gioia e vita, una fantasia barocca e plasticosa.
Danny Vescovi
Particolari che si scompongono, che sezionano una forma di apparizione molto contemporanea, molto frammentaria, ma nello stesso tempo chiara. Questa Vespa è in movimento. Sembra attraversare lo spazio e l’atmosfera, rifrangersi nelle trasparenze, proiettarsi in dimensioni parallele. Icona ma anche oggetto quotidiano, la vocazione viene fuori. L’identikit appare sinteticamente perfetto.
12
gennaio 2008
Vai: Vespa Arte Italiana
Dal 12 gennaio al 20 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO PIAGGIO
Pontedera, Viale Rinaldo Piaggio, 7, (Pisa)
Pontedera, Viale Rinaldo Piaggio, 7, (Pisa)
Vernissage
12 Gennaio 2008, ore 18
Autore
Curatore