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Valeria de Rienzo – Turmient
Il tema pittorico prende spunto dal mondo legato al dormire: la posizione che l’uomo assume dormendo è quella più naturale ed inconscia, specchio della sua intima natura ed essenza; al di là dalle maschere e dai ruoli che bisogna indossare nel quotidiano.
Comunicato stampa
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“TURMIENT” è il titolo di una ricerca pittorico-esistenziale che Valeria de Rienzo porta avanti da alcuni anni. Il tema pittorico prende spunto dal mondo legato al dormire: la posizione che l’uomo assume dormendo è quella più naturale ed inconscia, specchio della sua intima natura ed essenza; al di là dalle maschere e dai ruoli che bisogna indossare nel quotidiano. L’immagine del dormiente, quindi, fa riflettere sul continuo oscillare dell’uomo tra le contraddizioni e i contrasti della vita. Sonno/Veglia, Realtà/Sogno, Buio/Luce, Lucido/Matto, Liscio/Ruvido, Conscio/Inconscio, Amore/Paura, Creare/Distruggere, Vita/Morte.
Alcune raffigurazioni hanno i piedi in primo piano, come simbolo ambivalente della staticità e dell’avanzare. Il processo creativo, così, restituisce la ciclicità naturale dell’individuo. Lo sguardo, inoltre, si posa sul disagio concreto dei senza fissa dimora, su chi non possiede una casa, un luogo fisso e socialmente accettabile per dormire. Il passante troppo spesso va oltre, con quel senso di distacco e d’impotenza. L’immagine ne riporta la loro, la propria, dignità umana. La ricerca dei materiali, quindi, è veicolo indispensabile del vissuto. Le velature con le carte ed i cartoni di rifiuto sono portatori del significato in sé.
Lo sguardo al sociale, d’altronde, è partecipato nel lavoro di Valeria de Rienzo come conduttrice di gruppi in Laboratori d’arte. La didattica sui linguaggi dell’arte è una possibilità di sperimentazione e comunicazione. La condivisione emotiva di queste esperienze permette il formarsi di un sistema d’appartenenza che restituisce senso e significato all’esperienza stessa. L’esperienza diventa, così, educazione e riabilitazione psicofisica. La ricerca personale dell’artista s’intreccia, allora, con quella collettiva. Durante la mostra, quindi, si terranno dei Laboratori esperenziali d’Arte Terapia, per bambini, sul tema: “Il Sogno”. Nello specifico, la durata degli incontri sarà di tre ore, ciascuno, a titolo dimostrativo dell’attività svolta dall’artista. Si vuole, così, presentare per intero l’attività di Valeria de Rienzo che percorre un doppio binario: tra l’“individuale” ed il “collettivo”.
Scrive di lei Stefano Gallo: Valeria de Rienzo giunge con questa esposizione a presentare per la prima volta un ampio insieme di lavori in grado di delineare il profilo di un’esperienza artistica che uscita dalla prima fase della formazione si rivela dotata di peculiari qualità individuali. Credo che già ad un primo colpo d’occhio l’esposizione di queste opere non lascerà il visitatore indifferente, come sempre avviene quando ai nostri giorni si riesce a raffigurare il corpo umano facendo avvertire qualcosa di quell’intimo esistere che l’immagine pubblicitaria e per lo più l’immagine tecnologica hanno condotto all’evaporazione. Corpi, dunque, di burattini, di uomini, di amanti, di derelitti; corpi diversi, ma tutti abbandonati all’esistere, in certi casi proprio duramente gettati in terra e abbandonati: condannati allora ad esistere o bruciati dall’esistere. Come ha fatto a darci queste impressioni così emozionanti, a catturare uno sguardo tanto avvezzo alle rappresentazioni d’orrore o d’erotismo, così attratto e distratto da esse, e a ricondurlo in un luogo fermo, durevole, profondo, che sa mettere in movimento immagini e pensieri interiori inducendo a guardare, a osservare , a ripetutamente osservare, a tastare con lo sguardo questi corpi, a goder di certi colori, a meravigliarsi delle risonanze che si creano per le relazioni che i corpi intrecciano con l’ambiente che li inquadra o li avvolge o li ingloba o li investe? C’è un insieme di componenti nel linguaggio della De Rienzo, alcune di natura illusiva e realistica, altre all’opposto di valore astraente, espressionista o di pura esteticità, che mescolate tra loro sortiscono l’esito di immagini complesse e risonanti.
Valeria De Rienzo vanta, tra le altre, una prestigiosa collaborazione con Tullia Matania, ha studiato, infatti, figura dal vero presso l’associazione “Ugo Matania” collaborando anche alla realizzazione di alcune opere dell’artista. Frequenta la “Scuola di Arti Terapie” di Roma, dove attua una ricerca sulle possibilità educative e riabilitative dell’arte. Conduce gruppi di bambini nelle scuole in Laboratori d’ArteTerapia Plastico-Pittorica e Narrazione quale veicolo di percezione della realtà, d’immaginazione, d’espressione e comunicazione.
Principali manifestazioni e riconoscimenti
2001 – “Passaggi – un evento interculturale per l’arte contemporanea” , Centro Storico, Martina Franca (TA).
2001 – I° Posto al “2° Premio Artitria”, Locorotondo (TA).
2001 - I° premio del Presidente della Repubblica, 11° Concorso Internazionale di Pittura Estemporanea “Città di Sant’Agata de’goti”; l’opera è al Quirinale.
2002 - Manifestazione “Posto Unico (art & show / performance installazioni suoni)”– Cisternino (Brindisi).
2002 – “Acqua a lù puzzu” l’in-cantiere delle arti. Tricase (Lecce).
2002-03 – Casaterra – incontro per l’arte contemporanea; Ceglie Messapico (TA).
Alcune raffigurazioni hanno i piedi in primo piano, come simbolo ambivalente della staticità e dell’avanzare. Il processo creativo, così, restituisce la ciclicità naturale dell’individuo. Lo sguardo, inoltre, si posa sul disagio concreto dei senza fissa dimora, su chi non possiede una casa, un luogo fisso e socialmente accettabile per dormire. Il passante troppo spesso va oltre, con quel senso di distacco e d’impotenza. L’immagine ne riporta la loro, la propria, dignità umana. La ricerca dei materiali, quindi, è veicolo indispensabile del vissuto. Le velature con le carte ed i cartoni di rifiuto sono portatori del significato in sé.
Lo sguardo al sociale, d’altronde, è partecipato nel lavoro di Valeria de Rienzo come conduttrice di gruppi in Laboratori d’arte. La didattica sui linguaggi dell’arte è una possibilità di sperimentazione e comunicazione. La condivisione emotiva di queste esperienze permette il formarsi di un sistema d’appartenenza che restituisce senso e significato all’esperienza stessa. L’esperienza diventa, così, educazione e riabilitazione psicofisica. La ricerca personale dell’artista s’intreccia, allora, con quella collettiva. Durante la mostra, quindi, si terranno dei Laboratori esperenziali d’Arte Terapia, per bambini, sul tema: “Il Sogno”. Nello specifico, la durata degli incontri sarà di tre ore, ciascuno, a titolo dimostrativo dell’attività svolta dall’artista. Si vuole, così, presentare per intero l’attività di Valeria de Rienzo che percorre un doppio binario: tra l’“individuale” ed il “collettivo”.
Scrive di lei Stefano Gallo: Valeria de Rienzo giunge con questa esposizione a presentare per la prima volta un ampio insieme di lavori in grado di delineare il profilo di un’esperienza artistica che uscita dalla prima fase della formazione si rivela dotata di peculiari qualità individuali. Credo che già ad un primo colpo d’occhio l’esposizione di queste opere non lascerà il visitatore indifferente, come sempre avviene quando ai nostri giorni si riesce a raffigurare il corpo umano facendo avvertire qualcosa di quell’intimo esistere che l’immagine pubblicitaria e per lo più l’immagine tecnologica hanno condotto all’evaporazione. Corpi, dunque, di burattini, di uomini, di amanti, di derelitti; corpi diversi, ma tutti abbandonati all’esistere, in certi casi proprio duramente gettati in terra e abbandonati: condannati allora ad esistere o bruciati dall’esistere. Come ha fatto a darci queste impressioni così emozionanti, a catturare uno sguardo tanto avvezzo alle rappresentazioni d’orrore o d’erotismo, così attratto e distratto da esse, e a ricondurlo in un luogo fermo, durevole, profondo, che sa mettere in movimento immagini e pensieri interiori inducendo a guardare, a osservare , a ripetutamente osservare, a tastare con lo sguardo questi corpi, a goder di certi colori, a meravigliarsi delle risonanze che si creano per le relazioni che i corpi intrecciano con l’ambiente che li inquadra o li avvolge o li ingloba o li investe? C’è un insieme di componenti nel linguaggio della De Rienzo, alcune di natura illusiva e realistica, altre all’opposto di valore astraente, espressionista o di pura esteticità, che mescolate tra loro sortiscono l’esito di immagini complesse e risonanti.
Valeria De Rienzo vanta, tra le altre, una prestigiosa collaborazione con Tullia Matania, ha studiato, infatti, figura dal vero presso l’associazione “Ugo Matania” collaborando anche alla realizzazione di alcune opere dell’artista. Frequenta la “Scuola di Arti Terapie” di Roma, dove attua una ricerca sulle possibilità educative e riabilitative dell’arte. Conduce gruppi di bambini nelle scuole in Laboratori d’ArteTerapia Plastico-Pittorica e Narrazione quale veicolo di percezione della realtà, d’immaginazione, d’espressione e comunicazione.
Principali manifestazioni e riconoscimenti
2001 – “Passaggi – un evento interculturale per l’arte contemporanea” , Centro Storico, Martina Franca (TA).
2001 – I° Posto al “2° Premio Artitria”, Locorotondo (TA).
2001 - I° premio del Presidente della Repubblica, 11° Concorso Internazionale di Pittura Estemporanea “Città di Sant’Agata de’goti”; l’opera è al Quirinale.
2002 - Manifestazione “Posto Unico (art & show / performance installazioni suoni)”– Cisternino (Brindisi).
2002 – “Acqua a lù puzzu” l’in-cantiere delle arti. Tricase (Lecce).
2002-03 – Casaterra – incontro per l’arte contemporanea; Ceglie Messapico (TA).
03
giugno 2004
Valeria de Rienzo – Turmient
Dal 03 al 21 giugno 2004
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DELL’ANNUNZIATA
Napoli, Via Dell'Annunziata, 34, (Napoli)
Napoli, Via Dell'Annunziata, 34, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì-sabato ore 8,30 – 15,30
Vernissage
3 Giugno 2004, ore 18,00
Curatore