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Vanina Sechi – Dalla filosofia al colore
Antologica dedicata alla produzione artistica di una singolarissima quanto raffinata intellettuale che, dopo essersi laureata a Firenze divenne scrittrice in Danimarca, borsista a Yale, docente a Toronto, artista a Mexico City, pittrice a Parigi, gallerista a Washington e ora torna, a cinque anni dalla scomparsa, con la sua opera pittorica a Oristano, ove nacque nel 1924
Comunicato stampa
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All’interno del ricco calendario della terza edizione di ORISTANO LETTURE/VISIONI, progetto culturale diretto da Aldo Tanchis e Simone Cireddu, promosso e sostenuto dal Comune di Oristano col contributo della Regione Autonoma della Sardegna, in collaborazione con la Biblioteca e la Pinacoteca comunali, verrà inaugurata venerdì 12 dicembre alle ore 19.00, presso la Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano, la mostra VANINA SECHI: dalla filosofia al colore, antologica a cura di Ivo Serafino Fenu dedicata alla produzione artistica di una singolarissima quanto raffinata intellettuale che, dopo essersi laureata a Firenze divenne scrittrice in Danimarca, borsista a Yale, docente a Toronto, artista a Mexico City, pittrice a Parigi, gallerista a Washington e ora torna, a cinque anni dalla scomparsa, con la sua opera pittorica a Oristano, ove nacque nel 1924. All’inaugurazione parteciperà la nipote Laura Sechi che ha messo a disposizione le opere e gli studenti del Liceo Classico “S. A. De Castro” e del Liceo artistico “C. Contini” che, su invito di ORISTANO LETTURE/VISIONI, hanno adottato l’evento.
Oristanese di nascita, vanta una vicenda biografica ricca di esperienze e successi a livello internazionale. Classe 1924, consegue la maturità classica e frequenta l'università di Firenze dove conosce e intrattiene rapporti con docenti del calibro di Gaetano Salvemini e si laurea con una tesi sul mondo dell’arte per Arthur Schopenhauer. Frequenti sono i suoi rientri in Sardegna, a Cagliari e, soprattutto, nella sua casa sul lungomare di Torregrande ma, grazie a una borsa di studio, si trasferisce in Danimarca. Concentra le sue ricerche sul pensiero del filosofo Søren Kierkegaard e si avvicina alla pittura di Edvard Munch, condividendone i forti accenti espressionistici, i colori lividi, la dimensione tragica dell’esistenza umana. A metà degli anni ‘60 ottiene un’altra borsa di studio, stavolta presso l'università di Yale, divenendo così la prima donna sarda a recarsi nella prestigiosa università americana. Da allora risiederà sempre nel Nord America, prima a Washington, dove la sorella Bice insegna Fisica Nucleare presso L'università del Maryland e poi a Toronto, in Canada, per insegnare Estetica presso l'omonima università. L’espressionismo astratto e l’Informale nelle declinazioni d’Oltreoceano proposte da Jackson Pollock segnano profondamente la sensibilità di Vanina Sechi ma è l’esperienza messicana ad accendere la sua tavolozza e a farle dimenticare le brume danesi. Nel 1967 è invitata, infatti, a partecipare a un congresso di filosofia e arte a Città del Messico e lì viene a contatto con le opere dei muralisti locali e ha la possibilità di lavorare con maestri quali Rufino Tamayo e David Alfaro Siqueiros. L’impatto è dirompente, la sua tavolozza si accende di una policromia iridescente, vibrante ed esotica; per lei è un nuovo inizio che la convince a prolungare il suo soggiorno in Messico fino al 1970. Rientrata a Toronto per qualche anno, compie un viaggio a Parigi e studia, senza mediazioni, quei maestri del colore e della forma che furono i postimpressionisti francesi, in primis gli amati Cézanne, Van Gogh, e Gauguin, per approdare al cubismo orfico di Robert Delaunay. Una volta rientrata negli Stati Uniti l’attività artistica prende il soppravvento e assieme a Bice fonda la International Art Gallery "Vita nuova" ad Alexandria, una cittadina a 10 km da Washington. È un periodo nel quale ottiene importanti riconoscimenti e partecipa a eventi internazionali come l'International Arts Exhibition a Teheran nel 1978, e l'Artexpo di New York. Nel 1984, a seguito della morte della sorella si stabilisce definitivamente a Toronto, non rinunciando, comunque, a partecipare a diverse mostre e a rientrare alla sua casa di Torregrande, ove sperimenta nuove tecniche pittoriche e polimateriche impastando il pigmento colorato con la sabbia, ottenendo vibranti superfici grumose e materiche. Ancora una svolta dunque, verso un “sentimento del sublime” di marca novecentesca, un ossimorico “orrido dilettevole” che solo a chi ha osservato le involuzioni del secolo e sondato gli abissi dell’animo umano con gli strumenti dell’arte e della filosofia, del colore e delle parole, è dato sperimentare. Vanina si spegne a Toronto il 13 Giugno del 2008 lasciando incompiuto il ritratto dell’altra sorella Mimì. Queste sue ultime opere costituiscono il suo testamento spirituale, lirico e drammatico al contempo.
Oristanese di nascita, vanta una vicenda biografica ricca di esperienze e successi a livello internazionale. Classe 1924, consegue la maturità classica e frequenta l'università di Firenze dove conosce e intrattiene rapporti con docenti del calibro di Gaetano Salvemini e si laurea con una tesi sul mondo dell’arte per Arthur Schopenhauer. Frequenti sono i suoi rientri in Sardegna, a Cagliari e, soprattutto, nella sua casa sul lungomare di Torregrande ma, grazie a una borsa di studio, si trasferisce in Danimarca. Concentra le sue ricerche sul pensiero del filosofo Søren Kierkegaard e si avvicina alla pittura di Edvard Munch, condividendone i forti accenti espressionistici, i colori lividi, la dimensione tragica dell’esistenza umana. A metà degli anni ‘60 ottiene un’altra borsa di studio, stavolta presso l'università di Yale, divenendo così la prima donna sarda a recarsi nella prestigiosa università americana. Da allora risiederà sempre nel Nord America, prima a Washington, dove la sorella Bice insegna Fisica Nucleare presso L'università del Maryland e poi a Toronto, in Canada, per insegnare Estetica presso l'omonima università. L’espressionismo astratto e l’Informale nelle declinazioni d’Oltreoceano proposte da Jackson Pollock segnano profondamente la sensibilità di Vanina Sechi ma è l’esperienza messicana ad accendere la sua tavolozza e a farle dimenticare le brume danesi. Nel 1967 è invitata, infatti, a partecipare a un congresso di filosofia e arte a Città del Messico e lì viene a contatto con le opere dei muralisti locali e ha la possibilità di lavorare con maestri quali Rufino Tamayo e David Alfaro Siqueiros. L’impatto è dirompente, la sua tavolozza si accende di una policromia iridescente, vibrante ed esotica; per lei è un nuovo inizio che la convince a prolungare il suo soggiorno in Messico fino al 1970. Rientrata a Toronto per qualche anno, compie un viaggio a Parigi e studia, senza mediazioni, quei maestri del colore e della forma che furono i postimpressionisti francesi, in primis gli amati Cézanne, Van Gogh, e Gauguin, per approdare al cubismo orfico di Robert Delaunay. Una volta rientrata negli Stati Uniti l’attività artistica prende il soppravvento e assieme a Bice fonda la International Art Gallery "Vita nuova" ad Alexandria, una cittadina a 10 km da Washington. È un periodo nel quale ottiene importanti riconoscimenti e partecipa a eventi internazionali come l'International Arts Exhibition a Teheran nel 1978, e l'Artexpo di New York. Nel 1984, a seguito della morte della sorella si stabilisce definitivamente a Toronto, non rinunciando, comunque, a partecipare a diverse mostre e a rientrare alla sua casa di Torregrande, ove sperimenta nuove tecniche pittoriche e polimateriche impastando il pigmento colorato con la sabbia, ottenendo vibranti superfici grumose e materiche. Ancora una svolta dunque, verso un “sentimento del sublime” di marca novecentesca, un ossimorico “orrido dilettevole” che solo a chi ha osservato le involuzioni del secolo e sondato gli abissi dell’animo umano con gli strumenti dell’arte e della filosofia, del colore e delle parole, è dato sperimentare. Vanina si spegne a Toronto il 13 Giugno del 2008 lasciando incompiuto il ritratto dell’altra sorella Mimì. Queste sue ultime opere costituiscono il suo testamento spirituale, lirico e drammatico al contempo.
12
dicembre 2014
Vanina Sechi – Dalla filosofia al colore
Dal 12 dicembre 2014 al 22 febbraio 2015
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE
Oristano, Via Sant'antonio, 1, (Oristano)
Oristano, Via Sant'antonio, 1, (Oristano)
Orario di apertura
10.30 - 13.00 | 17.00 - 19.30 (dal lunedì alla domenica)
Vernissage
12 Dicembre 2014, ore 19
Autore
Curatore