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Vascello 2. Destini Incrociati – Paolo Sorgi
Ogni mostra durerà 1 mese fino a dicembre 2005 ed è visitabile tutti i giorni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il teatro Vascello, luogo di avanguardie e sperimentazione, apre i suoi
spazi
non convenzionali a una serie di mostre dedicate alla scultura. L?evento
che fa parte dell?iniziativa ?Spazio a L?arte ? vuole creare un forte dinamismo
con lo spettatore che viene a vedere le rappresentazioni teatrali. Ogni
mostra
durerà 1 mese fino a dicembre 2005 ed è visitabile tutti i giorni. La prima
mostra sarà inaugurata il 3 maggio da una vecchia guardia dell?arte contemporanea,
Paolo Sorgi. Nei mesi successivi si alterneranno Antonio Braschi, Isabella
Nurigiani, Serge Uberti, che creeranno un vero ciclo di mostre che si apriranno
all?insegna della scultura con attente analisi sul linguaggio delle forme
astratte, plastiche e informali.
Martedì 3 maggio ore 19h
?Specchio memoria?
Mostra di scultura di Paolo Sorgi
Le forme geometriche delle sculture di Paolo Sorgi rimandano, per qualche
verso, alle formule alchemiche che tendono a trasformare la materia bruta
in stati spirituali di ordine ed equilibrio estetico. Non a caso, Sorgi
si
esprime plasmando il ferro, materiale bruto e povero per eccellenza, nel
tentativo, a mio avviso riuscito, di eliminare quanto di superfluo e sovrastrutturale
portano con sé le nevrosi dell?esistenza quotidiana. L?arte di Paolo Sorgi
è, quindi, ascetica o, se si vuole, tendenzialmente diretta a colloquio
interiore
con quella parte dell?individuo che aspira all?assoluto. Astrazione nella
forma e nella sostanza perché l?infinito e l?energia regolatrice dell?universo
non possono essere ingabbiati in moduli figurativi o parzialmente vincolati
a regole relative. Le opere che compongono questa mostra la prima citazione
che viene in mente si riferisce al Bergman de ?Il settimo sigillo? o, anche,
ad alcuni stilemi del film di Arnaud ?Il nome della rosa? tratto dal romanzo
di Umberto Eco. Allora, arte in qualche modo esoterica dove la geometria
concentrica dei quadri sostituisce il cerchio mistico della danza dei Sufi.
Oppure, tentativo di costruzione di un mandala spogliato delle raffigurazioni
delle divinità. In queste opere non si scorge l?angoscia che, pure, compenetra
tanta parte dell?arte contemporanea; si avverte invece, forte, il senso
della
ricerca di una poetica basata sulla soppressione del dualismo tra forma
e
materia o, con altre parole, tra pensiero e giudizio cosi come avviene
in
certi racconti zen e in molti haiku giapponesi.Per un altro verso l?arte
di Paolo Sorgi, soprattutto nelle sculture, sembra rimandare ad alcune
forme
dell?avanguardia storica della musica del 900. La ricerca dell?armonia
non
avviene più per schemi predeterminati da classico pentagramma ma attraverso
soluzioni create dalla non consequenzialità delle emozioni che si vogliono
esprimere o ricevere: c?è un suono ?altro? che non sempre è percepibile
dall?apparato
uditivo ma colpisce direttamente il cuore dell?ascoltatore. Cosi le sculture
di Paolo Sorgi tendono a collegare un mondo solidamente materico con un
?iper-uranio?
che risiede nelle profondità della nostra mente sviluppando, in tal modo,
un dialogo tra il fuori ed il dentro che, alla fine, è il senso vero della
creazione artistica.
Elio Rumma
Se l?arte è ancora indefinibile come territorio dell?uomo, la parola di
chi
ne è toccato, dell?artista, potrebbe essere di una qualche utilità nell?esposizione
di tale universo, delle sue vette e profonde caverne?Io so che più cammino,
più interpreto, segno, valuto, leggo e sperimento, più le mappe, le carte
tracciate e i suoi riferimenti si annebbiano e si allontanano, ogni volta
che sento di averli a portata di mano e di poterli definitivamente stringere.Cos?è
l?arte? Dove inizia e dove termina. Nasce dall?uomo per l?uomo, o sottende
finalità che non riusciamo a cogliere? Bruno Aller, unendo parola e pennello
scrive in catalogo: (Se come scrive Argan sul pensiero di Klee:..ogni essere
umano arriva fino a dove la sua memoria arriva).Sorgi si fa filosofo, muove
da??ogni essere umano?? e sposta l?asse, ampliando il concetto su??ogni
cosa,
ogni essere vivente?, la pietra, il ferro, gli elementi in natura sono
carne
e sangue di ogni uomo e l?uomo e parte dell?universo?.Allora mi domando
e
domando: la memoria di un uomo, che sembra accompagnarlo solo nell?arco
della
sua vita, costeggia all?indietro anche quella dell?umanità. Si addentra
nei
meandri che lo legano all?evoluzione filogenetica e forse oltre, oppure
no. Quella dell?artista, per quanto gli sfugga, è tutta presente nella
sua
opera. Per questo, camminando per queste opere, mi viene da chiedere: queste
gabbie ferrose, ossidate, toccate da minio rappreso lungo le passeggiate
della storia, quale bestia o bestie trattengono, o devono trattenere. E?
un artigliarsi silenzioso tra strutture che sorreggono, proteggono e nello
stesso tempo evidenziano l?anelito smisurato dell?armonia. Armonia come
risultato
coraggioso e lacerante di lotta, tra la parte minerale e quel fotone di
luce
che è la nostra consapevolezza. Armonia come tensione che porta all?unità,
all?integrazione di ogni separazione. Armonia che per essere, non può saziarsi
solo della propria individualità, ma del mondo intero. Armonia che per
essere,
ha bisogno delle assonanze e delle dissonanze, non della cancellazione
dell?altro,
dell?abbattimento e della mortificazione. Non raggiunta ancora, perché
forse
allora si tacerebbe. Non raggiunta perché ancora si ode rumore di ferraglia,
nelle gole di quelle opere, esaltanti abbracci gotici e geometrie gregoriane.
Queste opere, amo pensarle e vederle come piedi armati che, saltando sulle
barbarie di quest?epoca mercantilizia e ipocrita, annullano il divario
tra
realtà e finzione.
spazi
non convenzionali a una serie di mostre dedicate alla scultura. L?evento
che fa parte dell?iniziativa ?Spazio a L?arte ? vuole creare un forte dinamismo
con lo spettatore che viene a vedere le rappresentazioni teatrali. Ogni
mostra
durerà 1 mese fino a dicembre 2005 ed è visitabile tutti i giorni. La prima
mostra sarà inaugurata il 3 maggio da una vecchia guardia dell?arte contemporanea,
Paolo Sorgi. Nei mesi successivi si alterneranno Antonio Braschi, Isabella
Nurigiani, Serge Uberti, che creeranno un vero ciclo di mostre che si apriranno
all?insegna della scultura con attente analisi sul linguaggio delle forme
astratte, plastiche e informali.
Martedì 3 maggio ore 19h
?Specchio memoria?
Mostra di scultura di Paolo Sorgi
Le forme geometriche delle sculture di Paolo Sorgi rimandano, per qualche
verso, alle formule alchemiche che tendono a trasformare la materia bruta
in stati spirituali di ordine ed equilibrio estetico. Non a caso, Sorgi
si
esprime plasmando il ferro, materiale bruto e povero per eccellenza, nel
tentativo, a mio avviso riuscito, di eliminare quanto di superfluo e sovrastrutturale
portano con sé le nevrosi dell?esistenza quotidiana. L?arte di Paolo Sorgi
è, quindi, ascetica o, se si vuole, tendenzialmente diretta a colloquio
interiore
con quella parte dell?individuo che aspira all?assoluto. Astrazione nella
forma e nella sostanza perché l?infinito e l?energia regolatrice dell?universo
non possono essere ingabbiati in moduli figurativi o parzialmente vincolati
a regole relative. Le opere che compongono questa mostra la prima citazione
che viene in mente si riferisce al Bergman de ?Il settimo sigillo? o, anche,
ad alcuni stilemi del film di Arnaud ?Il nome della rosa? tratto dal romanzo
di Umberto Eco. Allora, arte in qualche modo esoterica dove la geometria
concentrica dei quadri sostituisce il cerchio mistico della danza dei Sufi.
Oppure, tentativo di costruzione di un mandala spogliato delle raffigurazioni
delle divinità. In queste opere non si scorge l?angoscia che, pure, compenetra
tanta parte dell?arte contemporanea; si avverte invece, forte, il senso
della
ricerca di una poetica basata sulla soppressione del dualismo tra forma
e
materia o, con altre parole, tra pensiero e giudizio cosi come avviene
in
certi racconti zen e in molti haiku giapponesi.Per un altro verso l?arte
di Paolo Sorgi, soprattutto nelle sculture, sembra rimandare ad alcune
forme
dell?avanguardia storica della musica del 900. La ricerca dell?armonia
non
avviene più per schemi predeterminati da classico pentagramma ma attraverso
soluzioni create dalla non consequenzialità delle emozioni che si vogliono
esprimere o ricevere: c?è un suono ?altro? che non sempre è percepibile
dall?apparato
uditivo ma colpisce direttamente il cuore dell?ascoltatore. Cosi le sculture
di Paolo Sorgi tendono a collegare un mondo solidamente materico con un
?iper-uranio?
che risiede nelle profondità della nostra mente sviluppando, in tal modo,
un dialogo tra il fuori ed il dentro che, alla fine, è il senso vero della
creazione artistica.
Elio Rumma
Se l?arte è ancora indefinibile come territorio dell?uomo, la parola di
chi
ne è toccato, dell?artista, potrebbe essere di una qualche utilità nell?esposizione
di tale universo, delle sue vette e profonde caverne?Io so che più cammino,
più interpreto, segno, valuto, leggo e sperimento, più le mappe, le carte
tracciate e i suoi riferimenti si annebbiano e si allontanano, ogni volta
che sento di averli a portata di mano e di poterli definitivamente stringere.Cos?è
l?arte? Dove inizia e dove termina. Nasce dall?uomo per l?uomo, o sottende
finalità che non riusciamo a cogliere? Bruno Aller, unendo parola e pennello
scrive in catalogo: (Se come scrive Argan sul pensiero di Klee:..ogni essere
umano arriva fino a dove la sua memoria arriva).Sorgi si fa filosofo, muove
da??ogni essere umano?? e sposta l?asse, ampliando il concetto su??ogni
cosa,
ogni essere vivente?, la pietra, il ferro, gli elementi in natura sono
carne
e sangue di ogni uomo e l?uomo e parte dell?universo?.Allora mi domando
e
domando: la memoria di un uomo, che sembra accompagnarlo solo nell?arco
della
sua vita, costeggia all?indietro anche quella dell?umanità. Si addentra
nei
meandri che lo legano all?evoluzione filogenetica e forse oltre, oppure
no. Quella dell?artista, per quanto gli sfugga, è tutta presente nella
sua
opera. Per questo, camminando per queste opere, mi viene da chiedere: queste
gabbie ferrose, ossidate, toccate da minio rappreso lungo le passeggiate
della storia, quale bestia o bestie trattengono, o devono trattenere. E?
un artigliarsi silenzioso tra strutture che sorreggono, proteggono e nello
stesso tempo evidenziano l?anelito smisurato dell?armonia. Armonia come
risultato
coraggioso e lacerante di lotta, tra la parte minerale e quel fotone di
luce
che è la nostra consapevolezza. Armonia come tensione che porta all?unità,
all?integrazione di ogni separazione. Armonia che per essere, non può saziarsi
solo della propria individualità, ma del mondo intero. Armonia che per
essere,
ha bisogno delle assonanze e delle dissonanze, non della cancellazione
dell?altro,
dell?abbattimento e della mortificazione. Non raggiunta ancora, perché
forse
allora si tacerebbe. Non raggiunta perché ancora si ode rumore di ferraglia,
nelle gole di quelle opere, esaltanti abbracci gotici e geometrie gregoriane.
Queste opere, amo pensarle e vederle come piedi armati che, saltando sulle
barbarie di quest?epoca mercantilizia e ipocrita, annullano il divario
tra
realtà e finzione.
03
maggio 2005
Vascello 2. Destini Incrociati – Paolo Sorgi
Dal 03 maggio al 30 giugno 2005
arte contemporanea
Location
TEATRO VASCELLO
Roma, Via Giacinto Carini, 78, (Roma)
Roma, Via Giacinto Carini, 78, (Roma)
Vernissage
3 Maggio 2005, ore 19
Autore
Curatore