Veniero nei suoi dipinti inventa la luce e riplasma lo spazio. Quanto più si allontana dal racconto e si abbandona all'avventura delle vibrazioni cromatiche,tanto più oltrepassa la barriera materiale della superficie, per immergersi in una dimensione di pura narrazione emotiva.Entro i termini di questa solo apparente contraddizione, si distende il linguaggio di questo artista che nel gioco del chiaroscuro, nell'incastro delle ombre colorate e delle diverse balenanti cromie, riesce a generare una percezione "modificata": lo spazio è invenzione di piani e modulazione di ritmi, dove non c'è riproduzione di equilibri formali preesistenti,ma un rogressivo e lievitante dilatarsi di percorsi interni all'opera...Veniero procede..per assonanze e dissonanze tra i colori e la luce. A generarli quei segni, quelle campiture, quegli inserti polimaterici, si riconosce al fondo una tensione conoscitiva e spirituale, una sensibilità satura di ricordi e di esperienze che emerge però solo come tracca trasposta e vibrante, indecifrabile nel suo lungo peregrinare prima dell'approdo nello spazio delimitante della tela e riaffiorante,talvolta, nella sintesi di un titolo...